Roma, Teatro dell’Opera, Stagione 2024/2025
“IL PIPISTRELLO”
Balletto in due atti
Musica Johann Strauss Jr.
Direttore Alessandro Cadario
Coreografia Roland Petit
Riallestimento Luigi Bonino
Assistente alla coreografia Gillian Whittingham
Scene Jean-Michel Wilmotte
Costumi Luisa Spinatelli
Luci Jean-Michel Désiré
Bella Rebecca Bianchi
Johann Michele Satriano
Ulrich Alessio Rezza
Orchestra, Étoiles, Primi ballerini, Solisti e Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Con la partecipazione degli allievi della Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento Wiener Staatsballett
Roma, Teatro Costanzi, 31 dicembre 2024
La notte di Capodanno al Costanzi si è svolta un’incantevole prima de Il pipistrello, balletto del coreografo francese Roland Petit creato per la moglie Zizi Jeanmaire nel 1979. Si tratta in realtà di uno spettacolo ispirato all’omonima operetta di Johann Strauss, su libretto di Carl Haffner e Richard Genée da Le Réveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Nata per riportare la luce dopo il crollo della borsa a Vienna, la celebre operetta di Johann Strauss si incentrava su una semplice storia familiare. Roland Petit, con il suo genio creativo che da semplice figlio di Rose Repetto lo aiutò ad imporsi nell’ambiente dei più prestigiosi teatri dell’epoca, divenendo addirittura il fondatore dei Ballets des Champs-Elysées, riesce a trasformare l’ambiente domestico e del varieté parigino in un’azione teatrale oltremodo spettacolare. Ad aiutarlo è senz’altro la presenza scenica della moglie, che come lui non sdegnò il mondo della rivista, decidendo infine di dedicarvisi a tempo pieno. Purtroppo, nelle scuole di danza nostrane poco spazio si dedica alle forme artistiche diverse dalla danza, dunque la decisione di inserire tale capolavoro nella programmazione del Teatro dell’Opera di Roma è senz’altro una chiave di miglioramento. Estremamente apprezzabile è poi il fatto che a cimentarsi nel ruolo di Bella sia una danzatrice di stampo lirico quale Rebecca Bianchi, che solitamente nelle sue interpretazioni si distingue per un’aulica purezza. Decisasi a temprare le illimitate ambizioni di libertà del marito Johann, storicamente interpretato da Denys Ganio e qui riattualizzato dal valido Michele Satriano, si consulta con l’amico Ulrich – in scena troviamo lo stimato danseur étoile Alessio Rezza -, inventandosi un personaggio per sedurre definitivamente il proprio compagno. A precedere il tutto è un sensazionale quadro iniziale, in cui numerose presenze maschili in frac ruotano intorno a una misteriosa dark lady-Elena Bidini dal copricapo esageratamente fuori misura. Si snoda poi la quieta e tiepida scena familiare, che a nostro avviso non offre particolari spunti di riflessione, se non nell’esilarante momento notturno, in cui accertatosi dell’assopimento della moglie, il nostro Johann prende il volo.
Esasperata dalla situazione e abilmente supportata da Ulrich, che a suo tempo fu interpretato da Luigi Bonino, divenuto il più noto riallestitore delle creazioni di Roland Petit, Bella tenta semplicemente a cambiare abito, presentandosi nel locale più alla moda di Parigi, ovvero esattamente da Chez Maxim. Qui la teatralità è affidata a formidabili danze sia dell’intero insieme dei danzatori sia a più piccoli gruppi, ma a emergere è naturalmente Michele Satriano, che con i suoi portentosi grands échappés à la seconde risveglia l’attenzione del pubblico. Entra a questo punto in scena in maniera apparentemente poco visibile la nostra Bianchi. Su di lei è un mantello nero, ma basta un impercettibile movimento di spalle per catturare lo sguardo di Johann e infondere vita ad una movimentata danza di coppia. Incontentabile il nostro Johann persiste nei suoi slanci di libertà. Non c’è altro da fare che ridurlo in prigione. A liberarlo è sempre Bella, benché tuttora travestita. Adesso la loro danza assume infine un sapore lirico, trasmettendo un senso di pace che dona armonia all’intero spettacolo. Con sottile astuzia, tuttavia, Bella preferisce non cedere all’incanto e fattasi prestare un paio di forbici taglia definitivamente le ali di Johann. Ma è solo un balletto, non la realtà, e la musica di Strauss riporta allegria allo spettacolo, che altrimenti sarebbe del tutto desolante. Foto Fabrizio Sansone
Roma, Teatro dell’Opera: ” Il Pipistrello”
