Ascoli Piceno:”Manon Lescaut”

Ascoli Piceno, Teatro “Ventidio Basso”, Fondazioni all’Opera Stagione 2012
“MANON LESCAUT”
Dramma lirico in quattro atti di autore anonimo, cui collaborarono Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Marco Praga, Giacomo Puccini, Giulio Ricordi.
Musica di Giacomo Puccini 
Manon Lescaut RAFFAELLA ANGELETTI
Renato Des Grieux  LEONARDO CAIMI
Lescaut, fratello di Manon  CARMELO CORRADO CARUSO
Geronte di Ravoir/Comandante di Marina
 CARLO DI CRISTOFORO
Edmondo/ Un lampionaio  ALESSANDRO FANTONI
Un Sergente degli Arceri / Oste DAVIDE FILIPPONI
Il maestro di Ballo NUNZIO FASSINI
Un Musico BARBARA BUCCI
Coro “Ventidio Basso” Ascoli Piceno.
Orchestra Sinfonica Abruzzese.
Direttore  Massimiliano Stefanelli
Maestro del coro Paolo Speca
Regia Aldo Tarabella
Scene Pier Paolo Bisleri
Costumi Chiara Barichello
Luci Lorenzo Caproli
Ascoli Piceno 21 ottobre 2012

Spettacolo di impostazione tradizionale almeno per quanto riguarda la parte visiva, questa Manon Lescaut andata in scena  al Teatro di Ascoli Piceno con un notevole successo di pubblico. La regia di Aldo Tarabella ambienta la vicenda in una sorta di generico settecento un po’ poco francese nei primi due atti ma comunque visivamente gradevole, immergendo l’amore tra i due protagonisti in una sorta di teatro della vita dove si alternano e si intrecciano ambizione e passione, generosità e avidità, sentimenti autentici ed opportunismo. A questo proposito è risultata di notevole impatto emozionale e assai funzionale scenicamente per movimentare un atto costituzionalmente statico, la realizzazione della scena del deserto, con la morte della protagonista  fra i cadaveri di altri sconosciuti sventurati e sventurate, a voler concludere la parabola di una passione nata tra la folla di una locanda in mezzo a tante altre piccole vicende e terminata insieme ad altre vite ignote ma pure accomunate da un destino tragico.
E proprio questa ricerca di continuo contrasto tra le pulsioni di una passione incontrollabile e il fluire invece della vita civile e convenzionale, il continuo alternarsi di fughe ed arrivi, di perdersi e ritrovarsi, in sintonia con l’impostazione della regia, la si coglie con chiarezza nella direzione del M° Massimiliano Stefanelli, sempre caratterizzata dalla ricerca del bel suono, attenta a sostenere le necessità dei cantanti ma soprattutto animata da un continuo alternarsi di indugi ed accelerazioni senza tuttavia perdere l’equilibrio dell’insieme ed il filo del discorso musicale. Ottimo in particolare il suono dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Discreta la prova del coro.

E veniamo ai solisti. Trionfatrice della serata è stata il soprano Raffaella Angeletti. Impeccabile musicalmente e vocalmente ha evidenziato, complice anche la regia, più il lato volitivo ed ambizioso di Manon trascurando la giovinezza e la civetteria dei primi due atti ma offrendo un “Sola, perduta, abbandonata” di grandissima efficacia vocale e musicale e in assoluto di non comune ascolto. Renato Des Grieux era il tenore Leonardo Caimi che ha cantato con gran bella voce e sostanziale appropriatezza la parte ma anche con una evidente eccessiva prudenza nel dosare le proprie energie e con una tendenza a compiacersi di allargare le frasi musicali, così da raffreddare l’espressività di alcuni appuntamenti come il duetto del secondo atto o il finale terzo, pur trovando momenti di autentica commozione nell’ultimo atto. Bellissimo scenicamente e dal giusto peso vocale è apparso il basso Carlo Di Cristoforo nel doppio ruolo di Geronte e del Comandante. Carmelo Corrado Caruso ha tratteggiato un Lescaut eccellente sia sotto il profilo scenico che musicale, sottolineando la sostanzialmente semplice e spontanea ambiguità del suo personaggio con voce dal bellissimo timbro e fraseggio e dizione d’alta scuola. Nell’insieme funzionali le parti secondarie sia pure con alcune imprecisioni musicali. Alla fine lunghissimi applausi per uno spettacolo che, evidentemente realizzato con mezzi economici limitati, ha saputo regalare al pubblico alcune idee interpretative e, soprattutto, diversi bei momenti musicali.