Sonya Yoncheva: “George”

Frédéric Chopin: “Casta Diva” (da Vincenzo Bellini); Ruggero Leoncavallo: “Nuit de décembre”; Léo Delibes: “Les filles de cadix”, Frédéric Chopin: “3 nocturnes, op. 9, B. 54”; Jacques Offenbach: “Voyez dans la nuit brune” (“Fantasio”); Pauline Viardot: “Madrid, princesse des Espagnes” (“6 mélodies”), “Romanza in La maggiore” (6 morceaux, VWV 3003); Francesco Paolo Tosti: “Ninon”; Pauline Viardot: ““Prépare-toi, faible cœur” (da Chopin), “Pars, et nous oublie … Reste, ô mon amie” (da Chopin);  Franz Liszt: “Liebesträume, S. 541”; Pauline Viardot: “Les bohémiennes” (da Brahms). Sonya Yoncheva (soprano), Marina Viotti (mezzosoprano), Olga Zado (pianoforte), Adam Taubitz (violino).Registrazione: Théâtre Populaire Romand, La Chaux-de-Fonds, 12-14 marzo 2024. 1 CD SY11 productions/Naïve
George Sand è sicuramente una figura affascinante e per molti aspetti una precorritrice della modernità. Scrittrice, poetessa, animatrice di uno dei più importanti cenacoli culturali della Parigi ottocentesca ha fatto della propria opera e ancor più della propria vita una bandiera delle nuove sensibilità che maturavano sotto la coltre del perbenismo borghese. Nata Amantine Lucile Aurore Dupin abbandona appena ventisettenne il proprio nome per quello pseudonimo George Sand, volutamente ambiguo sul piano del genere, che è già una scelta programmatica di una vita capace di rompere i confini sociali tra maschile e femminile che sarà la sua cifra esistenziale.
Non sorprende che questa eroina del proto-femminismo affascini ancora e che proprio a lei il  soprano bulgaro Sonya Yoncheva dedichi il nuovo prodotto della sua nuova etichetta SY11 Productions per la prima volta in collaborazione con un importante editore come Naïve Records.
L’interesse della Yoncheva per la Sand è probabilmente sincero e le accorate parole con cui la cantante accompagna la registrazione sembrano confermarlo. Meno presente ci è parsa la volontà di ricostruire quello che autenticamente era il tessuto sonoro delle serate nel Chateau de Nohant, residenza prediletta della Sand e luogo d’elezione del suo salotto. I brani proposti sono tutti in qualche modo collegati a lei ma in alcuni casi in modo molto indiretto. Alcune composizioni – come quelle di Tosti e Leoncavallo – sono postume alla Sand e l’unico legame sono i testi poetici di De Musset usati dai due compositori. In altri casi – come il Notturno n. 2 op. 9 di Chopin – risalgono a un periodo precedente la frequentazione dell’autore con la scrittrice e probabilmente mai eseguite a Nohant. Quello che invece è pienamente colto – al netto delle precisazioni filologiche – è la cifra stilistica di quei salotti, l’atmosfera di fondo che doveva caratterizzare quelle serate e in questo il risultato è perfettamente compiuto.
Il programma ci presenta romanze da salotto per canto e pianoforte interpretate dalla Yoncheva affiancata in due brani da Marina Viotti, composizioni pianistiche ed estratti da lettere e diari della Sand o di suoi amici recitati con intensità e ottima dizione francese dalla stessa Yoncheva. Questi ultimi sono interpretati con accompagnamento pianistico riprendendo la forma tipicamente francese del melologue.
La Yoncheva si muove in un terreno che le è particolarmente congeniale. I brani proposti non presentano grandi difficoltà vocali e la mettono al riparo da quelle problematiche che emergono quando l’artista è impegnata in ruoli troppo drammatici. Qui l’attenzione è tutta sul dato espressivo e la Yoncheva al riguardo è esemplare – anche grazie a un francese impeccabile – a cogliere il carattere di ciascun brano fino alle minime sfumature. Il timbro, è noto, è molto bello, la linea di canto elegante, morbida, ricca di sfumature. Solo quando la voce sale si nota un controllo non sempre impeccabile con un vibrato che tende a farsi evidente. E’ il caso di un brano estroverso e molto teatrale come “Nuit de décembre” di Leoncavallo che ricorda in certe cellule melodiche la ballata di Nedda in “Pagliaci”. Considerazioni simili per l’unico brano operistico del programma – eseguito nella versione per canto e pianoforte – “Voyez dans la nuit brune” dal “Fantasio” di Offenbach – ispirato a un dramma di De Musset – che forse è il brano che più porta al limite la vocalità della Yoncheva.
Gli altri brani sono piccoli cammei perfettamente cesellati. Sia l’ironia garbata e salottiera della “Ninon” di Tosti, l’abbandono lirico di “Prépare-toi, faible cœur” della Viardot – da un  tema di Chopin – o gli spagnolismo più o meno autentici di “Les filles de Cadiz” di Delibes – assai apprezzabile anche la precisione dei passaggi di coloratura – e di “Madrid” della Viardot.
Pauline Viardot legata alla Sand da un profondo legame di amicizia e stima è l’autrice dei due duetti presenti. Come nel caso della romanza precedente si tratta di rielaborazioni di tempi altrui – ancora Chopin e Brahms con le sue danze ungheresi liberamente smontate e ricomposte in “Les bohémiennes”. In questi duetti la Yoncheva è affiancata da una Marina Viotti non solo stilisticamente raffinata ma capace di trovare con la Yoncheva un perfetto amalgama timbrico.
Il canto è accompagnato con tocca caldo ed elegante dalla giovane pianista ucraina Olga Zado che ha anche occasione di farsi valere in proprio nella bellissima trascrizione fatta da Chopin di “Casta diva” e nel “Liebestraum” di Liszt, unico brano del compositore ungherese pur così importante nella vita della Sand. Completa il lotto degli interpreti Adam Taubitz che con il suo violino duetta con la Zado nella breve ma assai ispirata “Romanza in la maggiore” della Viardot.