Dramma in musica in tre atti su libretto di Giovanni Battista Varesco. Andrew Staples (Idomeneo), Magdalena Kožená (Idamante), Sabine Devieilhe (Ilia), Elsa Dreisig (Elettra), Linard Vrielink (Arbace), Allan Clayton (Il gran sacerdote di Nettuno), Tareq Nazmi (La voce dell’Oracolo), Heidi Baumgartner, Barbara Flekenstein, Kerstin Rosenfeld (Le cretesi), Q-Won Han, Michael Mantaj (Due troiani). Chor del Bayerischen Rundfunks, Howard Arman (Maestro del coro), Symphonienorchester des Bayerischen Rundfunks, Simon Rattle (Direttore). Registrazione: 17-19 dicembre 2023, Herkulessaal der Residenz – München. 3 CD BR Klassik 900215.
Testimonianza delle recite in forma di concerto alla Herkulessaal der Residenz di Monaco di Baviera nel dicembre 2023 il presente cofanetto ci presenta l’”Idomeneo” mozartiano diretto da Simon Rattle alla guida dei sempre magnifici complessi della Bayerischen Rundfunks. Rattle è un direttore di grande tradizione, lontano dalle attuali tendenze filologiche ma proprio per questo particolarmente interessante nel testimoniare come si possa rileggere con sensibilità moderna la grande tradizione novecentesca delle esecuzioni mozartiane. Quella di Rattle è una lettura di classica bellezza, sfruttando anche l’altissimo magistero della compagine orchestrale opta per una direzione di classica nobiltà. Tempi ampi, nobilmente distesi, suoni orchestrali morbidi e setosi, quello che ascoltiamo è una sorta di grande rilievo fidiaco in musica lontano dalle tensioni e dai contrasti estremi delle nuove generazioni ma avvolto in un’aura di solenne bellezza che ovviamente si esalta nei grandi momenti solenni – soggiogante la scena del sacrificio – ma capace di autentica emozione negli abbandoni più lirici e dolenti. Forse non ha neppure senso confrontare due approcci così differenti, restando sui confronti visivi e come confrontare la solennità dei fregi partenonici al tormentarsi delle forme del tardo ellenismo. Ciascuno pienamente compiuto nella propria identità. L’esecuzione è assolutamente integrale per le parti cantate con l’esecuzione di tutte le arie presenti nelle varie edizioni dell’opera compresi brani di raro ascolto come la prima aria di Arbace “Se il tuo duolo” e quella finale di Idomeneo “Torna la pace”. Mancano solo i balletti
La compagnia di canto è molto valida, tra le migliori documentate discograficamente almeno per la parte femminile. L’unico a non convincere pienamente è il protagonista. Andrew Staples non canta di certo male, anzi. La voce è molto bella, la linea di canto elegantissima, l’interprete accurato e sensibile ma manca qualcosa. Manca una maggior drammaticità, una maggior prestanza vocale. Quella di Staples è una voce squisitamente lirica portata ad una luminosa nobiltà ma Idomeneo richiede spesso un canto di forza e un’autorità nei declamati che Staples può far intuire ma non riesce mai a raggiungere pienamente. Il confronto con la più o meno coeva prova di Spyres ad Aix e al riguardo un’implacabile cartina di tornasole. La voce così lirica di Staples crea anche poco contrasto con l’Arbace di bella presenza vocale di Linard Vrielink.
Magdalena Kožená può non convincere in altri repertori ma alle prese con il classicismo viennese, da Gluck a Mozart si conferma fuoriclasse assoluta. La voce è chiara, quasi sopranile, ma Idamente non è Sesto, la parte è più acuta e un timbro chiaro ben si adatta al principe cretese. Il canto è di un’eleganza adamantina ma senza freddezze anzi sempre innervato di una sensibilità espressiva che in questa scrittura trova come esaltarsi pienamente. Difficile oggi immaginare Ilia migliore di Sabine Devieilhe. Voce non corposa, ma in disco – dove il volume ridotto non pesa – si esprime con un canto di squisito lirismo. La voce è di una purezza cristallina, l’accento di un lirismo nobile e palpitante che coglie ogni fibra della principessa troiana, le colorature nitide e impeccabili. Poco vi è in fondo da dire, basta abbandonarsi all’ascolto. Molte riflessioni si possono invece fare sull’Elettra di Elsa Dreisig che del ruolo da una lettura personalissima. La voce è di natura più lirica di quanto il ruolo richiederebbe ma l’interprete è di grande temperamento e viene a capo con sicurezza di “D’Oreste, D’Aiace” ma è altrove che bisogna cercare la sua Elettra. La Dreisig coglie della principessa argiva più la sofferenza che il furore, la prima aria trasmette il senso di un’ira derivante da un dolore profondo e i brani più lirici – “Idol mio, se ritroso” o il terzetto del II atto – hanno una sincerità espressiva raramente ascoltata. Tareq Nazmi ha tutta l’imponenza richiesta dalla Voce dell’Oracolo, Allan Clayton canta con proprietà la parte del Gran Sacerdote di Nettuno e i solisti del coro fanno gara di bravura negli interventi solistici dei troiani e delle cretesi.
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791): “Idomeneo re di Creta” (1781)