Parigi, Museo del Louvre
“LOUVRE COUTURE: OBJETS D’ART, OBJETS DE MODE”
a cura di Olivier Gabet e Marie Brimicombe
Parigi, 03 maggio 2025
È un evento di portata storica l’ingresso della moda al Louvre. Invitando a passeggiare tra le sale del Dipartimento di Arti Decorative, la mostra Louvre Couture a cura di Olivier Gabet e Marie Brimicombe, aperta fino al 21 luglio 2025, propone un dialogo unico tra “oggetti d’arte” e “oggetti di moda”. Da Christian Dior a Marine Serre, si possono osservare un centinaio di abiti e accessori, presi in prestito da circa quarantacinque case di moda diverse e insinuati tra le collezioni permanenti del museo nell’ottica di una rilettura congiunta della storia dell’arte e della storia della moda. In realtà, i legami tra la moda e il Louvre erano già presenti. Già nel 2022 era stato infatti realizzato un omaggio a Yves Saint Laurent, e ancor prima nel 1981 nella Cour Carrée si era svolta la prima sfilata parigina di Yohji Yamamoto. Con l’attuale mostra si vuole rivalutare il ruolo delle maisons di moda come luoghi di conservazione del patrimonio culturale, ed in questo senso il Museo del Louvre offre nuove interessanti prospettive. Il suo Dipartimento di Arti Decorative condivide con la moda una storia comune di artigianato artistico fatto di know-how, di tradizioni, di eredità culturali che consacrano il ruolo di Parigi nella storia della moda. In 9.000 metri quadrati di spazio espositivo, si esplorano qui gli approcci più diversi, si esalta il fascino delle varie estetiche succedutesi nel tempo e si esamina la connessione tra la cultura popolare e la cultura più elevata. Le opere vengono adattate agli spazi, creando l’impressione di essere sempre state nel posto in cui le vediamo adesso. L’abito di apertura è a firma di Christian Dior, che nel 1949 lo intitolò per l’appunto “Musée du Louvre”. Si tratta di un vestito da sera corta in faille di seta ricamata della collezione haute couture primavera/estate. Numerose volte ricompariranno nella mostra gli abiti del grande stilista inventore del New Look nelle sale da noi percorse. Avremo infatti modo di osservare l’abito disegnato da John Galliano per la collezione haute couture autunno/inverno 2004-2005, che con il suo velluto cremisi ricamato evoca il mondo dell’Imperatrice Sissi, così come quello di Napoleone III. In un’altra sala, vedremo invece un abito disegnato da Maria Grazia Chiuri, la prima direttrice donna della Maison Dior nota per lo slogan “We should all be feminist”. Nato per la collezione haute couture autunno/inverno 2018-2019, questo lungo abito da sera con bustier e il mantello di seta ricamato reca in sé insolite assonanze con gli arazzi della fine del Medioevo presenti nel museo. Al centro della mostra, a richiamo del sontuoso regno di Luigi XIV, appare in tutto il suo sfarzo una silhouette in organza di seta immaginata da John Galliano per la collezione haute couture autunno/inverno 2006-2007. Una criniera da leone si estende come fiamma lungo la parte anteriore della gonna. Il tessuto drappeggiato dall’aspetto metallico si sposa con la stravaganza dell’armatura del braccio e dell’elmo che completa l’abito. Tra le creazioni delle altre maisons, si distingue il modello disegnato da Demna per Balenciaga, esposto nella grande sala da pranzo dei cosiddetti appartamenti di Napoleone III. Nell’assenza di crinolina, questa silhouette sorprende per la sua semplice solennità. Quasi ad apertura di mostra è inoltre un abito di Yohji Yamamoto, di cui è ben nota l’ossessione per il nero e per gli abiti storici occidentali.
Lo stilista crea una silhouette complessa: l’armatura di metallo che dà forma alla gonna si intreccia in modo tale da lasciar intravedere un corpetto che crea un volume pronunciato dalla parte bassa della schiena fino alle caviglie. Caratterizzato da un gioco di curve e controcurve è anche l’abito di Iris Van Herpen ammirato quasi ad inizio mostra. Si tratta del modello Syntopia disegnato per la collezione haute couture autunno/inverno 2018-2019 prendendo spunto dalla cronofotografia, una tecnica sviluppata nell’ultimo quarto del XIX secolo, all’incrocio tra arte e scienza. Basandosi sullo scatto di immagini fotografiche a intervalli di tempo molto brevi, la cronofotografia consente di ottenere sequenze che scompongono il movimento. Il risultato è un abito dal volume stravagante, una sorta di uccello le cui ali creano un’architettura vaporosa finemente costruita grazie al taglio laser. Non manca Versace, con un vestito a fondo oro evocativo della produzione artistica sacra bizantina o con un completo provocante dalle foglie d’acanto stilizzate, in simbolico parallelo con l’arredo della camera da letto di Luigi XVIII al Palazzo delle Tuileries. Né manca Dolce & Gabbana, accostato ai motivi d’argento dorato dell’Ordine della Cavalleria dello Spirito Santo, fondato da Enrico VIII nel 1578. Di Chanel ammiriamo una giacca blu e bianca ricamata con motivi a rilievo, disegnata per la collezione haute couture primavera/estate 2019 da Karl Lagerfeld. Tra i nomi più recenti, riconosciamo l’unicità di Alexander McQueen con le sue stampe di anfibi, rettili, conchiglie e le scarpe dall’arco plantare vertiginoso. Jean-Charles de Castelbajac ci stupisce con un abito in stile Bambi. Infine, Silvia Venturini Fendi con i suoi motivi geometrici ripetuti ci riporta al mondo dei palazzi romani dell’antichità, al Rinascimento e all’epoca barocca. Foto Musée du Louvre – Nicolas Bousser
Parigi, Museo del Louvre: “Louvre Couture: objets d’art, objets de mode”
