Dramma lirico in tre atti su libretto di Luigi Illica. Anamarija Knego (Marussa), Giorgio Surjan (Bara Menico), Filippo Polinelli (Biagio), Jorge Puerta (Lorenzo), Jure Počkaj (Nicola), Stefany Findrik (Luze), Rijeka Opera Chorus, Rijeka Symphony Orchestra, Simon Krečič (direttore). Registrazione: Croatian National Theater Ivan pl. Zajc Rijeka, 17–23 giugno. 2024. 2 CD CPO 555 686-2
Il compositore istriano Antonio Smareglia, nato a Pola nel 1854 rappresenta da molti punti di vista un anello di trasmissione, sempre isolato rispetto alle grandi correnti europee. Leggermente più vecchio dei protagonisti della giovane scuola si pone a metà tra scapigliatura tardo-verdiana e verismo rimanendo in fondo estraneo a entrambe. La stessa natura si ritrova sul terreno culturale. Italiano di stirpe ma nato e cresciuto nell’Impero asburgico si muove a cavallo tra tradizione italiana e suggestioni mitteleuropee rendendo difficile collocarlo. La scelta dei soggetti e delle ambientazioni lo avvicinano al verismo ma il senso della prevalenza orchestrale e l’aristocraticità della scrittura – non sorprende l’ammirazione di Brahms nei suo confronti – guardano alla cultura musicale austro-tedesca.
Nel 2024 un omaggio al compositore è venuto dalle istituzioni musicali croate che hanno allestito – in collaborazione con il teatro sloveno di Maribor – la sua opera di maggior successo, “Nozze istriane” su libretto di Luigi Illica andata in scena nei teatri di Pola e Fiume. Questa registrazione testimonia la ripresa e deve fare i conti con un’iniziativa in cui l’entusiasmo non corrispondeva alle forze messe effettivamente in campo. Considerata “La cavalleria rusticana” nella Mitteleuropa l’opera di Smareglia se ne distingue per una maggior raffinatezza formale, soprattutto nelle parti orchestrali, e per evidenti echi del tardo Verdi – come non pensare al duetto del I atto di ”Otello” ascoltando quello tra Lorenzo e Marussa – ma manca della facilità melodica e della concentrazione drammatica del titolo del livornese.
Il direttore Simon Krečič – direttore stabile del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor – crede molto nella musica di Smareglia e questa convinzione si nota in una lettura attentissima e puntuale. Krečič riesce a rendere il non facile equilibrio tra ragioni drammatiche e una natura musicale prevalentemente lirica. I ritmi folklorici e una certa melanconia slava sono ben centrate dal direttore. I complessi fiumani pur non essendo compagini di primo livello internazionale mostrano una più che buona qualità esecutiva che trasmette l’accurato lavoro del direttore. Tanto l’orchestra quanto il coro svolgono quindi pienamente il loro incarico.
Il cast purtroppo non ci sembra all’altezza di questa ripresa. Jorge Puerta (Lorenzo) è un tenore dalla voce scura e brunita, quasi baritonale ma suona povera di squillo. Il materiale è solido e si capisce la partecipazione interpretativa alla vicenda ma soprattutto nei momenti più lirici difettano lirismo ed eleganza. Non vanno meglio le cose con l’amata Marussa, Anamarija Knego non solo sfoggia un fraseggio “oscuro “ma anche la linea di canto ci appare poco attraente. Con interpreti così le pagine più liriche tra i due, tra i momenti più riusciti della composizione, non riescono a esprimere se non in minima parte il loro potenziale. Corretta ma alquanto anonima la Luze di Stefany Findrik dal timbro decisamente troppo chiaro per la parte.
Vanno meglio gravi. Il veterano Giorgio Surjan ha ancora tutta l’autorevolezza richiesta dalla parte di Bara Merico e la voce è ancora una cartina di tornasole per tutti gli altri nella pienezza del timbro e nella pulizia del canto. Molto solido anche l’altro basso Filippo Polinelli nella viscida parte di Biagio, autore della trama che porterà alla rovina i giovani amanti. Jure Počkaj è forse un po’ grezzo come vocalità ma la parte di Nicola, dal taglio prettamente verista, concede non poco al riguardo e bisogna riconoscere al baritono una vocalità robusta e ben timbrata e una buona dizione. Sicuramente una proposta interessante ma la musica di Smareglia richiederebbe un livello esecutivo complessivamente più ampio per essere pienamente apprezzata.
Antonio Smareglia (1854 – 1929): “Nozze istriane” (1895)