Roma, Basilica di Massenzio: “La Resurrezione” dal 01 al 05 luglio 2025

Teatro dell’Opera di Roma – Nuovo allestimento
Basilica di Massenzio 
LA RESURREZIONE

Oratorio in due parti di Georg Friedrich Händel
Per la prima volta la Basilica di Massenzio, nel cuore del Foro Romano, accoglie un’opera sacra in forma scenica. La Resurrezione di Händel, composta nel 1708 per la Roma del tardo Barocco, viene riproposta in un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma che unisce la potenza della musica antica al linguaggio teatrale contemporaneo, in un luogo dove le pietre stesse sembrano trattenere il respiro del tempo. La direzione musicale è affidata a George Petrou, interprete tra i più autorevoli del repertorio händeliano, che guida l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori in una lettura appassionata e filologica, capace di restituire tutto il fervore espressivo della partitura. Accanto a lui, la regista Ilaria Lanzino firma una messa in scena elegante e visionaria, in dialogo diretto con l’architettura monumentale della Basilica, dove il sacro si fa spettacolo e la liturgia si apre all’invenzione scenica. Le scene sono ideate da Dirk Becker, mentre i costumi sono curati da Annette Braun. Cinque voci danno corpo e voce a personaggi che rappresentano la luce e l’ombra, la speranza e la perdizione. Sara Blanch è un Angelo luminoso e partecipe, Ana Maria Labin restituisce a Maddalena tutta la sua dolente umanità, Teresa Iervolino dà profondità a Cleofe con il suo timbro scuro e caldo. Charles Workman veste i panni di un San Giovanni intenso e spirituale, mentre Giorgio Caoduro presta forza e carisma a un Lucifero magnetico e tormentato. La Resurrezione non è solo una narrazione sacra: è un viaggio musicale e teatrale attraverso l’attesa, il dubbio e infine la luce. La scelta della Basilica di Massenzio come palcoscenico non è casuale: è un modo per riscoprire il Barocco dentro la Roma imperiale, creando una cesura emotiva e culturale tra ciò che è stato e ciò che può rinascere. In questo incontro tra Händel e le rovine, tra oratorio e rappresentazione, lo spettatore è invitato non solo ad ascoltare, ma a immergersi in un’esperienza che unisce l’intimo e il collettivo, il gesto musicale e la memoria archeologica. Il progetto rappresenta un passo importante nel percorso di apertura del Teatro dell’Opera di Roma verso la città e i suoi luoghi simbolici, trasformando lo spazio urbano e monumentale in teatro vivente. Un’operazione che riscrive il concetto di allestimento site-specific, non come semplice ambientazione, ma come vera rigenerazione del contesto storico attraverso il potere della musica. Per informazioni e prenotazioni www.operaroma.it