Parma, Teatro Regio, Festival Verdi 2025
Filarmonica Arturo Toscanini
Coro del Teatro Regio di Parma
Direttore Robert Treviño
Maestro del Coro Martino Faggiani
Soprano Marta Torbidoni
Mezzosoprano Valentina Pernòzzoli
Tenore Piero Pretti
Basso Michele Pertusi
Giuseppe Verdi: “Messa da Requiem ” per Coro, soli e Orchestra
Parma, 18 ottobre 2025
Oramai tradizionale l’appuntamento del Festival Verdi con la Messa da Requiem. Protagonista assoluta la Filarmonica Toscanini, orchestra veramente di prima grandezza. La compongono professori che, a differenza dei colleghi di altre ed anche più blasonate compagini, attendono al loro mestiere con encomiabile disciplina: sicché non li si vede mai sghignazzare fra compagni di sezione, ma sempre in attento ascolto. Fatto che potrebbe considerarsi scontato, ma chi frequenti le sale da concerto sa quanto disgraziatamente non lo sia. Non è solo un dato comportamentale, perché la differenza poi si sente. Soprattutto nei fortissimi in cui restano udibili distintamente tutti i piani sonori (e qui il pensiero va principalmente agli interventi dei legni, spesso schiacciati fra resto dell’orchestra e coro). Certo, merito è anche del direttore, ma l’ascolto reciproco è qualcosa che sta all’orchestra. Una prova di altissima professionalità, dunque, della quale val qui citare due esempi soli per non tediare il lettore: il tuba mirum che s’è ascoltato, un prodigio di intonazione, e i tremoli, fittissimi e sulla punta dell’archetto, che stendevano un sontuoso, etereo tappeto all’hostias. Robert Treviño, molto apprezzato dall’orchestra che si rifiutava di alzarsi per applaudirlo, è un direttore dotato di una visione estremamente netta e di un metodo solidissimo per realizzarla: insomma, un ottimo direttore. La lucidità con cui guarda alla partitura lascia forse poco spazio ad abbandoni lirici o estasi mistiche: espedienti che talvolta posso anche sedurre, ma qui non facevano sentire la loro mancanza. Quel che talvolta può soffrire la spigolosa meticolosità del cesello infinitesimale è piuttosto l’ampio respiro del disegno complessivo, qualcosa che ha più a che vedere con il fraseggio che con il legato. Quella cara e gratificante sensazione che una pausa racchiuda tutto il divenire, ecco, non si è provata. Ma se siamo al sofisma, vuol dire che stiamo parlando di un direttore veramente valido. Difatti a quarantun anni ha già inciso un notevole ciclo beethoveniano con la sua Malmö Symphony Orchestra, e in Italia ha già diretto la Filarmonica della Scala e l’Orchestra Nazionale della Rai, di cui è direttore ospite principale. Al suono lucido e nitido della Toscanini risponde da par suo un Coro del Regio, diretto da Martino Faggiani, in forma smagliante, musicalmente impeccabile, capace di sfumature espressive sempre opportune e mai edonistiche. Michele Pertusi è un fraseggiatore di innata eleganza che incanta con quel timbro che si falda in morbidezze pastosissime. E se talvolta di tale voce ne traspare qualche margine liso, non vien meno la certezza d’essere in presenza di un vero artista. Il suo mors stupebit è oltre il limite del parlato, e il suo salva me struggente. Piero Pretti compie il suo dovere con il mezzo luminoso e squillante che gli conosciamo, senza distinguersi per liberalità nell’espressione. Valentina Pernòzzoli sfodera una voce larga e piena, voluminosa da far impressione, dalle solide e timbratissime fondamenta nel grave, che ascende poi proiettandosi all’acuto in una luce più soffusa, rivestendosi di uno smalto delizioso e decisamente femminile. Marta Torbidoni, soprano dal timbro fascinoso e dalla dotazione tecnica più completa, ha offerto un’ottima prova, sebbene forse non la migliore di sé. Si segnala l’incipienza di un vibrato talvolta prevaricatore, ma soprattutto è parsa impensierita da taluni passaggi, come ad esempio il balzo dell’ultimo requiem: riuscito, ma in tutta franchezza non con quell’effetto che da lei ci si poteva aspettare. Ad ogni modo, come s’e scritto e si ripete, un’ottima prova, salutata, peraltro, assai festosamente dal pubblico internazionale e parmigiano che si riunisce per la data unica del «Rèccuiemm».
Parma, Festival Verdi 2025: “Messa da Requiem”