Reggio Emilia, Teatro Valli: La “Notte Morricone” di Aterballetto

Danza / Festival Aperto / Teatro Valli, Reggio Emilia
“NOTTE MORRICONE”
Aterballetto
Regia e coreografia
 Marcos Morau
Musica Ennio Morricone
Direzione e adattamento musicale a cura di Maurizio Billi
Sound designer Alex Rœsr VatichéBen Meerwein
Testi Carmina S. Belda
Scene e luci Marc Salicrù
Costumi Silvia Delagneau
Assistenti alla coreografia Shay Partush, Marina Rodriguez
Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto in coproduzione Fondazione Teatro di Roma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento, Centro Teatrale Bresciano
Reggio Emilia, 4 marzo 2025
Volevo sapere che suono ha un uomo quando nessuno lo guarda” è l’insolito interrogativo che il maestro Ennio Morricone si pone a fine spettacolo, come a sancire l’essenza del sogno ad occhi aperti appena vissuto. È solo nel suo studio, pieno di visioni che gli girano attorno che interpretano l’estro creativo della sua inconfondibile musica. Ogni messinscena è un film. Ogni musica è un set coreografico in cui 15 danzatori (8 femmine e 7 maschi), rappresentano il mondo di storie che possiamo vivere anche solo ascoltando la musica di Morricone. In questo spettacolo, un’ora e mezza fitta e densa di movimenti, CCN Aterballetto, compagnia che nel 2022 ha ricevuto il riconoscimento del Ministero della Cultura come primo e unico Centro Coreografico Nazionale in Italia, ha saputo regalare intense emozioni al pari della musica sempre suggestiva ed evocativa dell’autore della colonna sonora, premio oscar, del film “The Hateful Eight” del suo grande estimatore Quentin Tarantino. Aterballetto ha eseguito la coreografia firmata dal regista e coreografo spagnolo Marcos Morau che afferma «La musica di Morricone incarna quel senso astratto di ciò che non è detto e non si vede nei film. Sebbene sia quasi impossibile separare la sua musica dalle immagini che la accompagnano, Morricone trascende e si intreccia con la vita stessa, con i ricordi e con la bellezza e la crudeltà di un mondo che continua ad avanzare, distruggendo e costruendo sé stesso ogni giorno». Il coreografo spagnolo, che è anche regista, scenografo, light designer e costumista, ha dimostrato di saper amalgamare il linguaggio della danza con quello del cinema, creando un ibrido visionario come se avesse reso vivi gli stimoli creativi del maestro romano. In fondo Morricone è sempre stato uno stimolo professionale inestimabile, confessa Morau, che ha potuto conoscerlo e che gli ha confessato che «la musica non ha bisogno di stampelle», significando il valore assoluto della sua musica che, anche se funzionale alle immagini, possiede una vita autonoma, densa di significati. Sul palco le nere pareti di un ipotetico hangar degli studios hollywoodiani fa da quinta scenica come ambiente entro il quale Morricone compone le sue musiche. I ballerini, tutti truccati con parrucchino grigio e occhiali neri come se fossero tanti Morricone, tanto quanto lo è la sua marionetta, manovrata dai danzatori come un pupazzo da ventriloquo. Un mixer audio e un grande pianoforte si contendono la scena, girando sul palco come danzanti, fulcro coreografico di notevole impatto per i 15 danzatori davvero bravi a rappresentare le nuvole di pensieri che affollano la mente del creatore. Notevole la regia per questo spettacolo di teatro danza capace di dare un corpo ai pensieri che affollano una mente creativa autrice delle più belle musiche da film ma anche di brani di musica leggera come “Se telefonando” con le parole di Maurizio Costanzo. Quello che veramente ha stupito è la regia e la direzione dei ballerini-attori nel dar corpo alle colonne sonore pluri premiate con Golden Globe e BAFTA. Applausi, quasi una decina, per questa compagnia emiliana coinvolta in progettazioni europee, come la creazione di spettacoli per lo schermo, o per i visori in realtà virtuale, per linfanzia, o con interpreti disabili oppure over 65”. A fine spettacolo la direzione artistica ha sottoposto il pubblico un questionario dove si chiedeva pochi minuti di tempo per comprendere più a fondo la relazione con il teatro, lo spettacolo e la cultura. Le risposte, si legge, saranno di grande utilità per migliorare l’offerta di spettacolo e i servizi ad essa connessi. Infine un sincero ringraziamento per la pazienza, nel confidare di incontrare il pubblico ancora molte volte in questo e in altri teatri e luoghi della cultura. Foto  Christophe Bernard e Andrea Mafrica