Charles Gounod 200: Intégrale des Quatuors à Cordes

Charles Gounod (1818 – 1893): Intégrale des Quatuors à Cordes. “Quatuor en sol mineur” CG.565 (Allegro non troppo ma energico, Adagio, Scherzo, Allegro). “Quatuor en fa majeur” CG.563 (Largo – Allegro moderato, Scherzo, Andante quasi Adagio, Scherzo, Allegretto). “Quatuor en la mineur” CG.564 (Allegro, Allegretto quasi moderato, Scherzo, Finale: Allegretto). “Petit Quatuor en ut majeur” CG.561 (Adagio – Allegro moderato, Andante con moto, Scherzo : Presto, Finale : Allegro vivace). “Quatuor en la majeur” CG.562 (Allegro moderato, Allegretto, Minuetto: Allegro, Allegro Moderato). Quatuor Cambini-Paris. Julien Chauvin (violino), Karine Crocquenoy (violino), Pierre-Éric Nimylowycz (viola), Atsushi Sakaï (violoncello). Registrazione. Parigi. febbraio e ottobre 2017, T. Time: 106’23. 1 cd Palazzetto Bru Zane AP177.

In occasione del bicentenario della nascita di Charles Gounod si moltiplicano le pubblicazioni discografiche  riguardanti la produzione meno nota del grande operista francese. Sempre attivo nella riscoperta della grande tradizione francese, il Palazzetto Bru Zane propone in un unico Cd, pubblicato nel mese di aprile del 2018, l’integrale dei quartetti per archi composti da Gounod. Si tratta complessivamente di cinque lavori, dei quali per molto tempo si conoscevano appena due, il Quartetto in la minore CG. 564, pubblicato da Choudens dopo la morte di Gounod e il Petit quatuor CG. 561 pubblicato da Walter Wollenweber. Un mistero aveva avvolto, per molto tempo, gli altri tre quartetti come si evince da una testimonianza di Saint-Saëns consegnata ad una articolo pubblicato su «La Revue de Paris» il 15 giugno 1897:
“Ero andato a fare visita [a Gounod] […] e gli chiesi che cosa aveva prodotto durante la mia assenza. Ho scritto dei quartetti . – Mi piacerebbe sapere, gli replicai, come sono fatti. – Te lo dirò. Sono brutti, e non te li mostrerò. Nessuno riuscirebbe ad immaginare con quale aria di bonomia beffarda pronunciasse queste paole. Nessuno ha mai visto questo quartetti: sono spariti, come quelli che era stati eseguiti l’anno precedente e di cui ho parlato più in alto” (G. Condé, Charles Gounod, Paris, Fayard, 2009, p.910).
Ritornati alla luce nel 1993, anno del centenario della morte di Gounod, gli altri tre quartetti furono acquisiti dalla Bibliothèque nationale de France in occasione di un’asta pubblica tenutasi all’Hôtel Drouot. Poco o nulla si sa, però, sulla data di composizione di alcuni di questi quartetti e sulle loro eventuali prime esecuzioni quando il compositore era ancora in vita. Non propriamente brutti, come diceva di essi scherzando il suo autore, questi quartetti non sono nemmeno dei capolavori del genere dal momento che appaiono quasi come degli esercizi di stile nei quali il compositore mostrò di avere una mano sicura nella scrittura quartettistica
Primo dei quartetti in ascolto nel Cd, il Quartetto in sol minore, che sembrerebbe composto in un’epoca piuttosto tarda, cosa a cui farebbe pensare l’adozione della tonalità minore, costituisce uno degli esempi più lampanti di quanto affermato. Non particolarmente sviluppato il primo movimento, Allegro non troppo, ma energico, si basa essenzialmente sul rabbioso motivo iniziale di quattro note (mi bemolle-re-mi bemolle-do), mentre poco spazio ha il secondo tema nella tonalità maggiore. Dopo un’introduzione scura una melodia di carattere consolatorio pervade il secondo movimento, Adagio, mentre lo Scherzo si segnala per un’estrema semplicità di scrittura. Di carattere brillante, l’ultimo movimento si conclude in maggiore. In cinque movimenti con due Scherzi che incastonano l’Adagio centrale, è il Quartetto in fa maggiore che, dedicato a Madame Deseguenétais e composto probabilmente nel 1889, è un lavoro di un certo fascino con il primo movimento, costituito da un Largo introduttivo al quale segue l’Allegro in forma-sonata il cui secondo tema, esposto in la maggiore, tonica contraccordo, piuttosto che nella regolare tonalità della dominante, è quasi a specchio rispetto al primo. Allo scherzo dagli accenti beethoveniani seguono l’Andante di carattere introverso, nel quale si nota l’influenza di Schumann, un secondo scherzo più breve e il Finale che, aperto da un’introduzione interrogativa con delle pause, è una pagine brillante di grande charme. Terzo brano in ascolto, il Quartetto in la minore, eseguito per la prima volta il 27 febbraio o all’inizio di marzo 1890, ritorna ai tradizionali quattro movimenti, dei quali il primo, in forma-sonata, si segnala per la raffinata scrittura contrappuntistica, mentre il secondo, Allegretto, si presenta come una triste meditazione. Di carattere teatrale è il successivo Scherzo, mentre il tema dell’ultimo movimento sarebbe stato suggerito a Gounod dal suo nipotino Charles de Lassus. Anche il primo movimento del quarto brano in ascolto, il Petit quatuor in do maggiore inizia con un’introduzione lenta e piena di inquietudine che si scioglie nel successivo Allegro moderato in forma-sonata. Seguono senza soluzione di continuità l’Andante di carattere dolce e meditativo, un festoso Scherzo che ricorda Mendelssohn per la scelta della tonalità minore e il Finale a ritmo di Tarantella. Chiude il programma del cd il Quartetto in la maggiore, eseguito per la prima volta il 19 marzo 1887 alla Société Nationale de Musique, il cui primo movimento, Allegro moderato, si segnala per una straordinaria facilità melodica. Nel secondo movimento, Allegretto, si nota l’influenza dell’Andasnte con moto di Mendelssohn, mentre il Minuetto si segnala per il suo carattere giocoso. In forma-sonata con il secondo tema in ombra rispetto al primo che viene maggiormente sviluppato da Gounod, l’ultimo movimento indugia ritmicamente sulle movenze di una danza pastorale.
Questi lavori minori di Gounod quasi del tutto sconociuti sotto il profilo discografico, dal momento che questa incisione è la prima di essi in assoluto con strumenti dell’epoca, sono eseguiti in modo eccellente dal Quartetto Cambini-Paris, formato Julien Chauvin (violino), Karine Crocquenoy (violino), Pierre-Éric Nimylowycz (viola) e Atsushi Sakaï (violoncello). In generale si può apprezzare in questa incisione un bel suono sia nei movimenti più spigliati, sia soprattutto in quelli lenti, come per esempio nell’Adagio del Quartetto in sol o nel dolcissimo Andante del Petit Quatuor. Nel complesso è un bel cd che, distinguendosi anche per l’impegno filologico grazie ad un’esecuzione rispettosa della prassi ell’epoca, ci permette di conoscere una produzione meno nota del grande compositore francese.