Eugène Godecharle (1742-1798): “Sei Quartetti per Harpa o sia Cimbalo Violino Viola e Basso opera IV

Eugène Godecharle (1742-1798): Quartetto I in A Major; Quartetto II in F Major; Quartetto III in B-flat Major; Quartetto IV in C Major; Quartetto V in G Major; Quartetto VI in E-flat Major. Société Lunaire. Maximilian Ehrhardt (Arpa). Péter Barczi (Violino). Nadine Henrichs (Viola). Jule Hinrichsen (violoncello). Registrazione: 6-9 novembre 2022 presso lo Studio Ölbergkirche, Berlin, Germany. T. Time: 74′ 1CD Ramée RAM2207
“A Bruxelles ho ascoltato una giovane donna suonare molto bene sull’arpa a pedali alcuni graziosi pezzi, composti da Godecharle, un tedesco, che allo stesso modo suona un buon violino e accompagnava la giovane in questi pezzi; lei era la sua allieva”.
Da questo ricordo, contenuto nello scritto The Present State of Music in Germany, The Netherlands and United Provinces di Charles Burney, si arguisce la fama raggiunta, a Bruxelles, da Eugène-Charles-Jean Godecharle, che, però, non era tedesco, come affermato dallo storico della musica inglese, ma belga. Godecharle era, infatti, nato a Bruxelles il 15 gennaio 1742 da Jacques-Antoine Godecharle, all’epoca direttore musicale nella chiesa parrocchiale Saint-Nicola, che gli impartì le prime lezioni di musica.

Dopo essere stato ammesso, allo stesso modo dei suoi tre fratelli maggiori prima di lui, come corista, nel coro della cappella, si distinse per le sue eccezionali doti musicali soprattutto nel suonare il violino tanto che il principe Carlo di Lorena lo inviò a Parigi a perfezionarsi. Ritornato a Bruxelles, Godecharle fu assunto come secondo violino nell’orchestra della cappella di corte della capitale belga, dove avrebbe, in seguito, organizzato anche suoi propri concerti e dove sarebbe diventato direttore musicale della chiesa di Saint-Géry. Nel 1786, alla morte di Henri-Jacques de Croes, maestro della cappella di corte, Godecharle avanzò la sua candidatura per prenderne il posto, ma senza successo, in quanto gli fu preferito Ignaz Vitzthumb, Quattro anni prima di morire, nel 1794, sotto il successore di Vitzthumb, Doudelet, riuscì a ottenere il posto di primo violino. Il programma di questa interessante proposta discografica dell’etichetta Ramée è costituito dai Sei Quartetti per Harpa o sia Cimbalo Violino Viola e Basso opera IV, dedicati alla Contessa d’Ursel Principessa d’Aremberg nel cui salotto l’arpa, alla quale era applicato il nuovo, per l’epoca, sistema dei pedali, aveva un posto di tutto rispetto.

Del resto sembra che anche il nostro Godecharle fosse un virtuoso di questo strumento che, insieme con il violino, costituisce il vero solista di questi “graziosi”, per dirla con Burney, Quartetti, in tre movimenti (Musette, Allemande,  Rondeau e piccole fughe), il cui ascolto non fa certo gridare alla riscoperta di capolavori ritrovati, ma permette di conoscere le interessanti fasi iniziali dello sviluppo della letteratura per arpa che, comunque, si integra molto bene con gli altri strumenti. Ottima l’esecuzione da parte dell’ensemble Société Lunaire, composta da Maximilian Ehrhardt (Arpa), Péter Barczi (Violino), Nadine Henrichs (Viola)  Jule Hinrichsen (violoncello) che si integrano a perfezione senza che nessuno prevarichi sull’altro e sono particolarmente espressivi nei movimenti lenti.