Teatro dell’Opera di Roma Stagione Lirica 2024/25
“TOSCA”
Melodramma in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
tratto dal dramma omonimo di Victorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini
Tosca ANNA NETREBKO
Mario Cavaradossi YUSIF EIVAZOF
Il Barone Scarpia AMARTUVSHIN ENKBATH
Angelotti GABRIELE SAGONA
Sagrestano DOMENICO COLAIANNI
Spoletta SAVERIO FIORE
Sciarrone LEO PAUL CHIAROT
Carceriere FABIO TINALLI
Un Pastorello IRENE CODAU
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Daniel Oren
Maestro del Coro Ciro Visco
Regia Alessandro Talevi
Scene Adolf Hohenstein
ricostruite da Carlo Savi
Costumi Adolf Hohenstein
ricostruiti da Anna Biagiotti
Luci Vinicio Cheli
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma ricostruito sui bozzetti originali della prima esecuzione del 1900 in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi
Roma, 01 marzo 2025
Per celebrare i 125 anni dalla prima esecuzione di Tosca di Giacomo Puccini che avvenne proprio al Costanzi il 14 gennaio del 1900 presenti in sala l’autore, Sua maestà la regina Margherita e le massime autorità dello Stato di allora, il Teatro dell’Opera di Roma ha pensato di riprendere lo spettacolo pensato per quella prima assoluta con le scene ed i costumi di Adolf Hohenstein resa possibile grazie al prezioso e sapiente lavoro di recupero svolto da Carlo Savi e Anna Biagiotti ed alla regia di Alessandro Talevi ed andata in scena più volte con diversi cast a partire dal 2015. La ripresa attuale è stata a sua volta suddivisa nell’arco della stagione in corso in tre gruppi di recite con cast diversi. Le scene dipinte ed i costumi molto belli ben restituiscono la romanità dell’ambientazione del dramma, in modo tale da non divenire protagonisti ma logica e naturale cornice all’interno della quale diviene possibile seguire lo sviluppo di una vicenda tra l’altro abbastanza lineare senza distrazioni, sovrapposizioni o interferenze di sorta. Nelle recite attuali grazie alla presenza di un cast di altissimo livello e soprattutto di un direttore d’orchestra di assoluta esperienza in questo repertorio anche la regia ormai nota e più che collaudata ha trovato un migliore ritmo, una naturale spontaneità e con alcune piccole ma divertenti varianti una maggior freschezza tale quasi da apparire nuova. Assolutamente perfetta è stata la sincronia di alcune azioni sceniche con la musica e soprattutto misurata e mai distraente o priva di significato la cura e la realizzazione delle controscene anche dei personaggi minori.
La direzione è stata affidata al maestro Daniel Oren, accolto con affetto dal pubblico romano, il quale con il proprio indiscutibile carisma e un assoluto controllo dell’orchestra che gli consente di seguire i cantanti in ogni minima variazione espressiva estemporanea sia vocale che scenica, ha saputo donare al pubblico una Tosca vivace, ricca di sfumature ed intrisa di passione e poesia. Due esempi per tutti, ma non c’è stato passaggio che sia stato trascurato e non illuminato da questa singolare e pertinente capacità espressiva, la conclusione del “Vissi d’arte” con un interminabile ed estenuato pianissimo del soprano e l’inizio del terzo atto con i suoni e, verrebbe da dire, i profumi dell’alba romana e i rintocchi delle campane. Il Coro diretto dal maestro Ciro Visco ha rinnovato il successo delle recite precedenti grazie all’altissimo livello ormai raggiunto, brillando ancora una volta per solennità e bellezza di suono sia nel Te Deum che nella cantata del secondo atto.
Nel ruolo eponimo attesa protagonista è stata Anna Netrebko, autentica primadonna nel personaggio e nella vita, probabilmente grazie all’intesa scattata con il direttore e in forza di una tenuta vocale assoluta, di una musicalità appropriata e della sua nota, spiccata capacità di calamitare l’attenzione del pubblico, ha offerto un ritratto di Tosca commovente, intenso e sempre autenticamente credibile. Amartuvshin Enkbat con voce dal timbro morbido e scuro ed una recitazione misuratissima ma capace di esprimere senza bisogno di eccessi e sottolineature, ha creato uno Scarpia aristocratico, insinuante, feroce e perverso secondo la migliore tradizione. Cavaradossi era impersonato da Yusif Eivazov il quale ha tratteggiato un’immagine del personaggio simpatica e giovane grazie ad una recitazione spigliata e ad una voce dal timbro non immediatamente accattivante ma sapientemente piegata a tutte le necessarie intenzioni espressive e in grado di trovare specie nell’ultimo atto accenti di sincera e partecipata commozione.
Saverio Fiore ha ripetuto con evidente successo il suo ormai più che collaudato Spoletta, impeccabile e sicuro sul piano musicale e vocale e caratterizzato in questa felice serata da una maggiore autorevolezza scenica. Domenico Colaianni è tornato con successo ad interpretare il personaggio del Sagrestano conferendogli un autentico odore di sagrestia romana. Alla realizzazione del successo della serata hanno recato un non indifferente contributo gli interpreti dei personaggi di Sciarrone, del Carceriere, di Angelotti e del pastorello, rispettivamente Leo Paul Chiarot, Fabio Tinalli, Gabriele Sagona e Irene Codau. Sentiti ed interminabili applausi alla sortita della protagonista, ad ogni atteso appuntamento e alla fine per tutti con tanto di lancio di fiori, alla conclusione di una felicissima serata nella quale, nonostante un cast di alto livello e la presenza di una primadonna assoluta il vero trionfatore è stato il direttore d’orchestra. Phocredit Fabrizio Sansoni