Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea: “Ceroli Totale”

Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
CEROLI TOTALE
A cura di Renata Cristina Mazzantini e Cesare Biasini Selvaggi
Promossa da Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
in collaborazione con Banca Ifis

Roma, 6 ottobre 2025
C’è in Mario Ceroli una calma che sembra appartenere alla materia stessa, una vibrazione che non nasce dalla volontà ma dall’ascolto. Il legno, nelle sue mani, non è materia da plasmare, ma un essere da accompagnare. Ogni venatura è un segno del tempo, ogni fibra una memoria che respira. In questo atto silenzioso si riconosce l’essenza della sua arte: non costruire, ma rivelare. Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dove da giovanissimo aveva mosso i primi passi, Ceroli torna oggi con Ceroli Totale, mostra promossa in collaborazione con Banca Ifis. È un ritorno che non conclude ma riprende, un cerchio che si apre ancora. Le sue opere tornano nelle sale della Galleria come frammenti di un discorso che non si è mai interrotto, portando con sé la memoria di un mestiere e la promessa di un futuro. L’esposizione si fa anche preludio alla Casa-Museo Ceroli, che dal 2026 accoglierà la sua collezione, trasformando la sua dimora e il suo hangar-studio in una factory per giovani artisti: un laboratorio di continuità dove la sua eredità artigianale, spirituale e civile potrà rigenerarsi ogni giorno. Non è una retrospettiva, ma una meditazione sulla durata. Le venti opere esposte, provenienti dalle collezioni della GNAMC, di Banca Ifis e dell’artista, non seguono un ordine cronologico ma un ritmo interiore. La curatela congiunta di Renata Cristina Mazzantini e Cesare Biasini Selvaggi restituisce la densità poetica di questo pensiero, offrendo un percorso che unisce rigore e intimità. Ogni elemento è spiegato con misura, ma lasciato libero di evocare: la mostra chiarisce senza imporre, illumina senza svelare del tutto.  In questo contesto, il sostegno di Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, assume un valore più ampio della semplice committenza. Il suo progetto culturale, espresso attraverso Ifis Art, riconosce nell’arte di Ceroli non solo la forza di un linguaggio, ma la potenza etica della materia. La visione di Fürstenberg Fassio si radica in un’idea di cultura come ecosistema, dove la responsabilità sociale, la bellezza e la memoria condivisa convivono in un medesimo orizzonte. Il legno, in questa prospettiva, è materia viva. Ogni elemento porta con sé una storia, i cicli di vita della natura, come in quei frammenti di tronco raccolti lungo i fiumi dal naturalista Herbert Steiner, che li definiva “lacerti della natura”. In questa visione si riflette l’approccio olistico di Rudolf Steiner e della sua pedagogia Waldorf: l’idea che la materia, e in particolare il legno, non sia mai inerte, ma viva di forze che uniscono la terra e lo spirito. È un principio che permea l’intera mostra. Le sculture di Ceroli ne sono la manifestazione tangibile: non oggetti, ma esseri che respirano, che si trasformano, che portano dentro di sé la voce della vita. Le sagome che popolano le sale non rappresentano, ma evocano. Sono figure di passaggio, silhouette che definiscono l’uomo nel suo confine più sottile. Ceroli lavora da sempre sul limite: il contorno come soglia, non come separazione. Il legno, con le sue fenditure e i suoi nodi, diventa la mappa di un tempo che scorre dentro le cose. La forma non chiude, apre. È un varco tra l’umano e il mondo, tra la presenza e la memoria. La mostra si sviluppa come un respiro, un moto continuo tra pieni e vuoti. Le opere dialogano senza sopraffarsi, come pensieri che si richiamano a distanza. Ci si muove tra i lavori come tra le stanze di un ricordo: nulla è fissato, tutto è in movimento. Le prime sagome nate negli anni della Scuola di Piazza del Popolo convivono con le più recenti, scurite dal tempo, eppure ancora vibranti di una giovinezza segreta. Biasini Selvaggi costruisce questo ritmo con discrezione, restituendo la coerenza interiore di un artista che non ha mai tradito la propria materia. In Ceroli l’opera non è mai definitiva. Egli la sposta, la modifica, la reinventa. Ogni luogo ne determina la metamorfosi, ogni tempo la sua tonalità. È un processo di trasformazione continua, in cui la scultura diventa esperienza. L’artista accompagna la materia nel suo divenire, lasciandole la libertà di cambiare, come se anche il legno avesse diritto alla sua evoluzione. C’è una dolcezza silenziosa in questo percorso, una malinconia che non è rimpianto ma consapevolezza. Ceroli appartiene a una generazione che ha vissuto l’arte come mestiere, con la dignità del lavoro e la responsabilità del pensiero. È superstite di un’epoca in cui l’artista non interpretava il mondo, ma lo costruiva con le proprie mani. Eppure, la sua opera non è mai nostalgica: è un atto di resistenza gentile contro la perdita di senso, una dichiarazione di fiducia nella durata. Nelle ultime sale, il tempo entra nella materia. Le superfici ossidate raccontano il respiro degli anni, e Ceroli non tenta di opporvisi: lascia che il tempo completi ciò che la mano umana ha iniziato. È un gesto di abbandono e di fiducia, un riconoscimento che la bellezza nasce anche dal consumo, dalla trasformazione, dalla finitudine. In Le ceneri, opera dedicata ai conflitti contemporanei, questa visione trova la sua forma più alta. Le sagome bruciate e annerite non parlano di distruzione, ma di sopravvivenza. La cenere diventa memoria viva, sostanza che trattiene energia. È la materia del lutto e della rinascita, il simbolo dell’uomo che attraversa il dolore per tornare alla luce. E così, Ceroli Totale non è un punto d’arrivo ma un inizio. Totale non perché racchiude tutto, ma perché contiene il principio del movimento: la certezza che ogni cosa, anche la più ferita, può ancora trasformarsi. Nella costanza del legno, nella precisione del taglio, nella fedeltà alla forma Ceroli ha trovato la sua libertà: quella di lasciare che la materia viva, che il tempo parli, e che l’arte continui, come il respiro, a non finire mai.