Le Cantate di Johann Sebastian Bach: Terza domenica dopo la Pasqua (Jubillate)

La terza Cantata in ordine cronologico destinata alla terza domenica dopo la Pasqua, detta “Jubilate” è Wir müssen durch viel Trübsal in das Reich Gottes eingehen BWV 146 eseguita la prima volta a Lipsia il 12 maggio 1726 (ma si è ipotizzato il 1728). La partitura utilizza  nei primi due numeri i primi movimenti di un concerto per violino, probabilmente risalente al periodo di Kothen e del quale noi conosciamo una successiva versione per clavicembalo e archi BWV1052. Il terzo movimento è stato invece utilizzato da Bach come brano introduttivo della Cantata BWV88. Se il primo movimento viene trasformato nella Cantata in un “Allegro” da Concerto, una “Sinfonia” (Nr.1) con organo “obbligato”, il secondo movimento (Nr.2) si presenta come una pagina mottettistica, in stile imitativo, dotata di una scrittura vocale che risulta incastonata in quella strumentale, che vede anche qui la forte presenza di un organo concertante, prototipo della successiva versione cembalistica. Il testo si basa su un frammento tratto dagli Atti degli Apostoli (cap.14 vers.22) e da questo motto prende spunto il poeta, Gregorius Richter che si è poi ispirato a passi biblici, dal Salmo 126, vers.5 (Nr.5), dalla lettera ai Romani, cap.8 vers.18 (Nr.6). L’aria bipartita del soprano (il citato nr.5) è il punto centrale della partitura, ma anche uno dei punti più alti della produzione bachiana. Su un tenue rivestimenti degli archi si innesta un flauto traverso e una coppia di oboi d’amore che danno leggerezza e vaporosità a un duplice impianto vocale. Un’esposizione strumentale  di 16 battute ripresa in conclusione e inserita per separare le due sezioni dell’aria, prelude a un discorso che nella sua prima parte, con la sua linea sinuosa e tormentata si accentra sul concetto di lacrime, mentre nella seconda riflette il giubilo espresso nel testo. La Cantata comprende altre 2 arie, delle quali, la nr.7 è un duetto caratterizzato da ritmi di danza, nel quale, forse,  è da vedersi la parodia di una pagina vocale profana, ora perduta.
Nr.1Sinfonia
Nr.2 – Coro
È necessario attraversare molte tribolazioni
per entrare nel regno di Dio.
Nr.3 – Aria (Contralto)
Voglio raggiungere il cielo,
perversa Sodoma, io e te
siamo ora separati.
La mia dimora non è la,
poiché io vivrò presso di te
in pace per sempre.
Nr.4 – Recitativo (Soprano)
Ah! Se fossi già in cielo!
Non sarei attirato dell’empio mondo!
Mi sveglio in lacrime,
in lacrime mi rimetto a letto,
mi sento assediato!
Signore! Guardali
mi odiano e senza ragione,
come se le potenze del mondo
volessero la mia morte;
così vivo gemente e paziente
abbandonato e reietto,
persino della mia sofferenza essi hanno
una grande gioia.
Mio Dio, quanto questo mi pesa,
Ah! se fossi
mio Gesù, con te
già da oggi in cielo!
Nr.5 – Aria (Soprano)
Semino le mie lacrime
con l’angoscia nel cuore.
Eppure il mio cuore sofferente
risplenderà
nel giorno del raccolto benedetto.
Nr.6 – Recitativo (Tenore)
Sono pronto
a portare pazientemente la mia croce;
so che tutte le mie angosce
non hanno niente dello splendore
che Dio alla folla degli eletti
ed anche a me rivelerà.
Ma piango, poiché il rumore del mondo
appare come gioia davanti al mio dolore.
Ma ecco arriva il tempo
in cui il mio cuore gioisce,
e in cui il mondo senza speranza piange.
Chi combatte e lotta contro questo nemico,
costui sarà incoronato;
poiché Dio non lascia nessuno senza lavoro
in cielo.
Nr.7 – Aria/Duetto (Tenore, Basso)
Come sarò gioioso,
come sarò riconfortato
quando tutti i miei tormenti saranno passati!
Brillo come una stella,
risplendo come il sole,
la divina, benedetta gioia non sarà offuscata
da alcun pianto, lacrima e lamento.
Nr.8 – Corale
A chi, benedetto, va laggiù
dove la morte non può colpirlo,
a lui sarà accordato
tutto quello che desidera.
Egli vive nella città fortificata
dove Dio abita;
egli è condotto al castello
dove l’avversità non può toccarlo.
Traduzione Emanuele Antonacci