Disc 1: ‘Scapegoat’ (Piano Concerto No. 1) (1963); Piano Concerto No. 3 (1968).
Disc 2: Piano Concerto No. 2 (1964 orch. 1965); Piano Concerto No. 4 (1970). Martin Roscoe (pianoforte). Kathryn Stott (pianoforte). BBC Philharmonic. London Symphony Orchestra. George Lloyd (direttore). Registrazione: Manchester, 20 e 21 Ottobre 1990 (‘Scapegoat’ Concerto No. 1 e Concerto No. 2); Manchester, 25 e 26 Settembre 1988 (Concerto No. 3). Londra, 9 e 10 Febbraio 1984 (Concerto No. 4). T. Time: 73′ 49″ (Cd 1). 70′ 30″ (Cd 2). 2 CD Lyrita SRCD. 2421
È sempre di grande interesse una proposta discografica nella quale il compositore è anche interprete, in quanto ci mette di fronte ad un’esecuzione realizzata seguendo perfettamente le intenzioni di chi ha concepito quella musica. Questa situazione è certo possibile per i grandi compositori del Novecento, tra i quali va sicuramento ascritto il britannico George Lloyd, che, nato nel 1913, sin dalla più tenera età, ha respirato un’atmosfera musicale nella sua famiglia, essendo il padre un flautista dilettante, mentre la madre sapeva suonare il violino, la viola e il pianoforte. Musicista precoce, Lloyd iniziò a comporre sin dall’età di 9 anni e, dopo aver studiato contrappunto con C. H. Kitson e composizione con Harry Farjeon, conseguì una certa fama a livello nazionale con la sua prima opera Iernin (1933-1934) che ottenne un grande successo che si ripeté anche con la seconda The Serf, rappresentata per la prima volta al Convent Garden il 20 ottobre 1938. Purtroppo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale bloccò l’attività musicale di Lloyd che fu vittima anche di un incidente dalle cui conseguenze si riprese grazie alle amorevoli cure della moglie. Riprese a comporre anche se la sua musica tonale, agli inizi, non fu più accettata in un contesto musicale totalmente cambiato che aveva nei principi delle neoavanguardie i suoi fondamenti. Solo negli anni Settanta ritornò popolare quando molte sue partiture furono accettate per essere registrate e trasmesse dalla BBC. Nella sua vasta produzione rivestono una certa importanza i concerti per pianoforte e orchestra, composti da Lloyd, che era violinista di formazione, nonostante la sua scarsa inclinazione per questo strumento, su suggerimento della moglie Nancy. Fu proprio lei a spingere il marito a scrivere il Primo concerto (‘Scapegoat’) per il quale Lloyd si ispirò al pianismo di John Ogdon, che aveva avuto modo di ascoltare alla Radio. Eseguito per la prima volta, il 24 ottobre 1964 a Liverpool, il concerto è una poderosa struttura in un solo movimento, ma in cinque ampie sezioni, il cui titolo “capro espiatorio” fa riferimento alle tante vittime dei feroci eventi del Novecento e che musicalmente si basa su tre temi principali. Simile al primo, essendo anch’esso in un unico grande movimento, è il Concerto n. 2, composto nell’inverno del 1963 e orchestrato durante l’estate del 1968, ma eseguito per la prima volta il 23 maggio 1984 con Martin Roscoe al pianoforte. Anche alla base di questo concerto vi sono delle immagini di guerra, ma questa volta ad essere ritratta la mefistofelica cattiveria gioiosa degli oppressori dal momento che si ispira a una fotografia circolata nella stampa hitleriana, nella quale si vedeva in apparenza il dittatore danzare una giga alla notizia della caduta della Francia nel 1940. Con il Concerto n. 3, composto tra il 1967 e il 1968 e presentato per la prima volta in una registrazione della BBC con Kathryn Stott in qualità di solista, e il Concerto n. 4, composto tra il gennaio e il mese di aprile del 1970, ma orchestrato durante l’estate del 1983 ed eseguito per la prima volta il 7 febbraio sempre con Kathryn Stott al pianoforte, Lloyd ritornò alla tradizionale forma in tre movimenti. In questa sede, essendo praticamente impossibile qualsiasi commento a livello interpretativo, essendo protagonisti in qualità di interpreti il compositore nelle vesti di direttore, ed, eccezion fatta per il primo Concerto, qui eseguito da Martin Roscoe, i primi interpreti (Kathryn Stott per il terzo e il quarto e lo stesso Roscoe per il secondo), va segnalato il valore storico di questa incisione che ci permette di apprezzarle secondo le intenzioni di Lloyd.
George Lloyd (1913-1998): “The Piano Concertos”
