Roma, Palazzo Braschi: “George Hoyningen Huene. Art. Fashion.Cinema”

Roma, Palazzo Braschi
Museo di Roma
GEORGE HOYNINGEN HUENE. ART. FASHION. CINEMA
Curata da Susanna Brown
Roma, 24 Giugno 2025
George Hoyningen-Huene non è solo un nome da enciclopedia della fotografia: è un punto di riferimento, un autore che ha saputo trasformare la moda in arte, l’eleganza in composizione, la fotografia in qualcosa che somiglia molto a un sogno lucido. La mostra Art. Fashion. Cinema, in programma al Museo di Roma dal 25 giugno al 19 ottobre 2025, celebra i 125 anni dalla sua nascita e lo fa con un’esposizione ricca, articolata, sorprendente: oltre cento fotografie, dieci sezioni tematiche, immagini iconiche e scatti meno noti che raccontano un autore completo, curioso, visionario. Curata da Susanna Brown, per anni al Victoria & Albert Museum di Londra, la mostra ci porta dentro l’universo raffinato di un artista che ha saputo unire la moda, l’arte e il cinema in un linguaggio unico. Le stampe esposte, molte delle quali al platino, mostrano la precisione tecnica e la sensibilità estetica di Huene, capace di rendere ogni scatto una costruzione formale perfetta, quasi architettonica. Non a caso le sue fotografie sembrano spesso sculture di luce, dove i corpi si muovono con grazia in un equilibrio perfetto tra bellezza e rigore. Il percorso inizia con materiali d’archivio: annotazioni a mano, bozze, prove tecniche. Un modo per entrare nel laboratorio di un fotografo che non lasciava nulla al caso. Poi si passa subito alla Parigi degli anni Venti e Trenta, il suo primo vero campo d’azione. Lì Huene entra in contatto con figure centrali dell’avanguardia artistica: Man Ray, Dalì, Cocteau, Lee Miller. La sezione dedicata a questo periodo restituisce l’energia della Ville Lumière, tra jazz, Ballets Russes e il fermento della moda parigina. Le foto di ballerini in movimento, i ritratti delle dive, le immagini dei costumi di scena firmati Giorgio de Chirico sono frammenti vividi di un’epoca che sembrava fatta per essere fotografata. Un altro capitolo fondamentale è quello dedicato alla moda balneare e al corpo ideale: lo scatto Divers, che ritrae di spalle Horst e Lee Miller in costume da bagno, è diventato una delle immagini simbolo del XX secolo. Scelto da Anna Wintour tra le cinque foto più importanti nella storia di Vogue, è un esempio di come Huene sapesse cogliere l’essenza di uno stile, la linea perfetta, il gesto sospeso. Il fascino dell’antichità classica torna spesso nei suoi lavori. La sezione Riflessi di antichità mostra come la bellezza ideale delle statue greche e romane abbia influenzato le sue fotografie: corpi scolpiti dalla luce, pose ispirate alle sculture antiche, composizioni armoniose che sembrano venire da un tempo fuori dal tempo. Ma non è mai un esercizio nostalgico: Huene usa il passato per reinventarlo, per creare qualcosa di nuovo e attuale. Un’altra sezione particolarmente affascinante è quella dei viaggi: Miraggi di luce raccoglie immagini scattate in Nord Africa, in Grecia, in Egitto. Sono fotografie che sembrano cartoline da mondi lontani, ma che raccontano anche l’idea di un viaggio interiore, fatto di luce, spazi, silenzi. Huene ha pubblicato diversi libri su queste esperienze, che dimostrano quanto fosse un osservatore attento e innamorato della bellezza in tutte le sue forme. Poi c’è Hollywood, l’altra grande tappa della sua carriera. Dopo il trasferimento negli Stati Uniti, Huene lavora come fotografo per Harper’s Bazaar e diventa il ritrattista di star come Greta Garbo, Charlie Chaplin, Ava Gardner, Katharine Hepburn. Ma non si ferma lì: collabora con registi come George Cukor, di cui diventa amico e consigliere. Insieme lavorano a film come Il diavolo in calzoncini rosa, dove Huene cura la resa cromatica delle scene ispirandosi ai dipinti di Manet. Il legame con Sophia Loren, anche lui forte e affettuoso, è testimoniato da scambi epistolari ricchi di stima. Una sezione è dedicata alla sua musa e amica Lee Miller: modella, fotografa, reporter di guerra. I ritratti che le dedica sono tra i più intensi della mostra, e raccontano una relazione fatta di rispetto, ispirazione reciproca, complicità artistica. In uno degli scatti più noti, Miller appare come una veggente che tiene in mano una sfera di cristallo: dentro, si riflette l’immagine dell’altra modella, Agneta Fischer. Un gioco di specchi, un racconto in due tempi che ancora oggi colpisce per la sua modernità. Il percorso si chiude con una riflessione sul rapporto tra Huene e il Surrealismo. La sezione L’essenza del sogno esplora l’influenza di questo movimento nel suo lavoro: composizioni oniriche, tagli inaspettati, atmosfere sospese. I suoi ritratti non sono mai solo documenti, ma piccole narrazioni visive dove tutto contribuisce a creare un senso: lo sfondo, il trucco, la luce, il silenzio. Il vero merito di questa mostra è quello di restituirci un Huene complesso, multidimensionale. Non solo fotografo di moda, ma artista della visione. Uno che ha saputo guardare lontano, combinare rigore e fantasia, misura e immaginazione. Uno che ha raccontato un’epoca senza mai cadere nei suoi stereotipi, e che ancora oggi parla a chi ama le immagini fatte con intelligenza e cuore. Per chi già conosceva George Hoyningen-Huene, questa mostra sarà una conferma del suo talento. Per chi lo scopre ora, un colpo di fulmine. In ogni caso, un appuntamento da non perdere, che ci ricorda quanto la fotografia possa essere arte vera, e quanto il bello, se ben raccontato, non passi mai di moda.