Roma, Spazio Diamante: ” Dieci modi per morire felici”

Roma, Spazio Diamante
DIECI MODI PER MORIRE FELICI

drammaturgia Emanuele Aldrovandi e Jacopo Giacomoni
con Luca Mammoli

scenografia Francesco Fassone
collaborazione alla realizzazione scenografia Jessica Koba
costumi Costanza Maramotti
collaborazione alla realizzazione costumi Nuvia Valestri
musiche Riccardo Tesorini
grafiche Lucia Catellani
produzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Associazione teatrale Autori Vivi, ERT Emilia Romagna Teatri
Roma, 11 aprile 2025
Dall’11 al 13 aprile è andato in scena un esperimento teatrale molto interessante:  Dieci modi per morire felici.  Uno spettacolo che mescola ironia, riflessione e una buona dose di casualità, in un’esperienza teatrale che non è mai la stessa due sere di fila. L’atmosfera che ti avvolge appena entri è fredda, ma al contempo magnetica, capace di catturare l’attenzione e coinvolgere ogni sensazione. La scenografia ti trasporta immediatamente in un “convivio” che sembra provenire da un altro mondo, un ambiente sospeso tra il tangibile e l’ultraterreno, dove il confine tra realtà e immaginazione si fa sottile. Eppure, in questo universo che sembra fuori dal tempo, la vita è presente, palpabile. Testimonianza di ciò è l’acqua, simbolo per eccellenza di vita, che scorre incessante, imprevedibile, sempre in movimento. Un “demiurgo” cammina con grazia sopra la superficie di una piccola piscina d’acqua, figura centrale di questa esperienza. È il commentatore che, con un perfetto equilibrio tra ironia e saggezza, guida il gioco, invitandoci a riflettere sulla nostra stessa esistenza. Ma la vera sorpresa è che sei proprio tu, spettatore, a entrare in scena. La tua presenza si fa parte integrante di questa performance, dove il confine tra osservatore e protagonista si dissolve, tra vita e teatro svanisce.  Prima di entrare in teatro ti viene assegnato un numero e, se sei tra i fortunati, o meglio, se il destino lo vorrà, sarai chiamato a sederti attorno al banchetto con altri partecipanti, pronti a prendere parte a scelte stravaganti che tracceranno il destino di ognuno. Un’esperienza che non è mai uguale, dove ogni decisione ha il potere di cambiare il corso della serata e di scrivere, insieme a tutti, un nuovo capitolo della propria vita. Vi è un continuo rimando alla fluidità dell’esistenza, che ci scivola addosso, tra il comico e il drammatico. In fondo, la vita è un po’ così, un misto di casualità e scelte che, a volte, sembrano perfette, a volte disastrose, ma sempre uniche. Al centro della scena, un piccolo schermo si fa protagonista, trasformandosi in una finestra sul tempo e sulle scelte che definiscono la nostra esistenza. Qui, gli anni scorrono inesorabili e le decisioni di vita si presentano come segnali da seguire, creando una connessione immediata e profonda con il pubblico. La tecnologia si inserisce in modo discreto: le frasi che appaiono sullo schermo sembrano essere emesse da una sorta di intelligenza artificiale, una voce che ci osserva, ci guida e ci sfida, invitandoci a prendere decisioni cruciali. Un piccolo dispositivo che amplifica il coinvolgimento dei protagonisti della scena, facendo sì che ogni attore/spettatore diventi parte di una narrazione che si evolve in tempo reale. “Quanta energia hai deciso di spendere per i tuoi studi? Quanto per la tua vita d’artista? E la tua relazione sentimentale sarà ricambiata? Quanti rimpianti avrai alla fine della tua vita?Ogni domanda è una scelta, ogni risposta, un tassello del nostro destino. Niente è scritto, tutto è in divenire. Da questo processo prende vita un racconto che si costruisce attraverso le scelte individuali e collettive. L’esperienza diventa una riflessione sul destino stesso, una continua sfida alla sua inevitabilità, tutto si costruisce momento dopo momento, con la consapevolezza che ogni passo ha il potere di modificare il corso della storia. Le luci sono calibrate con precisione, creando l’atmosfera perfetta per ogni momento: dai toni più leggeri e giocosi a quelli più profondi e riflessivi. Quando un “partecipante” perde, ecco che le luci si tingono di rosso, e quando si vince le luci verdi esplodono, accompagnate dalla musica che sembra quasi provenire da un quiz televisivo, aggiungendo quel tocco ironico e divertente che fa sorridere. A ricordarci che “la vita a volte è tutta un un quiz”! Musica e luci lavorano, così, in sinergia. Il Demiurgo, interpretato con maestria da Luca Mammoli, è il cuore pulsante dello spettacolo. Non si limita a essere un narratore, ma diventa un vero e proprio catalizzatore, capace di guidare lo spettatore attraverso un vortice di battute, ironia e riflessioni più intime sul nostro rapporto con il destino. Si muove con leggerezza nell’acqua, dominando la scena con naturalezza, e riesce a far ridere senza mai forzare la mano. È l’incarnazione del teatro e della vita che gioca con le emozioni, capace di sorprendere, emozionare e commuovere senza mai scivolare nell’eccesso. Delicato, affilato, imparziale: il suo personaggio è una presenza che sfiora, pungola, ma sempre con grazia. Dieci modi per morire felici è uno spettacolo che ti fa sul destino e sulle scelte che facciamo. È un gioco teatrale che si rinnova ogni sera, in cui tu, spettatore, sei una parte attiva del tutto, che decide come andrà a finire. Si ride, si riflette, e esce dal teatro con un sorriso nuovo, ed uno sguardo sulla vita differente.