Roma, Teatro Ambra Jovinelli: “Vicini di casa”

Roma, Teatro Ambra Jovinelli
VICINI DI CASA
dalla commedia Sentimental di Cesc Gay

traduzione e adattamento Pino Tierno
con Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alessandra Acciai, Alberto Giusta
regia Antonio Zavatteri
regista assistente Matteo Alfonso
scene Roberto Crea
costumi Francesca Marsella
luci Aldo Mantovani
sarta Marisa Mantero
foto Laila Pozzo
service audio/luci Fonal di Federico Pennazzato
co-produzione CMC/Nidodiragno, Cardellino srl, Teatro Stabile di Verona
in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi
Roma, 05 febbraio 2025
In un microcosmo claustrofobico racchiuso tra le mura domestiche, “Vicini di casa” esplora con finezza drammaturgica le dinamiche di coppia e le contraddizioni insite nelle relazioni affettive e sociali. Per un’ora e un quarto, lo spettatore assiste a un confronto serrato tra due visioni antitetiche della sessualità, dell’amore e della quotidianità, declinate con un equilibrio calibrato tra commedia e dramma. L’autore catalano Cesc Gay, noto per la sua scrittura vivida e ironica, ha concepito nel 2015 la brillante pièce “Los vecinos de arriba”, poi trasposta in una versione cinematografica nel 2020. La traduzione e l’adattamento di Pino Tierno, uniti alla regia calibrata di Antonio Zavatteri, conferiscono alla versione italiana un’efficace aderenza alla sensibilità del pubblico contemporaneo. Il perno drammaturgico dell’opera è l’incontro-scontro tra due coppie che incarnano modelli esistenziali diametralmente opposti. Anna e Giulio, interpretati con grande verosimiglianza da Amanda Sandrelli e Gigio Alberti, rappresentano il paradigma della coppia di lunga data, logorata dalla routine e dalla progressiva perdita di entusiasmo reciproco. Laura e Toni, invece, portati in scena con spregiudicata vivacità da Alessandra Acciai e Alberto Giusta, si delineano come il contraltare libertino e disinibito, il cui stile di vita scandalizza e, al contempo, affascina i loro ospiti. La narrazione si sviluppa attraverso un meccanismo drammaturgico serrato, in cui l’umorismo si intreccia con una sottile critica sociale. La scrittura di Gay non indulge in facile volgarità, bensì costruisce un gioco di battute e situazioni che oscillano tra la provocazione e l’introspezione. La regia di Zavatteri, attenta ai ritmi e ai silenzi, valorizza la stratificazione emotiva del testo, evitando la deriva farsesca e mantenendo la tensione emotiva sempre viva. La scenografia di Roberto Crea, essenziale ma funzionale, definisce uno spazio domestico che diviene metafora della prigione interiore in cui si dibattono i protagonisti. I costumi moderni di Francesca Marsella e le luci di Aldo Mantovani contribuiscono a rafforzare l’atmosfera di realismo e introspezione. La regia gioca abilmente con i contrasti: la compostezza frustrata di Giulio e Anna si specchia nella vitalità sfrenata di Laura e Toni, creando un cortocircuito narrativo che innesca risate e riflessioni. Fondamentale per il successo della rappresentazione è la qualità delle interpretazioni. Amanda Sandrelli e Gigio Alberti conferiscono ai loro personaggi una palpabile autenticità emotiva, riuscendo a rendere credibile il logorio di un rapporto soffocato dall’abitudine. Sandrelli, con il suo incedere spontaneo e misurato, dona ad Anna una dimensione di fragile inquietudine, mentre Alberti costruisce un Giulio disilluso e ironico, capace di suscitare empatia. Alessandra Acciai e Alberto Giusta, nei panni della coppia disinibita, offrono una performance vibrante e trascinante: Acciai tratteggia una Laura carismatica e analitica, mentre Giusta si distingue per la fisicità esuberante e la perfetta gestione dei tempi comici. L’interazione tra i quattro attori è impeccabile, e la loro alchimia scenica amplifica l’efficacia del testo. La pièce pone interrogativi scomodi ma universali: quanto la routine incide sulla qualità delle relazioni? Qual è il confine tra la libertà individuale e la necessità di conformarsi a un modello sociale prestabilito? Il pubblico si ritrova a interrogarsi su questi dilemmi attraverso un’escalation di situazioni imbarazzanti e rivelazioni inaspettate. Il climax narrativo si consuma in un momento di rottura, in cui i protagonisti sono costretti a confrontarsi con i propri desideri inespressi e le proprie ipocrisie. L’esito della rappresentazione conferma l’intelligente costruzione del testo: si ride, si riflette e, inevitabilmente, si partecipa emotivamente alle vicende dei personaggi. Il teatro, come spesso accade nei lavori ben congegnati, si fa specchio delle fragilità umane, portando in superficie le tensioni sotterranee che attraversano la nostra esistenza. “Vicini di casa” riesce così a coniugare intrattenimento e profondità, confermandosi come un esempio eccellente di teatro contemporaneo capace di parlare al pubblico con ironia e acume. Lo spettacolo si conclude tra le risate e gli applausi scroscianti di un pubblico coinvolto e divertito, che omaggia la brillante interpretazione del cast e la finezza di una messa in scena che sa essere tanto leggera quanto incisiva.