Roma, Giornate di Studio, IX edizione Le Musiciste: Ensemble e Orchestre Femminili

A Roma mercoledì 26 (Teatro Palladium) e giovedì 27 marzo (Dipartimento di Scienze della Formazione), all’interno del programma di ricerca CHANGES (Spoke 8) – Cultural Heritage Active Innovation for Next-Gen Sustainable Society, si sono tenute due Giornate di Studio sull’universo musicale femminile. Si è voluto ritornare sul problema dell’assenza dalla «storiografia musicale europea […delle] Molte donne che furono invece protagoniste, autorevoli professioniste e attente testimoni della società musicale a loro contemporanea». All’iniziativa hanno partecipato studiosi italiani e musicisti affermati nei vari settori portando, attraverso le loro ricerche ed esperienze, significativi contributi con riferimento al far musica collettivo all’interno di un ampio spazio cronologico con un’ottica musicologica e sociologica. L’iniziativa – sostenuta dai Dipartimenti di Scienze della Formazione, di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre e dalla Fondazione Teatro Palladium – ha avuto il patrocinio dell’Associazione fra docenti universitari Italiani di Musica, la Società Italiana di Musicologia, l’Associazione di Sociologia, Sezione studi di genere, e GIO Osservatorio Interuniversitario di Genere, Parità e Pari Opportunità, Associazione Toponomastica femminile. Dopo i saluti istituzionali ad aprire i lavori una bella performance di un gruppo di danzatori della Compagnia Teatrale del Dipartimento di scienze della Formazione, Università Roma Tre. La prima sessione, coordinata da Bianca Maria Antolini, ha trattato con rigore scientifico gli Ensemble musicali femminili dalla Grecia antica all’Ottocento:
Mariella De Simone, Saffo: la decima musa greca o la direttrice di cori?;
Salvatore Dell’Atti, La musica prattica dei complessi musicali femminili a Ferrara nelle fonti tra XVI e XVIII secolo;
Valentina Panzanaro, «Praecipue monialium accomodatae». Sacri e devoti esercizi di primo Seicento nel monastero femminile di Tor de’ Specchi a Roma;
Maria Cristina Paciello, Le due «eccellenti cantarine» della regina Cristina di Svezia Carla Conti, «Posto in musica per sole voci di Donne». Repertori e pratiche musicali del cenacolo femminile Capece Minutolo della Sonora, nella Napoli della prima metà dell’Ottocento.
A seguire un’importante Tavola rotonda dal titolo: Spazi di libertà. La direzione artistica femminile nella scena musicale contemporanea ove, con Luca Aversano e Paola Besutti in qualità di moderatori, hanno partecipato: Clara Iannotta, Cinzia Pennesi, Lucia Ronchetti e Mariangela Vacatello. Ognuna, attraverso la propria storia ed esperienza, oltre ad evidenziare alcune criticità, ha portato significativi contributi di speranza nel vedere le donne protagoniste nel mondo della musica e della direzione artistica. La serata si è conclusa con il Concerto Nata sulla luna dell’Ecoensemble con testi, disegni e musiche di Madeleine Dring.
La seconda Giornata si è aperta con un’introduzione di Milena Gammaitoni su Le Compositrici interpretate dagli studenti del Liceo Musicale Farnesina di Roma ove è stato offerto un apprezzabile momento musicale sottolineato dal numeroso pubblico presente. A seguire una rilevante conversazione curata da Orietta Caianiello e Milena Gammaitoni con la direttrice d’orchestra Cinzia Pennesi, segnalando una serie di problematiche intorno alla figura della donna sul podio. Durante l’intervento della musicista e attraverso le sue esperienze (compresa l’attività di assistente con Franco Mannino, uno tra i protagonisti del Novecento musicale italiano) sono emerse questioni riguardanti la situazione ancora molto difficile per tutti, non solo per le donne, per esercitare la professione della direzione d’orchestra in Italia. Significativa e curiosa coincidenza la proiezione di un video dell’Istituto Luce ove si vede Carmen Càmpori, quasi emblema per le giovani donne che intendono dedicarsi alla direzione d’orchestra, della quale Lucia Navarrini, presente come relatrice, è autrice di una monografia sulla direttrice d’orchestra modenese vissuta ad Incisa Valdarno (FI). Rimanendo in questo ambito ha fatto seguito l’altra interessante sessione Orchestre femminili nel contesto internazionale coordinato da Orietta Caianiello con gli interventi di:
Camilla Costa, Mariateresa Dellaborra, Le Dame viennesi: «un’orchestra fatta meglio per gli occhi che per le orecchie» ?;
Lucia Navarrini, La formazione di orchestre femminili negli USA tra il XIX e il XX secolo;
Federica Fortunato, La Women Symphony Orchestra di Mosca;
Annunziata Kiki Dellisanti, Ensemble femminili in Marocco: musica, tradizione e ruolo sociale;
Laura Simionato, L’ensemble Le Muse: un’orchestra d’archi al femminile.
I lavori, ripresi nel pomeriggio, hanno visto protagonisti gli studenti della classe 3d del Liceo Scienze Umane Sette Chiese/Rousseau di Roma con la proiezione di un Video e letture Conosci il mio nome? e il prosieguo di un altro gruppo di interventi specifici, coordinati da Anna Tedesco, dal titolo Gli ensemble femminili e i generi musicali:
Elena Oliva, Sorelle ‘duettiste’ nel café-chantant italiano: origini e sviluppo di un modello performativo;
Chiara Pelliccia, Ensemble femminili al Lyceum romano nella prima metà del Novecento;
Chiara Evola, Maria Giacchino Cusenza e il Quintetto Femminile Palermitano.
A chiudere la Giornata le variegate relazioni coordinate da Fridanna Maricchiolo:
Chiara Ferrari, Giovanna Marini e il Quartetto Vocale;
Christian Bevilacqua, Emanuele Raganato, Bande al femminile: storie di esclusione, transizione e leadership nel Meridione;
Mattia Cavoli, Arte e vita in strada: La rottura del diaframma nelle arti visive e musicali a Rieti (1968-1969);
Katiuscia Carnà, Zahia Ziouani, l’Orchestra interculturale come azione sociale.
Un sentito plauso a tutti i partecipanti e agli organizzatori, in primis al Comitato scientifico per la scelta dei temi e per aver individuato alcuni tra i più accreditati studiosi italiani che si occupano di studi di genere. Attraverso i vari interventi si è voluto sottolineare, per molti aspetti, quanto il mondo della musica nel nostro Paese, non solo per le donne, è ancora dominio di ‘monopoli’ tanto che in molti casi esiste realmente il rischio di scoraggiare i giovani nell’investire in determinate professioni. Tuttavia il dato incoraggiante, emerso anche durante la Tavola rotonda, è che i tempi stanno cambiando tanto che, nonostante tutto, di fronte alle competenze e alle eccellenze è pur sempre possibile veder realizzare i propri sogni.