Il Trio moderno di Carbonare, Braconi e Papandrea: Passione e divertimento

Verona, Teatro Ristori, Società Amici della Musica. 104a Stagione Concertistica
Violino Elisa Papandrea
Clarinetto Alessandro Carbonare
Pianoforte Monaldo Braconi
Francis Poulenc: L’invitation au château
George Gershwin/Robert Russel Bennet: Ballade da “Porgy and Bess”
Igor Stravinsky
: Suite da “L’Historie du Soldat”
Jörg Widmann:
Fantasia per clarinetto solo
Kurt Weill/Anton Giulio Priolo: “Threepenny in the dar”
Reiner Kuttenberg: Habdala-Blitspost
Verona, 25 Febbraio 2014    

Un trio moderno, eclettico ed affiatatissimo ha intrattenuto il pubblico degli Amici della Musica di Verona il 25 Febbraio. Stiamo parlando di Elisa Papandrea, Monaldo Braconi e Alessandro Carbonare che nell’inusuale formazione di clarinetto, violino e pianoforte hanno saputo regalare agli spettatori del Teatro Ristori un’esibizione coinvolgente e varia, attraverso gli stili più differenti del multiforme universo musicale novecentesco.
In apertura le spensierate melodie di scena scritte da Francis Poulenc per la commedia “L’invitation au château” di Jean Anouilh: frammenti di piacevolezza neoclassica senza alcuna pretesa se non quella di divertire attraverso un grande semplicità di linguaggio. Subito è chiaro l’approccio dei tre fuoriclasse, la musica è divertimento, gioco, gioia condivisa. Segue una rielaborazione di Bess you is my woman e It ain’t necessarly so da “Porgy and Bess” di Gershwin ad opera di  Robert Russel, dove violino e clarinetto si intrecciano in un canto malinconico dimostrando una grande duttilità timbrica nella ricerca continua di una coesione sonora sempre più omogenea.
Prima della pausa è il momento del masterpiece, la suite dall’ Historie du Soldat di Stravinsky in una trascrizione per trio dell’autore stesso. Il livello di affiatamento tra gli esecutori è altissimo, Papandrea e Carbonare si intrattengono in un dialogo musicale sempre molto serrato, supportati dalla fine mano di Braconi, camerista raffinato e attento nell’accondiscendere ad ogni minima inflessione musicale dei colleghi.  All’interno del programma è ritagliato anche uno spazio solistico per Alessandro Carbonare, il clarinettista più titolato al mondo e orgoglio (quasi) locale. Si tratta della Fantasia per clarinetto solo di Widmann, dove Carbonare ha la possibilità di mettere in luce la sua ineguagliata padronanza della tavolozza timbrica e dinamica dello strumento, fino alle tecniche estese come i multifonici, largamente utilizzati nella composizione.  Finale di grande eclettismo stilistico: da Kurt Weill alla musica klezmer, poi Duke Ellington e di nuovo i ritmi a tratti sfrenati della tradizione ebraica, questa la travolgente ricetta di un trio musicalmente eccellente e di grande impatto comunicativo. Platea infiammata da lunghi e calorosissimi applausi. Foto Brenzoni