München, Bayerische Staatsoper: “Die Liebe der Danae”

München, Bayerische Staatsoper, Stagione 2024/25
“DIE LIEBE DER DANAE”
Heitere Mythologie (allegra mitologia) in tre atti su  Libretto di Joseph Gregor, da una bozza di Hugo von Hofmannsthal 
Musica di Richard Strauss
Jupiter CHRISTOPHER MALTMAN
Merkur YA-CHUNG HUANG
Pollux VINCENT WOLFSTEINER
Danae MANUELA UHL
Xanthe ERIKA BALKOFF
Midas ANDREAS SCHAGER
Vier Könige PAUL KAUFMANN, KEVIN CONNERS, BÁLINT SZABÒ, MARTIN SNELL
Semele SARAH DUFRESNE
Europa EVGENIYA SOTNIKOVA
Alkmene EMILY SIERRA
Leda AVERY AMEREAU
Vier Wächter SARAH BVITOR BISPO, YOSIF SLAVOV, BRUNO KHOURI, DANIEL NOYOLA
Eine Stimme LOUISE MCCLELLAND JACOBSEN
Bayerische Staatsorchester & Chor
Direttore Sebastian Weigle      
Maestro del Coro Christoph Heil
Regia Claus Guth
Scene Michael Levine 
Costumi Ursula Kudrna
Drammaturgia Yvonne Gebauer, Ariane Bliss
Luci Alessandro Carletti
Video rocafilm
Nationaltheater München, 31 ottobre 2024.
La Bayerische Staatsoper non eseguiva da più di quarant’ anni Die Liebe der Danae, la penultima opera composta da Richard Strauss anche se la sua prima rappresentazione si tenne due anni dopo quella di Capriccio. Strauss infatti aveva disposto che il lavoro venisse rappresentato solo dopo la fine della guerra, ma in seguito si lasciò comvincere da Clemens Krauss a permettere un’ esecuzione ai Salzburger Festspiele per festeggiare il suo ottantesimo compleanno. Ma la rappresentazione fu impedita dalla chiusura dei teatri ordinata da Hitler dopo l’ attentato del 20 luglio 1944 e venne permessa solo una prova generale alla presenza di un pubblico di invitati. La prima esecuzione pubblica dell’ opera avvenne il 14 agosto 1952, sempre a Salzburg e sotto la direzione di Clemens Krauss. 
Die Liebe der Danae trae le sue origini da una bozza di Hugo von Hofmannsthal, sviluppata da Joseph Gregor,  scrittore e storico austriaco che per Strauss scrisse anche i libretti di Daphne e Friedenstag. Anche se lo svolgimento della trama è un po’ farragginoso, la concezione del testo che presenta gli dei come esseri vulnerabili dalle passioni umane in un mondo pervaso di decadenza è sicuramente interessante e non priva di fascino. Il livello qualitativo davvero eccezionale della partitura, che contiene alcune tra le pagine più ispirate dell’ ultima fase creativa di Strauss, contribuisce in maniera determinante a rendere viva un’ azione leggermente povera di autentici effetti teatrali, in un clima espressivo di velata malinconia che evoca una sorte di rimpianto nostalgico per il passato.
La Bayerische Staatsoper ha affidato questa nuova produzione a Claus Guth, sessantunenne regista assiano la cui atività ha da molto tempo avuto il suo punto focale nel teatro di Strauss. Il raconto scenico era quello di una società capitalistica contemporanea basata solo sul valore dei beni materiali, alla quale Danae si ribella preferendo seguire i suoi sentimenti. A parte la trasposizione temporale, la regia si manteneva abbastanza fedele al testo e conteneva diversi momenti di buon teatro, soprattutto nel secondo atto in cui la scena della lite fra Jupiter e Midas per guadagnarsi l’ amore di Danae, che si svolgeva vicino a un enorme letto d’ oro, appariva particolarmente efficace. Molto bella era anche la scena finale, in cui Jupiter cantava il suo monologo sullo sfondo di un video che mostrava le rovine di Monaco dopo i bombardamenti e il vecchio Richard Strauss che passeggiava nel parco della sua villa di Garmisch.
Di alto livello era anche la parte musicale, guidata da Sebastian Weigle,  che durante il suo periodo di lavoro come Generalmusikdirektor dell’ Oper Frankfurt aveva eseguito con successo diverse opere di Strauss tra le quali anche questa, nel 2016. Sotto la sua guida la Bayerische Staatsorchester ha messo in mostra tutta la sua profonda affinità stilistica con la musica di Richard Strauss, autore che i musicisti bavaresi hanno veramente nel DNA ed eseguono con la naturalezza di chi si esprime nella lingua materna.
Per quanto riguarda il cast vocale, il merito maggiore va attribuito a Manuela Uhl, cinquantanovenne soprano nativa di Ravensburg che ha salvato la prima recita sostituendo con poche ore di preavviso Malin Byström costretta a dare forfait a causa di una influenza. Sono pochissime le cantanti che hanno in repertorio il ruolo di Danae ma il soprano svevo l’ aveva già cantato a Kiel e alla Deutsche Oper Berlin ed è riuscita a compiere una vera e propria impresa interpretativa, giustamente applaudita dal pubblico di Monaco in maniera entusiastica. Al suo fianco il tenore austriaco Andreas Schager, oggi considerato il migliore interprete delle opere di Wagner e Strauss, ha cantato in maniera splendida in ruolo di Midas mettendo in mostra un perfetto “legato” e note acute luminose e squillanti. Eccellente anche Christopher Maltman come Jupiter, un ruolo baritonale particolarmente esposto che richiede un’ estensione di due ottave e impegna la voce in tessitura acuta. Il cinquantacinquenne cantante nativo del Lincolnshire ha superato con grande disinvoltuta tutti i passi più impegnativi, tratteggiando una figura di seduttore galante e insidioso grazie a un fraseggio intelligente e ricco di sfumature. Tra le parti di fianco, molto buona è stata la prestazione di Vincent Wolfsteiner come Pollux, che era abbigliato con una parrucca alla Donald Trump. Brave anche le quattro ex innamorate di Jupiter, (Sarah Dufresne, Evgeniya Sotnikova, Emily Sierra e Avery Amereau) molto espressive e argute nel fraseggio. Teatro esaurito, come accade sempre a Monaco quando si rappresentano le opere di Strauss che i bavaresi considerano una vera e propria icona nazionale. Alla fine, il pubblico ha tributato lunghi e convinti applausi per una produzione di ottimo livello complessivo. Foto: Geoffroy Schied e Monika Rittershaus