Bru Zane Portraits 6: Georges Bizet (1838-1875). Djamileh, Vasco da Gama, Cantates, Musique corale, Mélodies, Musique pour piano.

Georges Bizet (1838-1875):“Djamileh”: Isabelle Druet (Djamileh), Sahy Ratia (Haroun), Philippe-Nicolas Martin (Splendiano), Maxime Le Gall “Le  Marchand d’esclaves”, Les SièclesChoeur de l’Opéra de Lille, François-Xavier Roth (direttore); “Vasco da Gama” – “Musique pour choeur et orchestre “ – “Ouverture en la mineur”: Mélissa Petit (Léonard / La Vigie), Cyrille Dubois (Alvar), Thomas Dolié (Vasco de Gama / Recitant), Orchestre national de Metz Grand EstFlemish Radio Choir, David Reiland (direttore); Venise” – “Variations chromatiques”, Célia Oneto Bensaid (Pianoforte); “Le Retour de Virginie”, Marie-Andrée Bouchard-Lesieur (Marguerite), Cyrille Dubois (Paul), Patrick Bolleire (Le Missionnaire des Pamplemousses), Orchestre national de Lyon, Ben Glassberg (direttore); “Nocturne en ré majeur”: Nathanaël Gouin (pianoforte); Mélodies: Adèle Charvet (mezzosoprano), Florian Caroubi (pianoforte), Reinoud Van Mechelen (tenore),  Anthony Romaniuk (pianoforte); “Clovis et Clotilde”: Karina Gauvin (Clotilde), Julien Dran (Clovis), Huw Montague Rendall (Rémy), Le Concert de la Loge, Julien Chauvin (direttore); “Chasse fantastique”: Nathanaël Gouin (pianoforte); Mélodies: Reinoud Van Mechelen (tenore), Anthony Romaniuk (pianoforte); “Six Choeurs de Gounod”: Nathanaël Gouin (pianoforte). 4 CD Fondazione Palazzetto Bru Zane Portraits n. 6.

La fondazione Palazzetto Bru Zane celebra i 150 anni dalla morte di Georges Bizet con un ponderoso cofanetto di ben quattro CD che raccoglie musiche poco o punto note del compositore francese, comprese una serie di prime registrazioni assolute.
Il titolo più noto – oltre che unica pagina operistica del programma – è “Djamileh” del 1872 trionfo di quell’orientalismo di maniera che tanto successo aveva in quegli anni a Parigi. L’opera di ambientazione egiziano-mussulmana mostra un Bizet ormai padrone di un proprio stile seppur ancora alla ricerca di una propria strada all’esotico che si realizzerà solo con “Carmen”. L’orchestra Les Siècles e il Choeur de l’Opéra de Lille sono diretti con gusto e sensibilità da François-Xavier Roth capace di valorizzare sia il gusto decorativo dei passaggi più esotici sia il più sincero abbandono lirico delle pagine tra gli amanti. La registrazione permette di ascoltare l’opera per la prima volta con strumenti originali e con le intonazioni d’epoca. Tra i cantanti si fanno apprezzare sia Sahy Ratia tenore dal bel materiale lirico sia soprattutto Isabelle Druet che canta con bella voce e grande intensità la parte della protagonista. Philippe-Nicolas Martin canta la parte di Splendiano con voce da autentico baritone noble.
Decisamente insolita come struttura “Vasco da Gama” ode-sinfonia che unisce opera, cantata e sinfonia a programma con una coerenza formale nel complesso riuscita. Sotto la direzione David Reiland troviamo Thomas Dolié, tenore drammatico impegnato sia come protagonista sia nella parte recitata del narratore e soprattutto Mélissa Petit che gorgheggia deliziosa nel Bolero di Léonard.
Uno spazio non secondario è rappresentato dalle due cantate presentate in occasione delle partecipazioni al Prix de Rome. “Clovis et Clotilde” del 1857 mostra un compositore tecnicamente valido ma ancora immaturo. Lo stile è ancora quello di tradizione post-rossiniana fatto proprio dal grand-opéra parigino con la rigida struttura a pezzi chiusi e l’ampio uso di colorature. Il tema centrato sulla battaglia di Tolbiac e la conversione di Clodoveo affonda nel più puro patriottismo francese spingendo il giovane Bizet verso uno stile enfatico e declamatorio. Karina Gauvin e Julien Dran si adattano alla perfezione alla solenne retorica complessiva. Vocalmente lei si fa apprezzare nei rapidi passaggi di colorature mentre il tenore si fa perdonare qualche acuto non pulitissimo con l’autorevolezza dell’accento. Grande personalità e bella voce di basso per il Remy di Huw Montague Rendall.
Le Retour de Virginie” era destinata all’edizione 1853 del Prix ma non venne eseguita. Viene qui presentata in prima registrazione assoluta. Il carattere bucolico e dolente della composizione ispira a Bizet cifre più personali e sentite rispetto alla composizione successiva. Già notevole e la capacità di scrittura orchestrale che emerge della scena di tempesta. Cyrille Dubois (Paul) dispone di una vocalità schiettamente lirica ma riesce a piegarla ad accenti intensi e drammatici. Bella voce di mezzosoprano chiara e morbida quella di Marie-Andrée Bouchard-Lesieur mentre Patrick Bolleire ha la giusta autorevolezza richiesta dal Missionnaire des Pamplemousses.
Le composizioni più strutturate sono affiancate da una selezione di brani orchestrali e da camera. Le quattro “Musique pour choeur et orchestre” si caratterizzano come studi d’ambiente o di atmosfere per orchestra, coro e solisti. Ritroviamo la Petit e Dubois che confermano le belle prove delle composizioni più ampie mentre sul piano compositivo si fa notare soprattutto “La Mort s’avance” “méditation sur deux études de Frédéric Chopin” su un testo dell’Abbé Pellegrin per orchestra e coro.
La produzione pianistica di Bizet non è trascurabile per quantità e qualità ma nel complesso è ben poco nota. La registrazione permette di farsi un’idea più precisa di questa produzione. Tra i brani scelti non poteva mancare – considerando la sede della fondazione – “Venise” una delle tante composizioni di suggestione veneziana così di moda all’epoca. Genere oggi poco considerato ma all’epoca fondamentale strumento di conoscenza musicale le trascrizioni per pianoforte di brani o temi operistici. Bizet si cimentò nel genere e in programma è un piccolo ciclo di trascrizioni di sei brani corali da opere di Gounod.
La romanza da camera – in tutte le sue declinazioni nazionali – è un repertorio imprescindibile per ogni compositore. Ovviamente anche Bizet si è cimentato nel genere e nel cofanetto è proposta una nutrita selezione di brani. Gli interpreti sono il mezzosoprano Adèle Charvet dall’impostazione vocale più classica e dal timbro vocale morbido e caldo che ben si adatta soprattutto ai brani esoticheggianti come “Adieux de l’hôtesse arabe” e il tenore Reinoud Van Mechelen, specialista del repertorio barocco e settecentesco, voce non classicamente bella ma interprete di rara intelligenza espressiva e magistrale sul piano tecnico, si ascoltino le splendide mezzevoci.
I quattro CD sono accompagnati come sempre da un’ampia e documentata raccolta di saggi ancor più importante in un lavoro di sintesi come questo, dove la necessità di inquadramento storico dei vari brani si fa sentire con ancora maggior evidenza.