Intervista al baritono Vittorio Vitelli

Siamo in piacevole compagnia del baritono Vittorio Vitelli, che abbiamo incontrato durante le recenti esecuzioni del Poliuto di Donizetti all’Opéra di Marsiglia, dove ha interpretato il ruolo di Severo. Vittorio Vitelli è nato ad Ascoli Piceno, dove ha fatto il suo debutto giovanissimo nel ruolo di Enrico nella Lucia di Lamermoor di Gaetano Donizetti. Nel 1996, in seguito alla vittoria del concorso Operalia di Placido Domingo, inizia una brillante carriera internazionale che lo porta ad esibirsi in teatri e festival di primo piano. Il suo vasto repertorio include molti ruoli del verismo, ma si concentra anche sui ruoli di baritono verdiano, quali i ruoli del titolo in Rigoletto, Simon Boccanegra e Macbeth, oltre ai ruoli principali in Un ballo in maschera, Falstaff, Otello, Aida, Don Carlo, La forza del destino e Il Trovatore. Nel 2006 debutta al Teatro alla Scala di Milano come Amonasro nell’Aida di Verdi per l’apertura della stagione diretto da Riccardo Chailly con la regia di Franco Zeffirelli.
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
Qualcuno dice la simpatia ma temo che non siano tutti d’accordo…
E il tuo peggior difetto?
Non ne ho…..uno, ma una lunga serie…
Segno zodiacale?
Bilancia.
Sei superstizioso?
Abbastanza.
Quindi hai riti dei scaramantici?
Diciamo di sì. Se una scarpa mi ha portato bene tendo a utilizzarla in maniera più frequente come anche nel fare le stesse identiche cose quando sono in procinto di una recita…diciamo che mantengo un “rituale di preparazione”, doccia, barba etc…nel medesimo ordine nelle medesime ore e mettendo l’abbigliamento più “fortunato”.
Ninete di più ma in maniera piuttosto meticolosa…diciamo che una sequenza di azioni mi fa stare con la coscienza a posto e mi aiuta nella concentrazione. Amo toccare il palcoscenico e mi faccio il segno della croce…mi è venuto in mente giusto adesso.
Che rapporto hai con la spiritualità?
Una grande fame di spiritualità.
Cosa volevi fare da grande?
Il calciatore.
E invece è arrivata la musica…come è successo?
Nella mia famiglia non c’erano musicisti, ma l’arte era presente in quanto i miei genitori dipingevano e mio nonno era appassionato d’opera. Fin da piccolo ascoltavo le arie d’opera più famose e così in modo involontario ho formato l’orecchio e il gusto per questo genere musicale. Più tardi, a vent’anni, coinvolto da alcuni amici musicisti, è nato in me un reale interesse per la musica. Dotato di una voce grave ho iniziato a studiare canto con il baritono Giulio Fioravanti, il mio primo insegnante ed in seguito a Milano con il tenore Aldo Bottion, che mi ha aiutato a trovare una conferma in questo arduo percorso. Per pagarmi gli studi ho lavorato in un negozio della  Ricordi e questo mi ha permesso di ampliare la mia cultura musicale. Nel 1995 grazie ad un’audizione ho debuttato nella Lucia di Lammermoor, ma è stato in seguito, dopo aver vinto il concorso d’opera internazionale Placido Domingo Operalia a Bordeaux e il premio come miglior baritono intitolato a Titta Ruffo nel 1996, che si sono aperte le porte dei teatri esibendomi a Fano nel Rigoletto e nel Trovatore a Jesi.
Hai mai sofferto d’invidia?
Assolutamente sì ma non mi ritengo invidioso.
Hai esitato prima di decidere che il canto sarebbe diventato la tua vita?
No, assolutamente! Fin dall’inizio ho studiato per farne una professione, seriamente, in modo determinato e privo di compromessi, ma soprattutto con piacere immenso.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Mi ha dato amore per l’arte ma non mi ha mai influenzato per distogliermi dalle mie decisioni.
Quanto è difficile questa professione?
Dobbiamo ogni volta superare nuovi problemi, ma la mia carriera l’ho costruita lentamente, scalino dopo scalino e questo mi ha dato il tempo di forgiarmi un carattere capace di affrontare ogni problematica.
Cosa diresti ad un giovane che si avvia ad affrontare la carriera di cantante d’opera?

