Brescia, Teatro Grande: “Giselle”… à la russe

Brescia, Teatro Grande, Stagione di Opera e Balletto 2013
“GISELLE”
Balletto fantastico in due atti
Libretto di Jules Henri Vernoy de Saint-Georges, Théophile Gautier e Jean Coralli
Coreografie Jean Coralli, Jules Perrot e Marius Petipa
Musica di Adolphe Adam
Giselle ANNA NAUMENKO
Conte Albrecht ARTËM PYHAËV
Myrtha DAR’JA EL’MAKOVA
Hans  IL’JA OSIPOV
Pas de deux ELENA ČERNOVA, IGOR’ KONTAREV
Bathilde ELENA PODYMOVA
Bertha KRISTINA LUZINA
Wilfred ANDREJ GUDYMA
Il Duca SERGEJ DAVYDOV
Due Villi ANASTASIJA TKAČENKO, ELENA ČERNOVA
Balletto Yacobson di San Pietroburgo
Scene e costumi Vjačeslav Okunev
Brescia, 24 novembre 2014
L’unico appunto appuntamento con la danza “accademica” per la corrente Stagione di Opera e Balletto del Teatro Grande di Brescia è stato rappresentato da Giselle, nella produzione del Balletto Yacobson di San Pietroburgo. Inizialmente, nei panni di Giselle, era stata annunciata una grande étoile: Viktoria Tereshkina, proveniente dal Balletto Mariinsky. Sta di fatto che, per un motivo o per l’altro, la Tereshkina non ha ballato. Le ragioni della defezione, a chi scrive come forse a gran parte del pubblico, sono ignote. Se, per caso, si fosse dovuta esibire Svetlana Zakharova immaginiamo che le reazioni sarebbero state ben diverse, con profluvi di scuse e comunicati di rettifica… ma così va il mondo, e quando è possibile, si fa finta di nulla senza spiegazione alcuna. È un vero peccato: in primis, perché vedere in Italia una delle dive del Mariinsky, così vincolate alla loro compagnia, è praticamente impossibile. E poi perché Giselle non è certo un ruolo molto frequentato da Viktoria Tereshkina, più orientata al balletto tardo-ottocentesco: vederla in questi panni sarebbe stato sicuramente interessante.
Ma meglio soprassedere e  parlare di ciò che si è visto.
Nelle rocambolesche cronache della danza italiana, il Balletto Yacobson fece molto parlare di sé non molti mesi fa, quando venne ingaggiato dal Teatro Massimo di Palermo in una fortunosa produzione sempre di Giselle, in cui venne affiancato al Corpo di Ballo palermitano, in quell’occasione perlopiù relegato ai ruoli pantomimici del primo atto. Del repertorio un tempo creato da Leonid Yacobson è difficile, per chi non segue da vicino la Compagnia, dire cosa sia sopravvissuto oggi. In questa, come in altre tournée, il repertorio proposto è sempre quello dei “grandi classici”: Lago, Giselle, Schiaccianoci… Come inevitabilmente accade per le compagnie “di giro”. Sono possibili però valutazioni in merito allo “stato di salute” del Corpo di Ballo. Viene anzitutto garantita una qualità numerica, tecnica ed estetica di molto superiore ad altre compagnie: se il primo atto scorre fluido, anche grazie ad una pantomima chiarissima – cosa purtroppo sempre più rara anche nei corpi di ballo russi -, la stessa cosa si può dire anche per il secondo, più impegnativo per il corpo di ballo femminile, con una buona esecuzione del Grand pas des Wilis, numero sempre piuttosto difficile nell’essere bilanciato tra l’aspetto meramente tecnico e quello stilistico. La coreografica, per diversi aspetti, ricorda quella un tempo in uso al Bolshoi, curata Vladimir Vasil’ev e Galina Ulanova: viene mozzato il pas de deux dei contadini al primo atto (a Mosca sostituito però col pas d’action per quattro coppie) mentre viene dato maggior rilievo alla solitudine di Albrecht alla fine del balletto. Ma, molto più semplicemente… è una coreografia spolpata anche da un punto di vista più “virtuosistico” (si veda anche l’espunzione dei celebri trentadue entrechats six di Albrecht). La Giselle di Anna Naumenko, a parte una diagonale parecchio fortunosa alla “variazione” del primo atto – praticamente eseguita sur place, sic! -, è stata se non altro attenta nel ricreare quegli stilemi (protendere il busto, posa ‘respirata’ di braccia e mani…) così peculiari nel balletto romantico. Artëm Pyhaëv ha esibito un giro alquanto faticoso, riscattato in parte dalla morbidezza del salto. A ben vedere, la migliore in campo è stata la Myrta di Dar’ja El’makova complessivamente corretta nel rendere l’algida regina delle Villi. Il balletto è stato eseguito su base registrata, uso che si va, ahinoi, sempre più consolidando… Molto semplici, benché dai colori molto accesi, le scene di Vjačeslav Okunev; un po’ meglio i costumi. Applausi cortesi al termine.