Roma, Teatro dell’Opera: “Carmen”

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2024/2025
“CARMEN”
Opera in quattro atti dal romanzo di Prosper Mérimée

libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halevy
Musica di Georges Bizet
Carmen GAELLE ARQUEZ
Don José  JOSHUA GUERRERO
Escamillo  ERWIN SCHROTT
Micaela  MARIANGELA SICILIA
Frasquita MEGHAN PICERNO
Mercédès ANNA PENNISI
Le Dancaire ALESSIO VERNA
Le Remendado BLAGOJ NACOSKI
Zuniga  NICOLAS BROOYMANS
Moralès MATTEO TORCASO
Coro e Orchestra del Teatro dell’Opera
con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro dell’Opera
Direttore Omer Meir Wellber
Maestro del Coro Ciro Visco
Regia Fabio Ceresa
Scene e Costumi Renato Guttuso
Luci  Giusepe di Iorio
Movimenti Mimici Mattia Agatiello
Scene ricostruite da Alessandro Nico
Costumi ricostruiti da Anna Biagiotti
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma riproposto nella versione storica del 1970

Roma 21 giugno 2025
Per i 150 anni dalla morte di Georges Bizet e dalla prima di Carmen, l’Opera di Roma ripropone l’allestimento storico del 1970, ripreso solo una volta nel 1973 con le scene e i costumi firmati da Renato Guttuso e all’epoca con la regia di Sandro Bolchi. Lo spettacolo per molti versi frutto delle inquietudini ideologiche del sessantotto allora fece molto discutere anche per la presenza della protagonista, la brava e bellissima Grace Bumbry, con la gonna corta e le gambe esposte cosa che fece passare lo spettacolo nelle cronache del tempo come la “Carmen in minigonna”. Per questa ripresa il Teatro ha compiuto una imponente opera di ricostruzione delle scene andate perdute nei decenni intercorsi curata da Alessandro Nico basandosi sulle foto dell’epoca ed ha catalogato e in gran parte ricreato tutti gli oltre trecento costumi sopravvissuti grazie all’ottimo lavoro di Anna Biagiotti basato sui costumi stessi, sui bozzetti in bianco e nero oggetto di una pubblicazione e sull’unico bozzetto a colori esistente custodito presso la Fondazione Guttuso. Essendo cambiata nel tempo la fisicità degli italiani molti costumi sono stati realizzati ex novo non essendo di fatto più utilizzabili e la loro ricca varietà cromatica ben ha contribuito a restituire la vivacità e il clima mediterraneo e non segnatamente spagnolo di questo spettacolo ambientato nel meridione italiano degli anni 70. Per questa importante ricorrenza la regia è stata affidata a Fabio Ceresa al suo debutto a Roma il quale volendo mantenere lo spirito di impegno civile dello spettacolo attualizzandolo, pone l’accento su temi in voga oggi quali il patriarcato, la libertà e il rifiuto delle regole imposte, riassunti nella famosa frase scritta sui muri della Sorbona e, se non abbiamo letto male dal nostro posto di platea, da una ragazza inseguita da un soldato che recita “Vietato Vietare”. Nell’insieme pur con una certa staticità e l’apparente incongruenza di alcune trovate, lo spettacolo funziona e sia il colpo d’occhio ad apertura di sipario che i movimenti curati da Mattia Agatiello risultano gradevoli e soprattutto ben integrati con la musica. La direzione è stata affidata al maestro Omer Meir Wellber il quale con singolare dominio tecnico, piglio e una ricchezza nell’agogica e nella timbrica declinate in infinite e talvolta inattese variazioni unite ad una concertazione nitida e chiarissima, guida l’orchestra in una narrazione dal ritmo serrato ma non dimentico dell’involo melodico. Splendida la prova del coro diretto dal maestro Ciro Visco per omogeneità di suono, bellezza timbrica ed intenzioni musicali in buon equilibrio con l’orchestra nonostante alcune scelte di tempo non facili. Bravo anche il coro delle Voci Bianche simpaticamente immedesimato ed in linea con le indicazioni esecutive. E veniamo agli interpreti vocali di questa serata. Gaelle Arquez ha dato la sua avvenente figura e soprattutto la sua raffinata musicalità al personaggio del titolo realizzandone tuttavia un ritratto un po’ troppo aristocratico, costruito più che correttamente ma nei fatti estraneo alla istintività di Carmen. Joshua Guerrero dal canto suo è stato un Don Josè corretto vocalmente ma di scarso slancio e poca passionalità, con il risultato di tener bassa la temperie emotiva della recita. Assai brava viceversa è stata Mariangela Sicilia nel rendere la dolcezza ma anche la determinazione di Micaela grazie ad una voce ricca di colori, un fraseggio elegante e una voce sempre ben udibile anche nei pianissimi più delicati. Infine mattatore della serata per carattere del ruolo, magnetica presenza scenica e peso vocale è stato il basso baritono Erwin Schrott nei panni di Escamillo. Molto validi infine sotto il profilo vocale e scenico sono sembrati tutti gli interpreti dei numerosi ruoli minori fra i quali vogliamo ricordare Meghan Picerno e Anna Pennisi rispettivamente Frasquita e Mercedes, Alessio Verna Le Dancaire, Blagoj Nacoski Le Remendado, Nicolas Brooymans Zuniga e Matteo Torcaso Moralès. Lunghi e calorosi applausi soprattutto per il coro e il direttore d’orchestra alla fine di una recita nel complesso di indubbio valore e di particolare interesse culturale ma forse priva di quella tensione emotiva che rende indimenticabili alcune interpretazioni.  Fabrizio Sansoni-Teatro dell’Opera di Roma