Dramma lirico in tre atti su libretto di Salvatore Cammarano. Ramón Vagas (Giorgio Argyil), Iván Ayón-Rivas (Arturo Murray), Irene Roberts (Malvina Douglas), Elizabeth DeShong (Odoardo Douglas), Sally Matthews (Anna Ruthven), Goderdzi Janelidze (Guglielmo Ruthven), Susana Gaspar (Clara), Alessandro Fischer (Osvaldo), Niall Anderson (un ufficiale di Cromwell). Opera Rara Chorus, Stephen Harris (maestro del coro), Britten Sinfonia, Carlo Rizzi (direttore). Registrazione: Londra, Barbarican Center, giugno 2022, 2 CD Opera Rara ORC62
Saverio Mercandante è sempre stata figura difficile da classificare nella storia del melodramma italiano. Forse il maggior operista della generazione compresa tra i Dioscuri e Verdi ma al contempo sempre un passo indietro, sempre un po’ al traino della situazione. Questo è il caso anche de “Il proscritto” andato in scena a Napoli nel 1842 con tiepida accoglienza e in seguito dimenticato.
Recuperato il manoscritto il titolo ha rivisto la luce a Londra nel 2022 – esecuzione in forma di concerto a Barbarican Center – e trova ora la via del disco – grazie ad Opera Rara – sempre sotto la guida di Carlo Rizzi.
L’opera tratta da un dramma di Frédéric Souilé e Timothée Dehay s’ispirava a un racconto popolare che si diceva avvenuto nel Delfinato durante le guerre napoleoniche. Cammarano per evitare problemi di censura – l’ambientazione rivoluzionaria era sempre guardata con sospetto dai censori italiani – sposta il tutto nella Scozia del XVII secolo al tempo della Rivoluzione inglese resa di moda da “I puritani” di Bellini. Purtroppo il libretto di Cammarano – qui privo di quel controllo che sarà fondamentale per la riuscita dei testi verdiani – appare uno degli elementi più deboli, molto dispersivo e superficiale nella caratterizzazione dei personaggi.
La musica di Mercadante si muove tra tradizione e innovazione. I riferimenti alla grande stagione – ormai tramontante – del Belcanto italiano sono palesi ma si riconosce anche una volontà di superare un sistema formale troppo rigido. Un superamento che avviene attraverso lo studio dell’opera francese e in particolar modo di Meyerbeer da cui derivano sia l’uso di blocchi formali più ampi sia la maggior attenzione alla scrittura orchestrale.
Quest’ultima trova interprete attento e sensibile in Rizzi che fornisce una prestazione decisamente convincente. Grande cura è data al colore orchestrale ricco ma mai sovraccarico così come attende e curate sono le dinamiche con una ritmica serrata e molto teatrale ma attenta alle ragioni del canto e non eccessivamente forzata. Fortuna non da poco il poter disporre di un complesso della qualità della Britten Sinfonia che suona in modo magnifico e risponde con naturalezza assoluta alle richieste direttoriali. L’Opera Rara Chorus forse non brilla per chiarezza di dizione ma si fa apprezzare per una ricchezza di suono e per una compattezza veramente non comuni.
La compagnia di canto vede protagonisti i due tenori. I due sposi di Malvina, Giorgio già creduto morto e ora ricomparso e il giovane Arturo, sposato per necessità politiche ma al quale la donna si è ormai affezionata sono, infatti, entrambi scritti per voce di tenore. Più scura e baritonale quella di Giorgio, che si esprime con ampi e intensi declamati più acuta e squillante quella del giovane Arturo. La contrapposizione è quella che ritroviamo in tante opere serie rossiniane anche se l’uso drammaturgico è nel complesso originale.
Ritornando a un repertorio a lui più congeniale Ramón Vargas ritrova una freschezza vocale che negli ultimi anni sembrava essersi appannata a causa di un repertorio fin troppo impegnativo. La voce qui appare bella e sicura, l’emissione nel compresso ben controllata e la maturità interpretativa gli permette di dare il giusto risalto ai declamati drammatici che caratterizzano la parte. Gli anni non sono passati senza lasciare traccia e seppur ancor notevole la voce presenta qualche smagliatura, qualche suono più roco e indurito che però non guasta in un personaggio così provato e sofferto.
Al suo fianco è tutta la baldanza giovanile di Iván Ayón-Rivas. Timbro luminoso e squillante, acuti facilissimi e accento di aulica nobiltà. Le due voci tenorili risultano quindi ben differenziate così da poter dare il giusto contrasto nel grande duetto della sfida, ancora palesemente modellato su quello dell’”Otello” rossiniano.
Un gradino più sotto la Malvina di Irene Robets non tanto per la voce abbastanza prosaica anche se corretta nel canto quanto per un’interpretazione troppo compassata in cui si fatica a trovare traccia delle lacerazioni che straziano l’animo dell’eroina fino a spingerla al suicidio.
Il fratello di Malvina Odoardo ha un ruolo drammaturgico marginale ma Mercandante gli da grande rilevanza musicale quasi a farne il proprio Maffio Orsini e bravissima è Elizabeth DeShong, mezzosoprano dalla voce davvero bella, morbida e ricchissima di armonici unita a un canto elegante e molto musicale.
Anna, la perfida madre di Malvina, è cantata da Sally Matthews che purtroppo soffre di una pronuncia precaria e interpretativamente è anonima quanto la figlia; meglio Goderdzi Janelidze nell’implacabile fermezza di Guglielmo. Buone le parti di fianco e come sempre impeccabile nei prodotti Opera Rara la qualità della registrazione.
Saverio Mercadante (1795 -1870): “Il proscritto” (1842)
