Giuseppe Nicolini (1762 – 1842):”L’Amor Mugnaio”

L’Amor Mugnaio, o sia i mulinari (1794), libretto di Cosimo Mazzini da Giuseppe Foppa. Orchestra Sinfonica Amilcare Zanella, Fabrizio Dorsi (direzione), Patrizia Zanardi (Lauretta, Molinara ), Davide Rocca (Bartolone, Molinaro), Manuel Pierattelli (Conte Armidoro), Francesca Lanza (Lisaura, Baronessa), Lee Won Jun (Pippo, Molinaro), Matteo Mazzoli (Cibandola, servo del Conte). Registrazione effettuata dal vivo, 10 e 11 ottobre 2007, Teatro Municipale di Piacenza 2 cd BONGIOVANNI – GB 2443/44-2
Fra il 1792, data della prima esecuzione del Matrimonio segreto di Cimarosa, e il 1810, anno di esordio  di Rossini come compositore da teatro, la vita musicale italiana è stata animata da  un plotone di musicisti minori,  quali  Valentino Fioravanti (1764-1837), Pietro Generali (1773-1832),  Stefano Pavesi (1779-1850),  Carlo Coccia (1782-1873), i quali, fra echi cimarosiani e presagi rossiniani e talvolta con  dirette o indirette influenze mozartiane, svolgono una  funzione di raccordo. Tra questi si inserisce anche  il piacentino Giuseppe Nicolini (1762-1842), allievo a Napoli di Domenico Cimarosa.
Questa partitura andò in scena con successo al Teatro Sant’Agostino di Genova nel 1794 con il titolo I mulinari per poi essere ripresa a Venezia e  a Firenze dove assunse il titolo con il quale è stata oggi riproposta a Piacenza, la città natale del compositore.  Sulla vita di Nicolini si conosce molto poco e a proposito di questo Amor Mugnaio fanno avanzare l’ipotesi che  il musicista conoscesse Le nozze di Figaro mozartiane, viste certe analogie presenti nella sua partitura.  In ogni caso il valore di questa partitura, pur con qualche pagina interessante e un’orchestrazione varia ed elegante, si inserisce come testimonianza di un’epoca che vede il tramonto dell’opera buffa settecentesca  e l’avvio di un linguaggio teatrale che porterà a Rossini. Questa riprese piacentina si avvale di un cast complessivamente decoroso, di una direzione d’orchesta ben dosata ma piuttosto approssimativa e priva di estro. L’orchestra, a sua volta, è scadente.