Bruno Maderna (1920 – 1973): “Serenata per un satellite Venetian Journal and other works”

Bruno Maderna (1920-1973): Serenata No. 2 (1957) for 11 instruments; Honeyrêves (1961) for flute and piano; Aulodia per Lothar (1965) for oboe d’amore; Serenata per un satellite (1969) for variable ensemble; Widmung (1967) for solo violin; Venetian Journal (1972) for tenor, orchestra and tape, on words by J. Boswell. Aldo Campagnari, (violino). Giorgia Cardarelli (violino). Luisa Curinga (flauto/piccolo).  Lorenzo Luciani (oboe). Alessandra Gentile (pianoforte). Gianluca Bocchino (tenore). Bruno Maderna Ensemble. Gabriele Bonolis (direttore).  Registrazione: 3-4 febbraio 2023 presso il Conservatorio Giovanni Battista Pergolesi di Fermo. T. Time: 69′ 35″. 1 CD Dynamic S8008

Bruno Maderna (Venezia 1920 – Darmstadt 1973) rappresenta una delle voci più originali della storia della musica del Novecento in quanto, nei suoi lavori, è riuscito a sintetizzare in modo straordinario la neoavanguardia e la tradizione derivata da quel senso della storia che, appreso da Malipiero, costituisce un unicum in quel determinato frangente storico. Per questa ragione appare particolarmente interessante questa recente proposta discografica dell’etichetta Dynamic, grazie alla quale è possibile ascoltare alcuni importanti lavori del compositore veneziano, il cui fil rouge è costituito dall’attenzione che Maderna ha sempre prestato a quella melodia che le avanguardie intendevano bandire. Certo la melodia di Maderna non è quella di facile orecchiabilità, a cui si è abituati. Si presenta, infatti, come il tentativo di ricostruirne la forma archetipica, della quale, però, sembrano ormai totalmente perdute l’armonia e la bellezza, ma che era consustanziale alla musica delle origini e soprattutto, a quella dei Greci,  Proprio alla musica greca si richiama, anche nel titolo, il brano, Aulodia per Lothar, che, eseguito per la prima volta il 9 settembre 1965 nell’ambito del XXVIII Festival di musica da camera della Biennale di Venezia, col titolo di Aulodia per oboe e con Lothar Faber all’oboe e Alvaro Company alla chitarra, il quale realizzò delle improvvisazioni in una delle sezioni che il compositore aveva lasciato al suo estro, fu pubblicata nel 1977,  dopo che lo stesso Company aveva messo per iscritto la sua improvvisazione. In quest’occasione il brano è interpretato dal solo Lorenzo Luciani il quale, con il suo oboe d’amore, ottiene delle splendide sonorità, frutto di una ricerca certosina del suono che, sia esso singolo o inserito in strutture melodiche più o meno ampie, è sempre particolarmente caldo ed espressivo. Una ricerca espressiva del tutto simile, sebbene il brano presenti anche delle difficoltà tecniche notevoli, contraddistingue Honeyrêves (1961), il cui titolo, non altro che il nome Severino (Gazzelloni) letto al contrario, può essere interpretato o come sogni di miele, se si intende come accostamento di honey (miele in inglese) e rêves (sogni in francese), o come “On y rêve”. Il brano è qui molto ben interpretato da Luisa Curinga (flauto), dotata di una solida tecnica, ma anche di un suono particolarmente espressivo, e da Alessandra Gentile, non solo attenta alle sonorità non particolarmente semplici di questa partitura, ma capace di ben integrarsi con il flauto. Al 1954 risale la composizione di Serenata n. 2, un lavoro di carattere puntillistico molto ben eseguito dal Bruno Maderna Ensemble diretto da Gabriele Bonolis, il quale non solo mostra una grande attenzione alle dinamiche e alla ricerca del suono, ma riesce a ricostruire molto bene quella melodia puntillisticamente spezzata tra i vari strumenti. Molto ben eseguita, a dimostrazione della grande esperienza con questa musica maturata dal Maderna Ensemble, è anche la Serenata per un satellite, brano di carattere aleatorio, che, composto nel 1969, si presenta come una grande pagina di musica nella quale i pentagrammi si intersecano in modo tale da lasciare agli interpreti la scelta di come e quando eseguirli, tanto che questo pezzo può durare dai 4 ai 12 minuti.  Splendida da parte della succitata Ensemble e del tenore Gianluca Bocchino è anche l’esecuzione di quel difficile e complesso caleidoscopio musicale che è Venetian Journal (1972) per tenore, ensemble strumentale e nastro magnetico, composto da Maderna su commissione del tenore americano Paul Sperry che ne fu il primo interprete in veste di solista in prima assoluta il 12 marzo 1972 al Lincon Center di New York, sotto la direzione del compositore. In questo lavoro, il testo di Jonathan Levy, che si ispira al libro del letterato inglese del Settecento James Boswell,  Boswell on the Grand Tour: Italy, Corsica, and France. 1765-1766 e si sofferma sul soggiorno veneziano di  Boswell, si avvale di un plurilinguismo fatto da passi in francese, inglese, veneziano e italiano e che dal musicista è realizzato con un pluristilismo caratterizzato da citazioni musicali come quello della canzone popolare Biondina in gondoleta. Egregiamente eseguito da Aldo Campagnari, curato nell’intonazione e soprattutto nella ricerca del suono, è, infine, Widmung che, composto su commissione dei coniugi Ottmar e Greta Domnick per l’inaugurazione del loro museo privato di pittura astratta a Nürtingen, il 27 ottobre 1967, è una pagina di carattere cadenzale che, proprio con questa funzione, fu ripresa da Maderna nel suo Concerto per violino del 1969. Si tratta di una bella proposta discografica che consente di conoscere alcuni momenti salienti della produzione di una grande figura del Novecento musicale italiano.