Catania, Teatro Massimo Bellini: “Carmen”

Catania, Teatro Massimo Bellini, Stagione lirica e del balletto 2017
“CARMEN”
Balletto in quattro quadri su musiche di Georges Bizet liberamente ispirato alla novella omonima di Prosper Mérimée e all’omonima opera di Bizet.
Carmen ALESSIA CAMPIDORI
Il Destino ALESSANDRO TORRIELLI
Don José ALESSANDRO ORLANDO
Escamillo FEDERICO MELLA
Micaela MARTA ORSI
Balletto di Milano
Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania
Direttore Gianmario Cavallaro
Coreografia Agnese Omodei Salè, Federico Veratti
Scene Marco Pesta
Costumi Federico Veratti
Catania, 26 novembre 2017
Nel segno del destino: è questo il titolo che si potrebbe dare al balletto, con musiche tratte dalla Carmen  ma anche dalle due Suites ricavate da Ernest Guiraud e dalla seconda Suite dall’Arlésienne di Bizet, di scena al Teatro Massimo Bellini come penultimo spettacolo della stagione lirica e dei balletti. La lettura del capolavoro di Bizet, realizzata dal Balletto di Milano con le coreografie di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti, ha avuto come protagonista il Destino impersonato da Alessandro Torrielli che ha ben interpretato il carattere perentorio e ineludibile del suo ruolo guidando la tragica sorte di Carmen. Apparso dopo il preludio e accompagnato dal suo inquietante tema, il destino infatti, dal secondo atto diventa una presenza quasi costante sulla scena e nella vita di Carmen, di Escamillo, che in un certo qual modo è presentato proprio dal Destino al pubblico all’inizio del secondo atto, e di Don José. È però con la protagonista che il Destino intrattiene un rapporto del tutto particolare e continuo in quanto, oltre a guidarne le scelte consegnandola nelle braccia di Don Josè alla fine del pas de quatre sulle note dell’air de la fleur  che li vede protagonisti insieme ad Escamillo dal quale la giovane è attratta, intreccia con la bella zingara sulle note dell’Habanera un sensuale pas de deus, una danza d’amore, odio e morte. Per il resto il balletto segue perfettamente la trama dell’opera che si conclude con la tragica morte della protagonista, la quale, ferita mortalmente alla fine da Don José, già a terra, tenta di alzare la testa, ma è schiacciata con il piede da un Destino ineluttabile che l’ha condotta al suo tragico epilogo. Splendide le coreografie di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti che ha curato anche i costumi perfettamente coerenti con la trama ed i ruoli;  a tale riguardo molto bello è il contrasto che mette di fronte la pura Micaela, di bianco vestita, e Carmen dall’abbigliamento più sensuale e meno curato. Di ottimo livello la prestazione del corpo di ballo del Balletto di Milano che si è esibito con disinvoltura avendo sullo sfondo una scenografia anche questa perfettamente coerente con la trama dell’opera e la sua struttura; disegnate da Marco Pesta le scene rappresentano, infatti, la piazza di Siviglia con a destra una parte dell’arena nel primo tableau; l’osteria di Lilas Pastia con un tavolo al centro, sul quale, con chiara allusione al Boléro di Ravel, Carmen danza, nel secondo, il covo dei contrabbandieri con le montagne sullo sfondo nel terzo e la piazza di Siviglia uguale a quella del primo nell’ultimo. Giustamente applauditissima è stata la prestazione di Alessia Campidori, una Carmen sensuale, la cui volontà però appare annullata da un destino al quale non sa e non può ribellarsi; di pari livello le performances di Alessandro Orlando (Don Josè), Federico Mella (Escamillo) e Marta Orsi, una Micaela pura, ma appassionata nel suo amore per Don José e per questo pronta a sfidarla nel pas de quatre sulle note della sua aria (Je dis que rien ne m’épouvante), allo stesso modo dei due rivali che si incrociano con le medesime intenzioni. Passando alla parte musicale, si segnala l’ottima concertazione ad opera di Gianmario Cavallaro; la sua lettura è apparsa perfetta nella scelta dei tempi e delle sonorità molto belle nelle sezioni liriche affidate, nei momenti in cui si trattava di sostituire le voci, ai solisti dell’orchestra Teatro Massimo Bellini in splendida forma. Alla fine applausi per tutti.