Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: “French touch”

Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Festival “Parigi romantica pop”, 27 Settembre-28 Ottobre 2025″
“FRENCH TOUCH”
Quatuor Opale
Soprano Jennifer Courcier
Mezzosoprano Éléonore Pancrazi
Tenore Enguerrand de Hys
Baritono Philippe Estèphe
Pianoforte Emmanuel Christien
Estratti da operette e altro di Louis Varney, De Croze. Hervé, André Messager, Jacques Offenbach, Roger Planquette, Roger, Rey, Delibes

Venezia, 27 settembre 2025
Chi di noi non vorrebbe assaporare l’aria profumata e frizzante che circolava a Parigi negli anni dal Secondo Impero alla Belle Époque, quando la Ville lumière seduceva un vasto pubblico con l’irresistibile magia dei suoi spettacoli ‘leggeri’? Ebbene, questo desiderio può avverarsi, almeno per coloro che seguiranno il nuovo ciclo di concerti d’autunno, che si svolgerà a Venezia – e in altre sedi d’oltralpe –, per iniziativa del Palazzetto Bru Zane. Protagonista di questa rassegna – Parigi romantica pop – è il compositore Hervé, cui il Centre de Musique Romantique française ha dedicato negli ultimi anni un’attenzione particolare – si ricordino le riproposte di Les Chevalier de la Table ronde, Mam’zelle Nituouche, Le Compositeur touché e di altri titoli –, allo scopo di far luce su un autore, rimasto immeritatamente nell’ombra del suo famoso rivale Jacques Offenbah. Il 2025 – bicentenario della sua nascita – è l’occasione giusta per riscoprire ulteriormente questo musicista prolifico quanto strampalato, e insieme quel movimento artistico – fondato sul gusto per l’assurdo e la follia –, di cui può essere ritenuto un esponente di spicco. Lo si è colto nel concerto inaugurale, French Touch – svoltosi presso la sontuosa Sala Capitolare della Scuola Grande San Giovanni Evangelista –, nel corso del quale la solennità del luogo rendeva ancor più travolgente la verve, con cui il soprano Jennifer Courcier, il mezzosoprano Éléonore Pancrazi, il tenore Enguerrand de Hys e il baritono Philippe Estèphe – accompagnati dal pianoforte di Emmanuel Christien – hanno saputo divertire il pubblico, interpretando un programma, che ripercorreva la storia dell’opéra-bouffe. Nel XIX secolo le partiture per soprano, mezzosoprano, tenore e baritono in veste solistica divennero estremamente rare: quattro grandi voci in una stessa serata musicale costavano troppo. Dunque, tale formazione virtuosistica era riservata a composizioni particolari, come il quatuor Le Colimaçon del tolosano Étienne Rey o il duo Un ténor sans engagement di Jean-Baptiste de Croze, tra i brani di questo concerto, proposti insieme a pagine di teatro musicale ‘leggero’, spesso dall’impianto contrappuntistico, in cui i componenti del Quatuor Opale hanno saputo caratterizzare la personalità di ciascun personaggio, grazie a una grande efficacia nel fraseggio come nella seppur misurata gestualità, cui si accompagnava un intelligente impiego dei rispettivi mezzi vocali: timbratissimo il baritono, generoso il tenore, caricaturale senza pesantezze il mezzosoprano, squillante il soprano. Tra duetti e terzetti, le opere di Hervé (La Nuit aux soufflets, Chilpéric, Alice de Nevers, Estelle et Némorin) e di Offenbach (Orphée aux Enfers, Un mari à la porte, Barbe-Bleue, Les Brigands, La Romance de la rose) si alternavano a partiture meno note di compositori contemporanei – come Surcouf di Robert Planquette, Oscarine di Victor Roger e Monsieur Griffard di Léo Delibes – o di loro successori come Les p’tites Michu di André Messager e Miss Robinson di Louis Varney. Emblematici di questo spumeggiante genere di spettacolo il finale dell’offenbachiana Romance de la rose, che scherza sulle differenze linguistiche tra i personaggi, e il “Quatuor du naufrage”, da Miss Robinson di Louis Varney, che gioca invece sull’assurdità dell’allegria condivisa da un gruppo di naufraghi. Ripetuti applausi. Un bis: il celebre “Quatuor de l’omelette” da Le Docteur Miracle di Georges Bizet. Foto Daniele Zoico