Roma, Teatro Parioli Costanzo: “Lo stato delle cose- Seconda parte”

Roma, Teatro Parioli Costanzo
LO STATO DELLE COSE – Seconda parte
di Massimiliano Bruno
Con Andrea Corallo, Teo Guarini, Manuela Bisanti, Sebastiano Re, Claudio Crisafulli, Francesca Lattanzio, Leila Rusciani, Luca Bray, Ester Gugliotta, Dafne Montalbano, Claudia Genolini, Anna D’Alessio, Leonardo Zarra, Francesco Romano, Marco Landola, Gabriele Bax, Mariachiara Di Mitri, Roberta Pompili, Anna Malvaso, Alessandro Cecchini, Roberto Scorza, Beatrice Valentini, Asja Mascarini, Andrea Venditti, Beatrice Coppolino, Daniele Di Martino, Lorenza Molina, Alessia Ferrero, Ugo Caprarella.

Regia di Massimiliano Bruno e Sara Baccarini
Aiuto regia Sofia Ferrero

Assistenti alla regia Arianna Prencipe e Myriam Mazzeo
Musiche originali di Roberto Procaccini
Scenografia di Alessandro Chiti
Costumi di Paola Tosti
Produzione Il Parioli Costanzo
Produzione esecutiva Enzo Gentile
Roma, 16 gennaio 2025
Massimiliano Bruno torna a calcare la scena teatrale con Lo Stato delle Cose – Seconda Parte, un’opera corale e intensa che rinnova completamente il successo del debutto del 2023 al Teatro Il Parioli Costanzo di Roma. Con un nuovo cast, testi rielaborati e una messa in scena che riesce a emozionare e sorprendere, lo spettacolo si presenta come un’esperienza teatrale ricca di suggestioni. Massimiliano, rappresenta sé stesso e agisce, come un demiurgo, guidando il pubblico attraverso una serie di storie che si intrecciano e si sfogliano come le pagine di un libro. Il nuovo cast è composto da giovani talenti del panorama teatrale e cinematografico italiano, che trovano in Lo Stato delle Cose – Seconda Parte un trampolino di lancio ideale. Il palco del Parioli rappresenta una sfida importante, che questi attori emergenti affrontano con grande intensità. Bruno stesso sembra interpretare una parte di sé, mettendo in scena non solo le sue visioni, ma anche la sua sensibilità artistica. Il cast include: Andrea Corallo, Teo Guarini, Manuela Bisanti, Sebastiano Re, Claudio Crisafulli, Francesca Lattanzio, Leila Rusciani, Luca Bray, Ester Gugliotta, Dafne Montalbano, Claudia Genolini, Anna D’Alessio, Leonardo Zarra, Francesco Romano, Marco Landola, Gabriele Bax, Mariachiara Di Mitri, Roberta Pompili, Anna Malvaso, Alessandro Cecchini, Roberto Scorza, Beatrice Valentini, Asja Mascarini, Andrea Venditti, Beatrice Coppolino, Daniele Di Martino, Lorenza Molina, Alessia Ferrero, Ugo Caprarella. La regia di Massimiliano Bruno è affiancata da Sara Baccarini, mentre l’aiuto regia è curato da Sofia Ferrero, con il supporto delle assistenti Arianna Prencipe e Myriam Mazzeo. Sin dall’inizio dello spettacolo, la rottura della quarta parete coinvolge il pubblico, grazie a momenti come il passaggio degli attori tra la platea e la partecipazione collettiva, quando Bruno invita tutti a cantare “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, preludio a uno dei corti teatrali successivi. Questi momenti rafforzano il legame emotivo tra scena e spettatori. Le tematiche affrontate sono molteplici e spaziano dall’amore alle difficoltà relazionali del nostro tempo, ai sogni personali, fino a riflessioni sulla resistenza partigiana e sulla solidarietà in momenti storici travagliati. Tra le figure centrali spicca quella di Donna Sabella, che negli anni ’40 si dedicava ad aiutare le nascite, simbolo di speranza e resilienza. Commuovente è anche la storia di una coppia che, nonostante le difficoltà, cerca di riscattarsi e imparare a leggere e scrivere, richiamando il famoso programma televisivo “Non è mai troppo tardi” di Alberto Manzi, simbolo dell’impegno educativo nell’Italia del dopoguerra. Un momento particolarmente intenso arriva nel finale, in cui un personaggio vive le sue ultime due ore di vita prima della fine del mondo. Tra riflessioni, battute e incontri inaspettati, la scena alterna momenti di riso e commozione. Tra le storie spicca anche quella dedicata agli incontri occasionali su Tinder, che si distingue per la qualità della recitazione e per l’abilità nel rappresentare con ironia e autenticità le complessità relazionali dei nostri giorni. La pluralità narrativa si riflette in storie che mescolano momenti di profonda riflessione con sprazzi di leggerezza e commedia, creando un’opera che si interroga non solo sullo stato dell’arte contemporaneo, ma anche sullo stato attuale della condizione umana. I protagonisti riescono a dare vita a una moltitudine di emozioni, muovendosi con disinvoltura tra registri diversi, dalla commedia alla riflessione profonda. La scenografia è dominata da imponenti scaffali pieni di libri, che creano un’atmosfera suggestiva e simbolica. Sebbene questi libri non interagiscano direttamente con gli attori o non rappresentino un elemento narrativo esplicito, la loro presenza contribuisce a un’atmosfera ricca di memoria, dando al pubblico la sensazione di trovarsi in un luogo dove storie e conoscenza si accumulano, pronte ad emergere nel corso della performance. Le luci e le musiche di Roberto Procaccini accompagnano ogni scena, così come i costumi, ideati da Paola Tosti, che riflettono le epoche e i contesti narrati, rendendo ogni storia visivamente autentica. Lo spettacolo si distingue per i numerosi riferimenti culturali che arricchiscono la narrazione. Le canzoni “Mi votu e mi rivotu” di Rosa Balistreri e “Amara terra mia” di Modugno evocano radici popolari e la profonda sensibilità dell’anima siciliana, suscitando un brivido di nostalgia. La struttura narrativa, pur nella sua pluralità, ricorda quella di una serie tv: le storie sono autonome e separate, ma si connettono attraverso il tema centrale dell’umanità. Questa scelta riflette l’esperienza di Bruno come sceneggiatore cinematografico, una competenza che si nota nella costruzione delle trame e nell’equilibrio tra momenti intensi e pause comiche. Tuttavia, non tutte le storie raggiungono la stessa forza narrativa. Lo Stato delle Cose – Seconda Parte è un tributo alla bellezza del teatro, che si conferma come uno specchio potente del nostro presente. Non solo il palco mette in scena lo stato dell’arte, ma anche quello delle emozioni e delle dinamiche umane. Ogni storia e ogni scena ci interroga sul nostro rapporto con il mondo e con l’arte, facendoci sentire parte di una narrazione che, come l’arte stessa, è in continua evoluzione. Al termine dello spettacolo, il pubblico esplode in lunghi applausi, la cui intensità riflette l’impatto emotivo di ciascun spettatore. Alcuni applausi sono forti e spontanei, espressione di una connessione profonda con la performance, mentre altri sono più contenuti, ma ugualmente carichi di significato. In ogni caso, l’emozione collettiva è tangibile, testimoniando il potere coinvolgente dell’opera.