Jules Massenet (1842 – 1912). “Grisélidis” (1901)

Contes lyriques in un prologo e tre atti su libretto di Armand Silvestre e Eugène Morand. Vannina Santoni (Grisélidis), Julien Dran (Alain), Thomas Dolié (Le Marquis), Tassis Christoyannis (Le Diable), Antoinette Dennefeld (Fiamina), Adèle Charvet (Bertrade), Adrien Fournaison (Gondebaud), Thibault de Damas (Le Prieur). Choer de l’Opéra National Montpellier – Occitanie, Noëlle Gény (Maestro del coro), Orchestre de l’Opéra National Montpellier – Occitanie, Jean-Marie Zeitouni (Direttore). Registrazione: Corum – Opéra Berlioz di Montpellier, 30 maggio – 2 giugno 2023. Fondazione Bru Zane OF n. 42.
La Fondazione Palazzetto Bru Zane recupera un altro tassello dell’ampio e poco noto catalogo massenetiano, questa volta si tratta di “Griselidis” andata in scena nel 1901 all’Opéra-Comique. Tratta da una novella del Boccaccio la patetica vicenda di Griselda di Saluzzo aveva già avuto trasposizioni operistiche in epoca barocca – forse la più nota è quella di Vivaldi – ma con questa versione Massenet e i suoi librettisti si allontanano non poco dall’originale sia come vicenda sia – e soprattutto – come carattere. A contare non è tanto lo spostamento geografico dal Piemonte alla Provenza quanto lo slittamento verso toni più leggeri e per molti aspetti più superficiali. Determinante è l’inserimento della figura di un Diavolo come tentatore del Marchese e causa delle sventure di Griselda. Parte diabolica caratterizzata da spiccati tratti comici e caricaturali, da modi giullareschi che introducono una nota totalmente sconosciuta alla vicenda originale ma che veniva incontro al gusto proprio dell’Opéra-Comique. Aldilà di questo aspetto il libretto non riesce a definire le psicologie dei personaggi che appaiono ridotte a figurine decorative. Massenet è sempre un musicista di alto mestiere e di grande cultura e riesce comunque a giocare con maestria con formule e stilemi ( certi temi del Diavolo occhieggiano volutamente a quelle del Mephistopheles di Gounod, modello imprescindibile per tutti i satanassi d’Oltralpe) forte anche dell’inarrivabile facilità melodica.
Passati il prologo e il primo atto – assai frettolosi, l’opera non manca di belle pagine e soprattutto le arie della protagonista, ma anche il lungo duetto finale non mancano d’ispirazione, anche se rimane il senso di incompiutezza tra la reale  qualità melodica e la dimensione piatta dei personaggi. Nel complesso un’opera che si ascolta con piacere ma non riesce a suscitare emozioni durature. Un certo gusto spettacolare – come nella diablerie del II atto – renderebbe forse il titolo più efficacie in una fruizione scenica che al solo ascolto.
L’edizione musicale cerca di fare quanto di meglio l’opera conceda. Jean-Marie Zietouni dirige con gusto e sensibilità l’Orchestre National Montpellier Occitanie puntando su una lettura trasparente e luminosa. Una lettura fluida, attenta ai colori orchestrali ma non priva di una certa tensione drammatica nei limiti concessi dal lavoro, forse non a caso sono i momenti strumentali come il preludio al terzo atto quelli più convincenti al riguardo. L’ottima qualità della registrazione contribuisce a evidenziare le doti della direzione e la prova dell’orchestra e del coro che con la musica di Massenet hanno una sintonia semplicemente perfetta.
Il cast è complessivamente valido. Vannina Santoni è una Grisélidis incantevole. La voce è molto bella, il canto nobile ed elegantissimo, davvero magistrali le mezzevoci, come interprete trova forse la via più autentica per un ruolo di questo tipo. Un patetismo elegante e raffinato in cui le trepidazioni dell’anima si stemperano in preziosismi art nouveau che il timbro perlaceo e luminoso della Santoni rende come decori di Gallet fatti suono. Tassis Christoyannis è il magnifico dicitore che ben conosciamo. La parte del Diavolo è spinosa ma lui riesce a coglierne perfettamente la duplice essenza. Rende molto bene i tratti scopertamente buffi del personaggio – anche sul piano della vocalità – e anche certe componenti un po’ grossier che il ruolo richiede senza però mai compromettere una linea di canto di classicamente tornita e che non potrebbe essere più francese.
Thomas Dolié ha una bella voce di baritono nobile, nella miglior tradizione francese, e canta con gusto ed eleganza. Purtroppo la parte concede davvero poco nella sua genericità ma viene affrontata al meglio di quanto conceda e nell’unico momento riuscito – il duetto finale – non sfigura in nulla al fianco della Santoni.
Julien Dran (Alain) ha una notevole voce tenorile. Bel timbro, materiale solido e  squillo da heldentenorer che si fanno sicuramente apprezzare al netto di qualche durezza nella zona di passaggio. Purtroppo il personaggio di Alain è forse il meno risolto sul piano drammaturgico e il suo canto così schietto e sincero sembra quasi stridere in un’opera così manierata. Adèle Charvet ha la giusta autorevolezza nei panni dell’ancella Bertrade cui è affidato – nel melologo che chiude il primo atto – il ruolo di commentatore quasi esterno alla vicenda. Antoinette Dennefeld nei panni della diavolessa Fiamina è ottima spalla a Christoyannis nella scena diabolica del II atto. Pienamente funzionali nelle loro parti Adrien Fournasion (Gondebaud) e Thibault de Damas (Le Prieur). Ricchissimo come sempre – e splendidamente illustrato con immagini e preziose foto d’epoca – il libretto di accompagnamento a cura di Alexandre Dratwicki.