Oper Frankfurt, Stagione 2024/2025
“PARSIFAL”
Dramma sacro in tre atti, libretto e musica di Richard Wagner
Amfortas NICHOLAS BROWNLEE
Titurel ALFRED REITER
Gurnemanz ANDREAS BAUER KANABAS
Parsifal IAN KOZIARA
Klingsor SIMON BAILEY
Kundry JENNIFER HOLLOWAY
Cavalieri del Graal KUDAIBERGER ABILDIN, SAKHIWE MKOSANA
Quattro scudieri IDIL KUTAY, NINA TARANDEK, ANDREW BIDLACK, ANDREW KIM
Dramma sacro in tre atti, libretto e musica di Richard Wagner
Amfortas NICHOLAS BROWNLEE
Titurel ALFRED REITER
Gurnemanz ANDREAS BAUER KANABAS
Parsifal IAN KOZIARA
Klingsor SIMON BAILEY
Kundry JENNIFER HOLLOWAY
Cavalieri del Graal KUDAIBERGER ABILDIN, SAKHIWE MKOSANA
Quattro scudieri IDIL KUTAY, NINA TARANDEK, ANDREW BIDLACK, ANDREW KIM
Fanciulle Fiore CLARA KIM, IDIL KUTAY, NINA TARANDEK, NONBUMELO YENDE, JULIA STUART, JUDITA HAGYOVÀ
Una voce lontana KATHARINA MAGIERA
Frankfurter Opern- und Museumsorchester
Frankfurter Opern- und Museumsorchester
Chor der Oper Frankfurt
Direttore Thomas Guggeis
Maestro del Coro Gerhard Polifka
Regia Brigitte Fassbaender
Scene e Costumi Johannes Leiacker
Coreografia Katharina Wiedenhofer
Luci Jan Hartmann
Drammaturgia Konrad Kuhn
Frankfurt, 9 giugno 2025
Thomas Guggeis ha concluso la sua seconda stagione come Generalmusikdirektor dell’ Oper Frankfurt con la sua prima interpretazione del Parsifal. Dopo le sue assai convincenti prove del Ring alla Staatsoper di Berlino e del Tannhäuser di un anno fa a
Frankfurt, il primo approccio del trentaduenne maestro bavarese a una partitura ricca e complessa, che appartiene ai capolavori assoluti non solo della musica ma di tutta l’ arte occidentale, ha confermato la sua statura di interprete wagneriano completo e maturo oltre che di talento direttoriale fra i migliori della giovane generazione. La sua lettura era basata su tempi in genere abbastanza stretti e sonorità assolutamente affascinanti, splendidamente realizzate dalla Frankfurter Opern- und Museumsorchester che ha suonato davvero da grande complesso di livello internazionale. I colori strumentali cangianti e trasparenti del Preludio, la fluidità della narrazione, la perfetta realizzazione delle complesse architettute nelle scene corali, la squisita tornitura delle linee melodiche
nel secondo atto e l’ atmosfera misteriosamente malinconica della scena iniziale del terzo che gradualmente trapassava nella luminosità strumentale del Karfreitagszauber seguito da una scena finale ammirevole per la leggerezza e trasparenza dei colori orchestrali erano i tratti più significativi di un’ interpretazione di altissimo livello, con la quale Thomas Guggeis si pone senza il minimo dubbio fra i migliori e più significativi interpreti wagneriani della nostra epoca. Dopo una prestazione del genere, aspettiamo un invito al giovane musicista di Dachau da parte del festival di Bayreuth, che deve assolutamente assicurarsi un talento direttoriale in grado di offrire cose di grande interesse nell’ interpretazione delle opere di Wagner. Nell’ attesa che questo avvenga, seguiremo il debutto di Guggeis sul podio dei Berliner Philharmoniker nella prossima stagione.


La realizzazione scenica e drammaturgica della nuova produzione era affidata a Brigitte Fassbaender, che dopo essere stata una tra le maggiori cantanti del dopoguerra ha intrapreso una fortunata carriera da regista, durante la quale ha messo in scena circa novanta opere. Dopo il suo acclamatissimo allestimento del Ring a Erl, l’ artista berlinese
ha affrontato il Parsifal a 85 anni di età. Le belle scene e i costumi ideati da Johannes Leiacker creavano un clima di sobria drammaticità nel quale la Fassbaender calibrava perfettamente sino ai minimi dettagli la condotta scenica dei personaggi. Il Preludio era accompagnato visivamente dal succedersi delle immagini della “serie des cathédrales de Rouen” di Claude Monet, le decorazioni delle scene del Graal e di quelle del secondo atto erano ispirate a quelle della Tropfsteinhöhle nello Schloss Linderdorf, fatta costruire dal re di Baviera Ludwig II. Molto interessante appariva anche la successione dei costumi di Parsifal, vestito nel primo atto come un monello impertinente, nel secondo in abito da cavaliere e nel terzo con la lancia in mano, indossando cappello e mantello scuri quasi come Wotan travestito da Der Wanderer nel Siegfried. Nell’ insieme quella della Fassbaender era una notevole regia, molto rispettosa del racconto scenico ideato da Wagner, lineare e dotata di logica e stile, senza cercare nel testo quello che non c’ è e senza inseguire estetismi assurdi.

Guidati con grande sicurezza dal punto di vista scenico e musicale, i cantanti hanno
offerto una prova complessiva di livello davvero elevato. Su tutti spiccava il formidabile Gurnemanz del basso Andreas Bauer Kanabas, nativo di Jena e da dodici anni membro dell’ ensemble dell’ Oper Frankfurt, che ha dominato un ruolo lungo e difficile come pochi altri imponendosi per l’ autorità vocale, la plasticità della declamazione e il fraseggio minuziosamente curato sino ai minimi dettagli. Un’ interpretazione senza dubbio di gran classe, all’ altezza di quelle di artisti come René Pape e Georg Zeppenfeld, i più accreditati intepreti odierni della parte. Eccellente era anche la raffigurazione di Kundry del quarantasettenne mezzosoprano americano Jennifer Holloway, per la voce risonante e perfettamente omogenea in tutta la gamma. Il trentaseienne basso-baritono Nicholas Brownlee, che avevo ascoltato in convincenti interpretazioni di Hans Sachs a Frankfurt e di Wotan e dell’ Holländer alla Bayerische Staatsoper, ha delineato un Amfortas oppresso dal dolore e dal rimorso, con un fraseggio di grande intensità e maturità espressiva. Il tenore statunitense Ian Koziara, che impersonava il protagonista, ha una voce di colore leggermente torbido al centro ma sonora e squilante nel registro acuto, e ha delineato con sufficiente sicurezza e personalità interpretativa la progressiva evoluzione psicologica del personaggio. Molto buono anche il Klingsor del baritono Simon Bailey, subentrato all’ ultimo momento per sostituire un collega indisposto, e impeccabile anche la prova di tutti gli interpreti delle parti di fianco. Il pubblico ha applaudito a lungo e calorosamente tutti i componenti di una recita davvero di alta qualità. Foto Monika Rittershaus
