Opera di Santa Maria del Fiore – “O Flos Colende”- Musica sacra a Firenze

Firenze, Cattedrale di Santa Maria del Fiore – O flos colende, XXVIII edizione
“PEREGRINACIÓNS”
Musica dal Nuovo Mondo in occasione del Giubileo “Pellegrini di speranza”
The King’s Singers
Controtenori Patrick Dunachie, Edward Robert Button
Tenore Julian Gregory
Baritoni Christopher Bruerton, Nicholas Ashby
Basso Piers Connor Kennedy
Tradizionale Quechua (Perù): “Hanaqpachap cussicuinin”; Ariel Ramírez (1921 – 2010)-Félix Luna (1925 – 2009): “La peregrinación” (arr. Peter Knight); Sebastián De Vivanco (1551 – 1622): “Versa est in luctum”; Giovanni IV Re Di Portogallo (1604 – 1656): “Crux fidelis”; Tomás Luis De Victoria (1548 – 1611):O quam gloriosum”; Gabriela Lena Frank (1972):Travel Song” (da Tres Mitos de mi Tierra); Vicente Lusitano (C. 1520 – 1561):”Libera me” (da Heu me Domine); Juan Gutiérrez De Padilla (C. 1590 – 1664):De carámbanos el día viste”, “Tristis est anima mea”; Heitor Villa-Lobos (1887 – 1959):Pica-Pau” (Chôros n. 3); Tradizionale della Bolivia:”Dulce Jesús” mio. Selezione di brani tratti dal repertorio del gruppo.
Firenze, 22 maggio 2025
Da un ingresso della Cattedrale – passando sotto la cupola del Brunelleschi e alzando gli occhi all’affresco del Giudizio universale – il pubblico ha attraversato questo luogo santo come ‘pellegrino’ per arrivare allo spazio laterale destinato al concerto dei King’s Singers, singolare gruppo vocale britannico a cappella. L’acustica particolare di Santa Maria del Fiore ha restituito sonorità, anche con suggestive sfumature nel canto che proviene da lontano. Il gruppo di voci maschili, procedendo processionalmente, ha intonato un canto tradizionale Quechua del Perù, Hanaqpachap cussicuinin per proseguire il programma che, per molti aspetti, è sintetizzato nell’incipit di questo brano «Hanaqpachap kusikuynin» (Gioia del paradiso). Ultimo concerto della XXVIIIesima edizione di O flos colende che, come afferma il direttore artistico Gabriele Giacomelli, è «un ciclo di riflessioni bibliche, nelle quali la lettura dei testi viene affiancata all’esecuzione di brani musicali tematicamente coerenti, che vanno a incorniciare la lectio biblica». Infatti, insieme ai concerti, si sono svolti incontri sui temi del pellegrinaggio e della speranza, in riferimento al Giubileo 2025 indetto da Papa Francesco. Entrando in medias res, il gruppo ha presentato della «Musica dal Nuovo Mondo» il cui fil rouge era basato sulla parola chiave Peregrinacións declinata in ambito geografico-musicale ma attuale, in quanto l’umanità è alla ricerca di un obiettivo interiore. Si è trattato di una full immersion nella cultura musicale composita e multiforme che ha lasciato nei presenti ripercussioni significative non solo dal punto di vista artistico-musicale. La maggior parte dei brani è stata scelta con accuratezza non tanto riguardo agli autori ma al messaggio trasmesso che ha evidenziato, di volta in volta, le musiche europee e dell’America latina. Infatti Da Victoria e Lusitano sono stati sapientemente accostati a Ramírez-Luna, Villa-Lobos e alla compositrice contemporanea Gabriela Lena Frank. Di quest’ultima si segnala che il testo e la musica del Travel Song eseguito prende spunto dalla cultura dei popoli del Perù, Bolivia ed Ecuador rievocando le loro tipiche tecniche vocali, interpretato con rara maestria dai King’s Singer. Ritmi e armonie particolari si sono apprezzati anche nel canto piuttosto vivace di Villa-Lobos, ricco di onomatopee, visto che Pica-Pau significa picchio e la composizione ne imita chiaramente il verso. Altro brano piuttosto particolare il Libera me di Lusitano di cui resta famosa la disputa a Roma con Nicola Vicentino. La ricchezza di dissonanze della composizione è stata associata dai King’s Singers, nella loro breve presentazione, all’incertezza che pervadeva i viaggiatori verso il nuovo mondo. Testimone di un’importante peregrinacion è Juan Gutiérrez De Padilla, originario di Malaga, che si trasferisce a Puebla, in Messico, come magister capellae. L’inserimento di due composizioni di questo musicista ha proposto il tipo di repertorio che poteva essere eseguito nel primo Seicento nella cattedrale di questo importante centro religioso, in particolare Tristis est anima mea che ricorda la liturgia del Venerdì Santo, mentre l’altro, probabilmente, era eseguito con uno strumentario che costruiva lo stesso De Padilla, divenuto famoso per questa attività fino in Guatemala. Il gioco di incastri Europa-America si è dipanato per tutto il concerto, facendo emergere le qualità interpretative e musicali del gruppo inglese che vanta una carriera di successi fin dagli Anni Sessanta. Del complesso vocale colpisce la grande duttilità unita a rigore filologico e una significativa versatilità tale da poter interpretare, oltre al classico, altri ed ampi repertori. Ascoltare i King’s Singers significa lasciarsi proiettare verso lo stupore.
La luminosa voce di Patrick Dunachie rimanda alla bellezza e alla purezza e, insieme all’altro controtenore, Edward Robert Button, le suggestioni sonore sono diventati autentici bicinia colmi di pathos. In un registro più esteso, sia in contesti solistici che corali, è apparsa la voce cristallina del tenore Julian Gregory le cui caratteristiche timbriche evidenziano una vocalità nitida e brillante. Incastonati tra quest’ultima voce e in posizione più grave i due baritoni Christopher Bruerton e Nicholas Ashby. Udire i loro interventi è come sentirsi parte del loro sound e lasciarsi ‘cullare’ da una calda e ricca sonorità, oltre a percepire quanto armonizzino la limpidezza e la pastosità dell’ensemble. Dulcis in fundo, rendendo tutto più edificante ed equilibrato l’insieme, la voce piena, profonda e nello stesso tempo rotonda, del basso Piers Connor Kennedy. Attingendo al repertorio più conosciuto, il gruppo ha offerto un omaggio alla città di Firenze, poiché vi è sepolto Gioachino Rossini (chiesa di Santa Croce), con una scoppiettante esecuzione dell’Allegro vivo dall’Ouverture de Il Barbiere di Siviglia. Le singole voci, nelle varie trasposizioni imitative degli strumenti, hanno fatto emergere e confermare un’impeccabile tecnica e musicalità tanto da catalizzare la meraviglia.
Il successo del concerto si è tradotto in un ‘incontro’ sonoro di umanità e bellezza, colmo di altrettante suggestioni spirituali tanto che il fermarsi alla fine a conversare con il pubblico si è rivelato il rinnovato abbraccio di una città che ancora ricorda il concerto nel 2021 dei King’s Singers al Teatro della Pergola.