Ercolano, Parco Archeologico: “Le nuove aperture delle Terme Suburbane”

Ercolano, Parco Archeologico
NUOVE APERTURE DELLE TERME SUBURBANE
Ercolano, 06 settembre 2025
Le Terme Suburbane di Ercolano si apprestano a riaprire, dal 14 settembre al 30 novembre 2025, in occasione di un’anteprima straordinaria che anticipa la futura restituzione stabile al pubblico. Non si tratta di un’apertura di facciata, bensì dell’accesso a un organismo architettonico che, pur nel suo stato di rovina, conserva ancora l’energia di una civiltà. Questo complesso termale, incastonato tra l’antico arenile e la cinta muraria, rappresenta infatti non solo l’edificio di balneazione meglio conservato del mondo romano, ma anche un frammento paradigmatico della cultura urbana imperiale, dove corpo e comunità, tecnica e bellezza si intrecciavano senza soluzione di continuità. Nato come bagno privato della famiglia dei Nonii Balbi, dinastia di mecenati che ha lasciato profonde tracce nella città vesuviana, l’edificio venne successivamente ampliato e reso fruibile alla cittadinanza. Già questo passaggio ne rivela la valenza simbolica: ciò che è proprietà gentilizia si fa spazio comunitario, come spesso accade nella parabola della città romana, in cui il bene individuale tende a trasfigurarsi in bene collettivo. Il complesso, oggetto di un imponente intervento di restauro dal valore complessivo superiore ai cinque milioni di euro (finanziati grazie alla legge di stabilità 2015 e ai fondi di bilancio del Parco per il triennio 2022-2025), si distingue per la straordinaria integrità di alcuni elementi: i pavimenti marmorei policromi, le decorazioni in stucco e pittura parietale, le porte lignee originali ancora conservate e, soprattutto, l’eccezionale sistema di riscaldamento “a samovar” che regolava la temperatura delle piscine calde. Quest’ultimo costituisce una rarità assoluta nel panorama archeologico, testimonianza della capacità romana di piegare l’ingegneria a fini di comfort collettivo. La scelta di aprire le Terme “a cantiere in corso” è una decisione di grande rilevanza culturale, voluta con determinazione da Francesco Sirano, funzionario delegato alla direzione del Parco. Essa risponde a un preciso principio: la fruizione del patrimonio non deve ridursi all’atto contemplativo di una rovina compiuta, ma deve comprendere anche il processo di cura che ne garantisce la sopravvivenza. L’accesso accompagnato, limitato ai fine settimana con turni cadenzati, mette i visitatori di fronte a una duplice temporalità: quella della città antica e quella del cantiere contemporaneo, due piani che si intrecciano per restituire continuità alla memoria. Camminare in questi ambienti significa attraversare un luogo in cui il corpo romano trovava non solo ristoro fisico, ma anche definizione sociale. Le terme erano, infatti, più che semplici bagni: erano teatri della convivenza, palcoscenici quotidiani nei quali la comunità si riconosceva e si misurava. Ogni spazio, dai frigidaria agli apodyteria, era scandito da funzioni che univano l’igiene alla socialità, la cura di sé alla costruzione di legami. L’architettura stessa — fatta di marmi, pitture e giochi d’acqua — agiva come scenografia politica, ricordando a ciascun individuo di appartenere a una collettività più grande. La qualità della conservazione rende le Terme Suburbane un caso di studio privilegiato. A differenza di Pompei, che restituisce ampie porzioni urbane ma spesso ridotte a strutture spoglie, Ercolano offre la possibilità di entrare in contatto con materiali organici, arredi e dettagli che altrove sono andati perduti. Le porte lignee originali, miracolosamente preservate, sono reperti di eccezionale rarità che permettono di comprendere non solo la tecnologia costruttiva, ma anche il senso quotidiano dell’abitare antico. I pavimenti marmorei, disposti in complessi disegni geometrici, non sono semplici superfici calpestabili, ma veri e propri dispositivi simbolici che nobilitavano il passaggio dei corpi. Il restauro in corso — reso possibile anche dal partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute, attivo sul sito dal 2001 — non è quindi un mero intervento conservativo, ma un progetto culturale di lungo periodo. Il cantiere diventa parte integrante del racconto: non separa il pubblico dal monumento, ma lo invita a condividere il processo della sua rinascita. In questo modo il patrimonio si presenta non come reliquia statica, ma come organismo in divenire, bisognoso di continua manutenzione e cura. Il valore dell’iniziativa non è solo archeologico, ma anche civile. L’introduzione di un biglietto aggiuntivo, destinato a finanziare i lavori, afferma il principio che la fruizione dei beni culturali implica corresponsabilità. Non esiste patrimonio senza comunità disposta a investirvi risorse e attenzione. Così come i Nonii Balbi trasformarono un bene privato in spazio pubblico, oggi il Parco e i suoi partner trasformano un luogo di memoria in laboratorio di cittadinanza. Le Terme Suburbane di Ercolano mostrano, meglio di altri complessi, come il mondo romano non conoscesse separazione tra utilità e bellezza, tra funzione e simbolo. L’acqua calda, il vapore, i mosaici, gli stucchi: tutto concorreva a un’esperienza in cui il benessere corporeo coincideva con l’affermazione della civiltà. Non sorprende allora che il loro riemergere oggi, dopo secoli di oblio e decenni di restauri, appaia come un atto quasi politico: ricordare che la città antica continua a parlare al presente, invitandoci a ripensare il rapporto tra individuo e comunità, tra cura del corpo e cura della res publica. Fra il 14 settembre e il 30 novembre, i visitatori che varcheranno la soglia delle Terme non entreranno semplicemente in un edificio archeologico. Attraverseranno un ponte tra epoche, assistendo al dialogo tra una civiltà che aveva fatto del bagno il proprio rito sociale e una contemporaneità che, nel custodirne le tracce, ne rinnova il senso. Le Terme Suburbane non sono dunque solo rovina restituita: sono le fondamenta stesse di una riflessione sul futuro del patrimonio. Copyright:  Luciano Pedicini (Foto di Copertina) Luigi Renzi Photo