Ercolano, Parco Archeologico: “Progetto domus”

Ercolano, Parco Archeologico
PROGETTO DOMUS: APERTURA DELLA CASA DEL COLONNATO TUSCANICO E CASA DEL SACELLO DI LEGNO
Ercolano, 19 marzo 2025
Il Parco Archeologico di Ercolano si appresta a vivere una fase cruciale del suo percorso di valorizzazione, testimoniando una visione scientifica che integra l’esigenza conservativa con la fruizione pubblica e la diffusione del sapere, secondo i più aggiornati paradigmi museologici e di gestione del patrimonio culturale. Il 19 marzo, alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli e del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli, è stato presentato l’avanzamento dei lavori che riguardano la prima fase del Progetto Domus, culminato nella riapertura al pubblico di due tra le più significative residenze di epoca romana: la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di Legno. Tali strutture, chiuse da oltre un quarto di secolo a causa delle gravi problematiche conservative che le affliggevano, sono oggi restituite alla pubblica fruizione grazie a un complesso intervento di restauro architettonico e di consolidamento strutturale, che ha tenuto conto delle specificità materiche e delle tecniche costruttive dell’epoca vesuviana. La Casa del Colonnato Tuscanico si distingue per la presenza di un affresco di particolare rilievo iconografico che rappresenta il sacrificio fondativo di Ercole, e che richiama i miti eziologici collegati all’origine della città di Herculaneum. La Casa del Sacello di Legno, così denominata per il rinvenimento di una statuetta lignea dell’eroe all’interno del larario domestico, conserva ancora preziose testimonianze della religiosità privata e delle pratiche cultuali che scandivano la vita quotidiana dei domus romani. Il Ministro Giuli ha sottolineato l’importanza dell’evento, definendolo come un passaggio strategico nel processo di rigenerazione di Ercolano: “Le dimore restaurate costituiscono non soltanto un recupero di beni materiali, ma una restituzione di memoria collettiva e identità culturale. È il segno tangibile di un metodo che intreccia rigore filologico e tecnologia.” In effetti, l’intervento conservativo delle domus si è avvalso di un approccio multidisciplinare che ha coinvolto archeologi, architetti, restauratori, ingegneri strutturisti e conservatori dei materiali, i quali hanno operato secondo protocolli condivisi a livello internazionale. Particolare attenzione è stata riservata alla mitigazione dei rischi derivanti dall’esposizione agli agenti atmosferici e al carico antropico, attraverso l’adozione di sistemi di controllo microclimatico e di monitoraggio continuo dello stato di conservazione degli apparati decorativi e delle strutture murarie. Parallelamente agli interventi architettonici, il Parco ha implementato un articolato sistema di fruizione digitale denominato Ercolano Digitale, che rappresenta una delle più avanzate applicazioni di tecnologie ICT nel campo dei beni culturali. Il progetto prevede l’uso di una App mobile, compatibile con i principali sistemi operativi, disponibile in nove lingue, e capace di interfacciarsi con una rete di beacon bluetooth diffusi sull’intera area archeologica. Questa infrastruttura consente la trasmissione di contenuti informativi personalizzati in funzione della posizione dell’utente, integrando dati testuali, audio, video e modelli tridimensionali ricostruiti digitalmente. Il Direttore del Parco, Francesco Sirano, ha illustrato il sistema, evidenziando come l’App consenta ai visitatori di selezionare itinerari tematici diversificati per tempi di percorrenza, target di pubblico e contenuti scientifici, in una logica inclusiva e accessibile.Con Ercolano Digitale non ci limitiamo ad accompagnare il visitatore nella lettura delle emergenze monumentali,” ha dichiarato Sirano, “ma offriamo un’esperienza che integra la conoscenza scientifica con il coinvolgimento emotivo, restituendo senso e significato alle testimonianze materiali di una civiltà scomparsa.” Oltre alla piattaforma mobile, il Parco ha avviato il potenziamento del portale istituzionale, dove è già attiva la connessione dinamica con il Catalogo Nazionale dei Beni Culturali, e sta ultimando il portale Open Data, che renderà disponibili a studiosi e appassionati dati grezzi, metadati e informazioni analitiche, nella logica di una condivisione democratica del patrimonio conoscitivo. Un ecosistema digitale, dunque, che rafforza la vocazione di Ercolano quale laboratorio d’avanguardia per la ricerca archeologica e la museologia contemporanea. Elemento fondamentale di questo processo è il partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute, che dal 2001 ha investito risorse e competenze nella conservazione e nella valorizzazione del sito, in una logica di corresponsabilità istituzionale e scientifica. La sottoscrizione, nel luglio 2024, del nuovo protocollo d’intesa prevede un investimento complessivo di circa 45 milioni di euro, destinato a finanziare la realizzazione di nuovi depositi, laboratori di restauro, spazi espositivi e uffici amministrativi. Particolare rilevanza avrà la ripresa delle indagini archeologiche nell’area orientale della città, un’operazione che si prefigura di pari importanza rispetto alle storiche campagne condotte da Amedeo Maiuri tra gli anni Venti e Cinquanta del secolo scorso. Come ha illustrato l’architetto Jane Thompson, responsabile del progetto per conto dell’ente americano, l’arretramento delle infrastrutture moderne verso sud consentirà l’espansione delle aree di scavo verso est, liberando il fronte archeologico da ingombri contemporanei e ricucendo il rapporto fra città antica e paesaggio circostante. La realizzazione di un’ampia fascia verde costituirà inoltre una nuova soglia ambientale e percettiva per i visitatori, migliorando il contesto paesaggistico del sito. Il Viceministro Cirielli ha rimarcato come il modello Ercolano rappresenti un paradigma di diplomazia culturale applicata: “La cooperazione con il Packard Humanities Institute dimostra come il patrimonio culturale italiano possa diventare motore di sviluppo sostenibile e di dialogo internazionale. Il rilancio di Ercolano contribuisce a rafforzare l’immagine dell’Italia e delle sue eccellenze scientifiche nell’ambito della conservazione.” L’impegno del Parco Archeologico di Ercolano si inserisce in un piano di gestione integrata, avviato a partire dal 2017, che ha consentito di stabilizzare il sito e di predisporre programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria su scala urbana. Il Direttore Sirano ha voluto sottolineare l’importanza di una visione strategica di lungo periodo che contempli la tutela del bene archeologico, la valorizzazione economica e culturale del territorio e il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Con la riapertura della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di Legno, il Parco non solo amplia il percorso di visita ma offre un’occasione unica per comprendere in maniera immersiva la complessità della vita domestica nell’antica Herculaneum, la qualità dell’edilizia privata e l’elaborazione artistica degli spazi abitativi. Le domus restaurate, insieme alle tecnologie di supporto alla fruizione, rappresentano un unicum nel panorama dei siti vesuviani, confermando Ercolano come modello di eccellenza nella gestione del patrimonio archeologico.