Torino, Teatro Vittoria: Gianpaolo Pretto dirige l’orchestra Filarmonica di Torino

Torino Teatro Vittoria, Concerti dell’Orchestra Filarmonica di Torino 2025-2026
“Rintocchi e Profumi”
Orchestra Filarmonica di Torino
Direttore Gianpaolo Pretto
Arvo Pärt: “Cantus in Memoriam Benjamin Britten”;  Johannes Brahms: Sinfonia n.2 in re Maggiore op.73.
Torino, 20 ottobre 2025. (Prova Generale)
L’Orchestra Filarmonica di Torino si fa carico, dopo l’Orchestra sinfonica nazionale RAI, Lingottomusica e l’Orchestra del Teatro Regio, della quarta inaugurazione di stagione sinfonica torinese. Nel nuovo programma generale 2025-26 della Filarmonica, dal titolo “ONE WAY Memories”, si trovano otto concerti sinfonici, da ottobre a fine maggio, associati ad altri otto “da camera”, denominati OFFICINA, concentrati tra fine ottobre e metà dicembre. Il ciclo dei sinfonici conta, per ciascuna locandina, tre date in tre sedi: la domenica mattina la prova di lavoro in un capannone industriale semiperiferico; il lunedì pomeriggio la prova generale in un centralissimo teatro che ospita anche molti concerti dell’Unione Musicale; e finalmente il martedì sera il concerto nella sala grande del Conservatorio Giuseppe Verdi. La Filarmonica, che è operativa da una trentina di anni, ospita nelle sue fila dei maestri che ne hanno percorso l’intero arco di attività, ma soprattutto dà spazio ed opportunità a moltissimi giovani che ne garantiscono la freschezza e ne promuovono il continuo rinnovamento. Due sono le figure di riferimento: il violino di spalla e direttore Sergio Lamberto che, anche nel conservatorio torinese, continua a formare decine di violinisti e il direttore Gianpaolo Pretto già, per quasi un ventennio, primo flauto dell’orchestra della RAI. La Filarmonica, ospite fissa di MITO, conta, non solo in patria, anche notevoli collaborazioni con prestigiose manifestazioni internazionali. La scelta delle musiche da presentare, favorita dalla disponibilità non solo dell’intera orchestra ma anche di una agguerritissima formazione di soli archi, è molto fantasiosa e libera: ai soliti inevitabili classici vengono affiancati sia autori barocchi che moderni e attuali. L’impaginato del primo concerto di stagione prevede infatti un pezzo dell’estone vivente Arvo Pärt e la sinfonia n.2 del classicissimo Brahms. Qui si segnalano anche l’ottima veste grafica e l’approfondito corredo critico dei libretti a corredo dei concerti.
Il Cantus in memoriam Benjamin Britten, Pärt lo compose nel 1977 colpito ed emozionato per la morte, il 4 dicembre del ’76, di Britten. Come in molte musiche del compositore inglese è forte anche in Pärt il richiamo alle atmosfere della musica sacra rinascimentale e protobarocca. Pare poi di trovarvi anche un certo orientalismo di fondo, coniugato ad una orchestrazione essenziale, che riporta alle tre Parabole da Chiesa, che Britten scrisse alla fine degli anni ’60, di ritorno da una visita in Giappone. L’organico orchestrale prevede una singola campana tubolare, intonata sulla nota la, che domina un’orchestra di soli archi, suddivisi, tranne le viole, in due gruppi. Una polifonia rinascimentale, a cinque voci, con la viola in funzione di tenor. La trama elaboratissima è costruita su poche note e si presenta quasi come il frutto di un complicatissimo calcolo combinatorio che anima di molteplici sfumature, sonore ed emozionanti, un’assoluta immobilità di fondo. La campana che periodicamente viene colpita, con dinamiche variabili, può essere assimilata a una campana funebre che accompagna l’ultimo viaggio. Il pezzo si carica quindi di grande spiritualità, di profondo patetismo e di una dolcezza triste. Nulla a che vedere con la meccanica e urtante ripetitività del contemporaneo minimalismo americano. La direzione di Gianpaolo Pretto riesce ad ottenere, dagli ottimi archi della Filarmonica, una grande espressività che svela l’emozione che l’autore doveva aver provato per la morte del collega; così intensa l’emozione che inevitabilmente si riversa in platea e conquista i presenti.
A Pärt segue la Seconda sinfonia di Johannes Brahms. Agli archi si uniscono fiati e timpani. L’opera, pur tanto nota e tanto eseguita, è comunque sempre un’ardua vetta da scalare. L’andamento è complessivamente molto equilibrato, mai affrettato e mai troppo compiaciuto. L’attenzione della direzione di Pretto pare volta a valorizzarne la struttura e a renderne esplicite e comprensibili le evoluzioni e gli sviluppi della forma. Una lettura nervosa e didattica. Non si inseguono mire estetizzanti e edonistiche: l’eccessiva piacevolezza non è certamente nelle intenzioni di una direzione di fondo strutturalista. Pretto conduce l’orchestra con gesti nervosi, dinoccolati, angolosi e repentini e, nell’empito dei focus orchestrali, abbandona per poi ricuperare subitamente la postazione sulla pedana. L’effetto di coinvolgimento, non solo degli orchestrali ma anche del pubblico, è perentorio ed immediato. Buono l’accordo degli archi e preziosi gli interventi degli strumentini, qualche momentanea fluttuazione nell’intonazione degli ottoni, non turba il felicissimo esito complessivo della prova. A chiusura di questa Prova Generale del concerto d’avvio di stagione, gli applausi dell’attento pubblico che esaurisce le poltroncine del Teatro Vittoria, sono convinti, strameritati e ben auguranti per quanto verrà. Le fotoe a corredo si riferiscono al concerto, in Conservatorio, del giorno successivo (21 ottobre).