Roma, Teatro dell’Opera: “The turn of the screw”

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2024/2025
“THE TURN OF THE SCREW”
Il Giro di Vite
Opera in un prologo, due atti e sedici scene, op. 54
Libretto di Myfanwy Piper

Dall’omonimo romanzo breve di Henry James
Musica di Benjamin Britten
The Prologue/Quint  IAN BOSTRIDGE

Governess  ANNA PROHASKA
Miles  ZANDY HULL
Flora  CECILY BALMFORTH
Mrs Grose  EMMA BELL
Miss Jessel  CHRISTINA RICE
Direttore BEN GLASSBERG
Regia  DEBORAH WARNER
Scene Justin Nardella

Costumi Luca Costigliolo
Luci Jean Kalman
Movimenti di scena Joanna O’Keeffe
ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma.Deborah Warner desidera ringraziare Edward Burrows e Pippa Woodrow che hanno interpretato i due bambini nella sua produzione del 1997, nonché i designer Tom Pye e Jean Kalman. I loro contributi vividamente ricordati, hanno fornito una fonte di ispirazione continua mentre sviluppavamo la nostra storia attraverso l’opera.
Roma, 19 settembre 2025
Autore sempre presente nella programmazione musicale romana con diversi titoli alcuni dei quali anche in prima italiana, Benjamin Britten torna sulle scene con The Turn of the Screw. In particolare questo spettacolo costituisce il terzo titolo britteniano al Teatro dell’Opera di Roma per la regista Deborah Warner dopo i lusinghieri successi ottenuti con Billy Bud nel 2018 per il quale ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali come L’International Opera Award, l’Olivier Award e in Italia il premio Abbiati della critica e Peter Grimes nel 2023. Ispirato anche all’opera del pittore inglese James Pryde, il presente allestimento colloca l’opera in un nero profondissimo nel quale i fantasmi e i vari personaggi si materializzano e agiscono narrando l’inquietante vicenda con scorrevole e sciolta abilità, senza calcare l’accento su nessuno dei molti aspetti ambigui contenuti nel testo ma anzi destando nel pubblico dubbi e interrogativi che spesso rimangono irrisolti e rifuggendo da qualsivoglia tentazione didascalica. La storia infatti viene vista con gli occhi dei due bambini protagonisti i quali nella loro lineare ed asciutta semplicità non riescono a distinguere il vero dal falso. Molto belli sono apparsi i costumi di Luca Costagliolo, valorizzati dalle luci di Jean Kalman e dai movimenti di scena curati con studiata precisione da Joanna O’Keeffe. Assai ricca di sfumature e attenta a creare il crescendo di tensione è stata la direzione del giovane maestro Ben Glassberg, al suo debutto romano. Con una grande cura dei particolari sempre volta ad un fine espressivo e evidente frutto di una minuziosa e profonda conoscenza della partitura ha ben saputo illustrare i vari momenti di questa composizione dalla semplicità solo apparente. Di assoluto valore poi è stato il cast vocale della serata. Il tenore Ian Bostridge, acclamato ed esperto interprete di questo repertorio, è stato un Quint inquietante, ambiguo ed evanescente, insuperabile sia nel canto che nella recitazione e perfino nella fisicità. Anna Prohaska è stata una magnifica governante come pure molto brave sono state Emma Bell e Christine Rice rispettivamente Mrs Grose e Miss Jessel. Ma assolutamente straordinari sono stati i due giovanissimi interpreti dei due bambini Flora e Miles, rispettivamente Cecily Balmforth e Zandy Hull. Grazie ad un lungo ed attento lavoro preparatorio della regista sono riusciti ad esprimere la complessità dei loro personaggi con grande musicalità, perfetta intonazione e soprattutto una recitazione spigliata e spontanea, frutto di un indiscutibile talento unito ad uno studio approfondito e proficuo. Alla fine lunghi e calorosi applausi da parte di un pubblico entusiasta in un teatro quasi al completo per un’opera contemporanea, offerta in una serata romana di settembre. Photocredit Fabrizio Sansoni-Teatro dell’Opera di Roma