Alberto Franchetti (1860–1942): “Symphony in E minor” – Ermanno Wolf-Ferrari (1876–1948): “Sinfonia da camera, Op. 8”

Alberto Franchetti (1860–1942): “Symphony in E minor” – Ermanno Wolf-Ferrari (1876–1948): “Sinfonia da camera, Op. 8“. Orchestra Sinfonica di Roma. Francesco La Vecchia (direttore). Registrazione: 1-2, 8-9 luglio 2011 presso OSR Studios, Roma, Italia (Sinfonia in mi minore) – 12-17 ottobre 1995 presso la Alter Pfarrsaal di Nöttingen (Sinfonia da camera n. 8). T. Time: 73′ 14″. 1 CD Naxos 8.574271
Le influenze del sinfonismo tedesco accomunano questi due lavori di compositori apparentemente diversi, Alberto Franchetti ed Ermanno Wolf-Ferrari che sono i protagonisti di questa proposta discografica dell’etichetta Naxos. Del primo è presentata la Sinfonia in mi  minore “Nella foresta nera”  che costituisce il primo lavoro ed anche ultimo sinfonico di grande respiro di Franchetti che in seguito avrebbe dedicato la sua attenzione prevalentemente al teatro musicale. Composta nel 1885 per l’esame conclusivo del corso di composizione che aveva frequentato presso il Conservatorio di Dresda sotto la guida di Felix Draeseke, questa sinfonia, rimasta, come già detto, figlia unica nel catalogo di Franchetti,  si segnala per la perizia acquisita dal venticinquenne compositore, che qui si confronta con una grande massa orchestrale tipica dei lavori sinfonici del tardo Ottocento, e anche per la padronanza della forma-sonata, evidente nel primo (Allegro un poco agitato) e nel quarto movimento (Allegro vivace), che si a apre con un motivo di ascendenza mendelssohniana   Il secondo movimento, Larghetto, è una pagina d’intenso lirismo composta nella forma della canzone, mentre il terzo, chiamato Intermezzo da Franchetti, è in realtà un piacevolissimo scherzo con un trio.
Ancora più marcata è in Wolf-Ferrari l’anima tedesca ereditata dal padre originario della Baviera, del quale è qui presentata la Sinfonia da camera, op. 8, composta nel 1901, mentre si trovava a Monaco di Baviera, che mostra dal punto di vista della struttura l’attenzione per una grande forma, come quella sinfonica, qui calata in un contesto da camera, con il pianoforte subito protagonista già nel primo movimento, Allegro moderato, con una formula d’accompagnamento sulla quale si staglia la bella melodia del clarinetto. Splendido è anche il lirico secondo movimento, Adagio, aperto da un tema del fagotto sempre su un accompagnamento accordale del pianoforte, mentre il terzo (Vivace con spirito) è un vivacissimo scherzo. Di grande respiro è infine l’ultimo movimento. Curata l’esecuzione da parte dell’Orchestra Sinfonica di Roma sotto la direzione di Francesco La Vecchia particolarmente esperto nel repertorio sinfonico italiano di questo periodo. Ben curate sono le sonorità sia quando il direttore si confronta con grandi masse orchestrali sia in contesti più intimistici come quelli della Sinfonia da camera di Wolf-Ferrari.