Milano, fACTORy32:”La leggenda del pianista sull’Oceano”

Milano, Teatro fACTORy 32, Stagione 2024/25
LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL’OCEANO”
Tratto da “Novecento” di Alessandro Baricco
con IGOR CHIERICI
Regia Luca Cicolella
Produzione Compagnia Chierici-Cicolella
Milano, 16 marzo 2025
Se non sarà per i molti meriti pedagogici e divulgativi – e nemmeno per il talento più strettamente letterario – Alessandro Baricco certo passerà alla storia della cultura di questo Paese come l’autore di un vero classico contemporaneo, quel “Novecento”, sovente ribattezzato sulla scorta della pellicola di Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano”, che si pone come uno dei monologhi teatrali imprescindibili del nostro teatro, sapientemente modellato sul teatro di narrazione senza perdere il suo appeal specificamente scenico. In un panorama post-Covid che per svariate ragioni predilige la forma del monologo a quella della produzione più articolata (e costosa), e che dunque in monologo trasforma qualsiasi cosa, poter andare ad assistere ad un monologo nato tale, con la sua compiutezza, coerenza e coesione testuale e narrativa, è un piacere – complimenti dunque, in primis, alla fACTORy 32 di Valentina Pescetto per la scelta azzeccata. Tuttavia, come altrove abbiamo sottolineato, la forma monologica si porta dietro inevitabilmente delle difficoltà e delle trappole, nelle quali sia l’attore che il pubblico possono cadere: questa resa di Igor Chierici, con la regia di Luca Cicolella, tuttavia, sa aggirare con eleganza questi ostacoli, privilegiando una messa in scena semplice ed ultracomunicativa, che non vada alla ricerca di cose che nel testo non ci sono. Certo, si potrebbe obiettare che è una scelta fin troppo prudente, ma considerata la specificità del testo, la sua celebrità, anche la sua brevità, il rischio di rovinare o distorcere gli spunti che vengono offerti è davvero alto – dunque, in fondo, che male c’è nel riproporre una volta tanto un testo per quello che è? Ecco allora che Chierici è vestito con foggia Anni Venti e ci parla con quella cadenza un po’ guascona che ci aspetteremmo da un marinaio che ci racconta una storia: la vocalità è senz’altro la carta vincente di questo attore, che sa trattenersi dall’uso macchiettistico della voce, valorizzando tuttavia il bel range vocale tenorile che possiede, in dizione ineccepebile – la fisicità smilza e quasi post-adolescente che l’interprete conserva, oltre alla ricerca spudorata del contatto col pubblico, garantiscono alla sua performance un’apprezzabile freschezza. Chierici possiede la capacità di sembrare davvero senza età, potendo giocare coi personaggi del monologo con credibilità. La regia di Cicolella, d’altro canto, è giustamente poco chiassosa, si nutre di piccoli gesti significativi, di posizionamenti, di giochi di luce, valorizzando l’attore e al contempo creando, come già detto, un’atmosfera più che una vera e propria lettura, ma comunque facendosi riconoscere. Insomma, questa “Leggenda del pianista sull’oceano” non cambierà, con tutta probabilità, i destini del teatro italiano del XXI secolo, ma non ne ha nemmeno la pretesa: vuole genuinamente intrattenere, comunicare una storia, innescare il bagliore di una piccola visione. Missione del tutto compiuta.