Roma, Teatro Brancaccio
PROVA A PRENDERMI
basato sul film Dreamworks
libretto di Terrence McNally
musiche di Marc Shaiman
liriche di Scott Wittman & Marc Shaiman
con Claudio Castrogiovanni e Tommaso Cassissa
e con Simone Montedoro
regia di Piero Di Blasio
coreografie di Rita Pivano
scenografie di Lele Moreschi
costumi di Francesca Grossi
luci di Emanuele Agliati
produzione di Alessandro Longobardi per VIOLA PRODUZIONI – Centro di Produzione Teatrale
Roma, 19 marzo 2025
C’è un ragazzo, un sogno americano e una bugia dietro l’altra. E poi c’è la voglia di non fermarsi mai, di scappare sempre un po’ più in là. Prova a prendermi – Il Musical racconta tutto questo con ritmo, energia e quella patina brillante anni Sessanta che è impossibile non amare. Se il film di Steven Spielberg ci aveva già fatto battere il cuore (chi non ricorda Leonardo DiCaprio in divisa da pilota?), questa versione teatrale – prodotta con coraggio da Viola Produzioni – ha il pregio di non limitarsi a ripetere lo schema cinematografico, ma di trovare un linguaggio tutto suo. E funziona. Merito di una regia solida e creativa firmata da Piero Di Blasio, che dopo il successo di Tutti parlano di Jamie si misura con un racconto più complesso e disseminato di trappole. Invece di caderci dentro, Di Blasio sceglie la strada della leggerezza e della precisione. Il risultato? Uno spettacolo che scorre liscio, ha ritmo, colpi di scena e persino un’anima. Non da poco. La scenografia di Lele Moreschi è uno dei punti forti dell’allestimento: pulita, dinamica, intelligente. Bastano pochi elementi – su tutti, l’iconico oblò di un aereo che si illumina e si sposta come un vero e proprio occhio narrante – per far viaggiare il pubblico attraverso gli Stati Uniti degli anni ’60, tra aeroporti, camere d’hotel, stazioni ferroviarie e sale da interrogatorio.
Senza fronzoli, ma con stile. Sul palco, a indossare i panni (e le tante divise) di Frank Abagnale Jr. è Tommaso Cassissa. Sì, proprio lui, lo YouTuber che si trasforma in protagonista di un musical con una sicurezza sorprendente. Dimenticate DiCaprio: Cassissa ha energia, faccia tosta e, soprattutto, una capacità di stare in scena che conquista. Non è un cantante di professione? Vero, ma canta bene e recita meglio. E la sua versione di Frank Jr. è meno spavalda e più umana: un ragazzo che si inventa mille vite per sfuggire a quella vera, forse troppo dura da affrontare. Accanto a lui, Claudio Castrogiovanni è l’agente Hanratty dell’FBI. Burbero il giusto, inflessibile ma capace di sciogliersi – piano piano – di fronte al ragazzo che rincorre in tutto il mondo. E che, forse, finisce per capire meglio di chiunque altro. Il duetto tra lui e Simone Montedoro, nei panni del padre di Frank, è uno di quei momenti in cui la scena si fa più intima e toccante, senza scivolare mai nel patetico.
A portare un soffio di dolcezza è Brenda, la promessa sposa di Frank Jr., interpretata da una luminosa Benedetta Boschi. La sua “Fly, Fly Away” è la canzone che non dimenticherete tanto presto. Così come il ruolo, breve ma intenso, di Jacqueline Ferry, madre di Frank: una donna che ha inseguito l’amore e ha trovato, purtroppo, la disillusione. Piccole storie di vita dentro una grande avventura. E poi c’è l’ensemble. Fondamentale, mai eccessivo, mai fuori registro. Le coreografie di Rita Pivano giocano sulla misura e sull’ironia, regalando numeri eleganti e frizzanti, senza mai strafare.
La scena del viaggio in treno, in particolare, strappa più di un sorriso. Le luci di Emanuele Agliati fanno il resto: disegnano atmosfere sospese tra sogno e realtà, mentre i costumi curati da Francesca Grossi sono un inno al vintage che non stanca mai. Un tuffo in un’America di completi pastello, hostess impeccabili e agenti in trench, ma con quella vena malinconica che tiene ancorati alla realtà. Il suono dello swing, il fascino del jazz e qualche ballata che arriva dritta al cuore fanno da colonna sonora a uno spettacolo che ha il sapore dell’intrattenimento di qualità. Perché Prova a prendermi – Il Musical è, prima di tutto, una storia di sogni rubati, di fughe a perdifiato e di ritorni a casa. E alla fine, anche chi guarda, si sente un po’ complice. E un po’ più leggero.
Roma, Teatro Brancaccio: “Prova a prendermi”
