Albano Laziale, Anfiteatro Festival VI Edizione 2017: “Rigoletto”

Anfiteatro Festival VI Edizione 2017- Albano Laziale- Roma
“RIGOLETTO”
Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma Le Roi s’amuse di Victor Hugo
Musica di Giuseppe Verdi
il Duca di Mantova ANGELO FIORE
Rigoletto  CARMELO CORRADO CARUSO
Gilda PATRIZIA CIGNA
Sparafucile CARLO DI CRISTOFARO
Maddalena STEFANIA SCOLASTICI
Giovanna ARIANNA CASTELLI
Il Conte di Monterone ALBERTO LUINI
Marullo ANDREA SCORSOLINI
Matteo Borsa GUIDO BERNONI
Il Conte di Ceprano SILVIO RICCARDI
La Contessa di Ceprano NICOLETA TRULIU
Usciere di Corte EGIDIO D’ELIA
Paggio della Duchessa ELEONORA LEONORI
Orchestra Sinfonica Europa Musica e Coro Lirico Italiano
Direttore Maurizio Morgantini
Maestro del Coro Renzo Renzi
Regia Gianmaria Romagnoli
Scene e Costumi Giovanni di Mascolo
Produzione Europa Musica
Albano, 30 luglio 2017
Giunta ormai alla sua VI edizione, la rassegna Anfiteatro Festival che si tiene nella prestigiosa cornice dell’Arena dell’area archeologica di Albano, organizzata da Europa Musica per la direzione artistica del maestro Renzo Renzi, quest’anno propone tra i vari titoli in programma tra cui Tosca ed un recital di Katia Ricciarelli, il Rigoletto di Verdi affidato alla bacchetta del maestro Maurizio Morgantini ed a un cast di professionisti più che collaudati per le parti principali. La regia di Gianmaria Romagnoli di impianto assolutamente tradizionale narra la vicenda in maniera essenziale senza colpi d’ala ma anche in modo scorrevole, pur non rinunciando ad alcuni vezzi del nostro tempo quale quello di animare il preludio del primo atto e più in generale l’intenzione di mostrare ed esplicitare ogni cosa, privando la musica o al testo del previsto compito di raccontare. Maurizio Morgantini imposta con rigore ed essenzialità la direzione dello spettacolo valorizzando i cantanti e scegliendo dei tempi ed un ritmo nel complesso appropriati e convncenti, cui forse avrebbe giovato qualche respiro o qualche sospensione in più, soprattutto per impreziosire l’attesa nel pubblico delle arcinote melodie dell’opera. Molto buona la prova vocale del Coro, vestito con non comune eleganza. E veniamo ai cantanti di questa piacevole recita estiva sia pure con i noti limiti di ascolto posti dalle esecuzioni all’aperto che è sempre bene rammentare.
Il Duca di Mantova è stato impersonato dal tenore Angelo Fiore con autorevole e signorile figura scenica ed una vocalità da tenore eroico da Grand Opéra, con acuti sfacciatamente sicuri ma capace di mille delicate sfumature, restituendoci un personaggio sicuramente molto ben cantato ma forse un po’ troppo nobile e coturnato. Nel ruolo eponimo il baritono Carmelo Corrado Caruso, ormai vero esperto della parte, ha offerto un ritratto del personaggio inteso e sofferto, cantando con voce ampia sicura ed omogenea, onorando tutti gli acuti di tradizione ma capace anche di preziose sfumature e di rare raffinatezze musicali, unita ad una recitazione da grande teatro tragico che è insolito trovare nei cantanti d’opera. Gilda è stata cantata da Patrizia Cigna con bella voce estesa, morbida ricca di armonici e con una recitazione spigliata e assai efficaci nel rendere con sincera commozione i vari aspetti emotivi di questo personaggio spesso risolto solo in algido e univoco candore virginale. Maddalena di singolare spessore e bellezza vocale e disinvoltura scenica ma tenuta sempre entro i limiti del buon gusto, è stato il contralto Stefania Scolastici. Vocalmente un po’ opaco è parso il basso Carlo di Cristofaro nel ruolo di Sparafucile, risolto tuttavia con prestante figura scenica. Nel complesso tutti corretti e funzionali gli interpreti del folto stuolo di comprimari fra i quali spiccava il Marullo di Andrea Scorsolini per bellezza vocale e il Monterone di Alberto Luini per timbro vocale sinceramente indefinibile. Alla fine lunghi e calorosi applausi per l’inaugurazione operistica di questa ormai attesa manifestazione organizzata come ogni anno in uno splendido contesto archeologico e alla piacevole frescura offerta dai Castelli, un tempo rifugio estivo della nobiltà romana. Foto Elena Lonfaloni