Venezia, Teatro La Fenice: “Šárka”, “Cavalleria Rusticana”

Teatro  La Fenice – Stagione Lirica 2009
“ŠÁRKA”
Opera in tre atti tratta dal dramma di Julius Zeyer.
Libretto e musica di Leóš Janáček
Premyls MARK STEVEN  DOSS
Ctirad ANDREA CARE’
Sarka CHRISTINA  DIETZSCH
Lumir  SHI  YIJIE
“CAVALLERIA  RUSTICANA”
Melodramma in un atto su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratta dalle scene popolari omonime di Giovanni Verga.
Musica di Pietro Mascagni
Santuzza ANNA SMIRNOVA
Lola ELISABETTA  MARTORANA
Turiddu WALTER  FRACCARO
Alfio ANGELO  VECCIA
Mamma Lucia SILVIA  MAZZONI
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice (M.o del coro: Claudio Marino Moretti)
Direttore Bruno Bartoletti
Regia Ermanno Olmi
Scene Arnaldo Pomodoro
Costumi Maurizio Millenotti
Light designer Fabio Berettin
Movimenti coreografici Barbara Pessina
Venezia, 18 dicembre 2009

Anche quest’anno la chiusura della Stagione alla Fenice di Venezia è affidata ad un dittico, dopo quello Leoncavallo-Schoenberg ( Pagliacci, Von heute aus morgen) dello scorso anno, ora tocca a un’altra originale accoppiata,  Janacek-Mascagni. Anche in questo caso due universi musicali quanto mai  diversi,  forse l’unico trait d’union può essere una lettera datata 1892  nella quale Janack parlava in termini entusiastici della musica di Mascagni ed in particolare di Cavalleria. Da notare inoltre che seppur le opere sono quasi contemporanee, Cavalleria Rusticana del 1890 e Sarka del 1888, quest’ultima andò in scena solo  nel 1925, perché lo scrittore Julius Zeyer autore del testo dalla quale è tratto il soggetto non autorizzò la pubblicazione. La partitura fu quindi ripresa e rimaneggiata da Janacek vedendo così la scena  l’11 novembre 1925 a Brno.
Il soggetto  che trae spunto dalla  mitologia è sviluppato da Janacek con grande magistero sinfonico, un colore drammatico molto intenso, anche se, diciamolo pure, non di primissimo piano. L’escuzione veneziana, prima  rappresentazione in Italia,  si avvale della pregevolissima direzione di  Bruno Bartoletti, sommo ed ancora illustre direttore, si dispiega in colori orchestrali magnifici mantenendo viva e intensa la narrazione drammatica. Tra i cantanti si è messo in luce Andrea Carè, giovane tenore dotato di un ottimo registro acuto. Aspetti che speriamo di  riascoltare presto,  in altro repertorio. Buona prova anche per Mark Steven Doss basso di particolare fascino sia vocale sia interpretativo.  Vocalmente non ecceslsa, ma  assai convincente sul piano interpretativo, la protagonosta, il soprano Christina Dietzsch. Degno di nota anche il breve intervento del tenore Shi Yijie.
Cavalleria Rusticana,  opera-manifesto del “verismo” , titolo tra i piu rappresentati nel mondo. Primo lavoro di quel giovane Mascagni  che, fresco di concorso,  coglie qui un successo travolgente che, nel corso della sua carriera, pur con lavori di altro taglio e linguaggio musicale, non riuscirà più a ritrovare.
Anche in questa occasione Bartoletti si conferma un autorevolissimo concertatore e qui fa sfoggio di energia e passionalità musicale come di rado  capita di ascoltare. Peccato che il cast vocale  non sia stato all’altezza della direzione. Anna Smirnova è sicuramente una  cantante dotata di un buon materiale vocale ma sperperato per limiti tecnici e un registro acuto problematico. Molto meglio Walter Fraccaro: vocalità solida e svettante  ma sui generis, non certo alla ricerca di colori o fraseggi  raffinati. Angelo Veccia è un Alfio corretto ma anonimo Alfio. Buoni gli interventi di  Elisabetta Martorana e Silvia Mazzoni. Bella prestazione per il coro della Fenice che  ha fatto sfoggio di un canto elegante e sfumato, valorizzando pagine come il celebre “Gli aranci olezzano” . Lo spettacolo firmato da  Ermanno Olmi con le scene di Arnaldo Pomodoro e i costumi di Maurizio Millenotti era quanto di più scialbo e triste si potesse vedere. Un impianto fisso e cupo per Sarka. Una grande croce in un luogo desolato per Cavalleria. Inesistente la regia di Olmi  che non va oltre a banali spostamenti di coro e solisti.