Roma, X° Festival Internazionale di Musica ed Arte Sacra 2011

Roma, X° Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra
BASILICA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA IN CAMPO MARZIO
Orchestra della Cappella Ludovicea
Chorvereinigung St. Augustin, Wien
Soprani Claudia Farneti, Cornelia Horak
Contralto
Katia Castelli, Gabriele Sima
Tenore Alexander Kaimbacher
Basso Günter Haumer
Direttore
Ildebrando Mura, Andreas Pinxer
Maestro del Coro
Giovanni Battista Pergolesi:
Stabat Mater
Wolfgang  Amadeus  Mozart: Ave Verum Corpus K 618
Requiem K 626
Roma, 30 ottobre 2011
[fine-scheda]

Pare un simpatico gioco del destino, il programma proposto nel V concerto del X Festival di Musica e Arte sacra accosta lo Stabat Mater di Pergolesi e il Requiem di Mozart, pagine accomunate solo dalla maestria dei loro autori nel musicare il dolore del distacco dalla vita terrena. Per il resto l’una è immagine di un dolore privato (quello della Madonna ai piedi della croce), l’altra riflette il dolore di una comunità; una è per sole voci femminili, l’altra le esige anche maschili; l’una è senza il coro, l’altra lo prevede; l’una è per un piccolo ensamble orchestrale, l’altra vuole un organico robusto. Eppure l’orchestra della Cappella Ludovicea, orchestra di un modesto numero di componenti, principalmente dedita all’animazione del servizio liturgico a Trinità dei Monti, dispensa una lezione di stile nell’uno e nell’altro caso, regalando un suono pulito e bilanciato.
Tuttavia, nello Stabat la direzione di Bernardo Mura, a cui va il grande merito di aver preferito l’organo della Basilica di Sant’Ignazio all’organo elettronico,  si segnala per una generica eleganza  e compostezza; Mura scivola su alcuni cardini della composizione pergolesiana, come il Fac ut ardeat (che perde molto nella fuga e del gioco cromatico) e il Quando corpus (gestito con approssimazione). Quanto alle voci, Claudia Farneti (soprano) e Katia Castelli (contralto) hanno timbri simili nel registro centrale ma tecnica e gusto del canto completamente differenti. La prima ha voce ampia e spaziosa, smorzature pregevoli e messe di voce assai curate (splendida quella nel Qui est homo); a volte però è il fiato a giocarle brutti scherzi, e volume e armonici ne risentono! Quanto alla voce di Katia Castelli, che di recente ha sposato il filone lideristico, si dirà che da un lato appare inadatta al canto tipicamente italiano dettato dallo spartito pergolesiano, dall’altro è consumata nei centri, parca nel volume, sovente indietro con grotteschi effetti sul piano del gusto, affetta da una “persistente nasalizzazione” nel tentativo di scurire e colorire un organo invero piuttosto statico.
Assai più coinvolgente la seconda parte del programma non già perché i ritmi e i volumi mozartiani sono più “vivi” di quelli del capolavoro pergolesiano, ma per ragioni prettamente esecutive. E Se è pur vero che Andreas Pinxer dirige dirige in modo agile e scattante, ma in fin dei conti piuttosto scolastico, il vero motivo di interesse è il coro. D’accordo mi si potrà obiettare che all’estero le cose funzionano molto diversamente che in Italia e che il Chorvereinigung St. Augustin è compagine viennese! Francamente però un coro amatoriale (è composto da oltre settanta volontari) nato per animare la liturgia domenicale nella chiesa dei gesuiti della capitale austriaca che vanti nel proprio repertorio non tanto l’Ave Verum Corpus (peraltro splendido!) quanto il Requiem di Mozart ha dello sbalorditivo. E l’esecuzione che ne regala (è anche inciso su CD, ndr) altro non fa se non confermare il nostro stupore. Questi signori cantano divinamente, i soprani sono pulitissimi agili e svettanti, i contralti naturali e musicalissimi, i tenori squillanti e vispi, i bassi cavernosi e imponenti. Per di più fraseggiano con gusto, respirano insieme, attaccano con la stessa intensità (per inciso, è da antologia l’incipit del Rex tremendae), ed hanno una tavolozza cromatica varia e stupefacente ad un tempo (memorabile il cambio di colori sul Recodare). La domanda circa gli esiti che possano raggiungere qualora guidati da una grande bacchetta, ci assale con dolcezza e ci lascia sperare che qualcuno torni ad invitarli molto presto nel nostro paese. Quanto ai solisti Cornelia Horak (soprano) e Gabriele Sima (contralto) cantano benissimo e lasciano presto dimenticare le due colleghe di cui sopra, Alexander Kaimbacher è tenore di grazia dalla bella voce schietta e squillante, Günter Haumer (nato baritono) ha voce di basso piccola in termini di volume ma di pregevole fattura musicale.
Foto Musacchio & Ianniello