Direi che bisogna essere determinati e molto preparati. Soprattutto avere una grande forza interiore per lottare contro lo stress e la solitudine con la quale ci dobbiamo spesso confrontare. È un mestiere che può cambiare il carattere, ma che offre l’occasione di incontrare molte persone interessanti oltre ad essere enormemente appassionante!
Quali sono le tue opere preferite?

Sono molte. Ho una particolare predilezione per  Macbeth, Trovatore, Otello e Gioconda.
C’è un’opera in particolare che ti piacerebbe interpretare?
L’Africaine di Giacomo Meyerbeer, nonostante la difficoltà della lingua francese.
Sei influenzato dalla personalità dei personaggi che stai  per interpretare?

Mi piace recitare e mi sento a mio agio sia come attore che come cantante; proprio perchè ho conservato un’anima da bambino sono sempre sedotto dalla magia del teatro. Evidentemente ci sono dei ruoli che  sono teatralmente odiosi ma che sono  vocalmente sono perfetti. Ad esempio Tonio dei Pagliacci.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Il debutto alla Scala in Aida.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Non saprei parlare di una in particolare… ce ne sono state tante, è la vita!
A chi non conoscesse la tua voce, cosa faresti ascoltare?
La mia Gioconda o il Trovatore.
Come segui l’evoluzione della tua voce?
La voce è “femmina” perciò la tratto come mia moglie…con cautela.
Le regie  diciamo…“particolari” ti  disturbano?
Mi pongo sempre due domande: è una regia stupida e non considerabile o è una regia intelligente, capace di vedere oltre, ma sempre in accordo con la musica? Nel secondo caso mi adatto e cerco di avvicinarmi alla visione del regista.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
Sono legati a mia zia e al mio maestro Giulio Fioravanti, che ha segnato l’avvio della mia vita professionale.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Non chiedo nulla di più di quello che ho.
Hai un sogno ricorrente?
No,  o almeno non ricordo nulla…dormo sonni profondi.
Che importanza dai al denaro?
Dovrei darne di più.
In cosa sei più spendaccione?
In jeans.
Collezioni qualche oggetto?
Maglie da calcio, ne ho un’infinità….
Quali sono le tue letture preferite?
Leggo moltissimo, amo i romanzi storici in particolare quelli  sull’antica Roma. Amo moltissimo Valerio Massimo Manfredi, Guido Cervo  e Schnitzler.
Qual è il tuo profumo preferito?
Blu mediterraneo di Acqua di Parma e Eau Sauvage di Dior.
Città preferita?
Ascoli Piceno e aggiungerei Gerusalemme.
Colore preferito?
Il blu notte.
Il cantante o i cantanti preferiti?
Dean Martin e Frank Sinatra e in campo lirico Titta Ruffo, Bastianini e Cappuccilli ma su tutti il “Titta”!
Qual è stato primo disco che hai acquistato?
L’Aida con Gino Bechi e Gigli.
Qual è il film che hai amato di più?
Questa è una domandona…sono un pazzo di Cinema, adoro Kubrik e Ridley Scott, in ordine sparso: I duellanti, Eyes wide shut, Barry Lyndon, Le crociate e moltissimi altri…
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
L’inverno. Il Natale a casa  da mia zia era qualcosa di speciale.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Sono un fedelissimo della Apple da tempi remoti e non per moda come oggi perciò tutto il mondo Apple e la Playstation…il mio lato infantile e predominante! Il gadget è l’iPhone.
Che rapporto hai con la televisione?
Solo cinema, qualche  fiction e poi i programmi firmati Piero e Alberto Angela.
Che rapporto hai con la politica?
Da disilluso…ma molto incazzato!
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
Sì quella di vedere tornare Ascoli allo splendore.
Giorno o notte?
Dipende: se non lavoro giorno se lavoro ….notte.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Andare a fare shopping con la mia famiglia e il nostro cane.
Qual è il tuo ideale di giornata?
In qualunque posto ma con mia moglie e mia figlia.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?
Il mio lavoro.
Qual è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
La radio, quando sono in auto,  altrimenti ne faccio anche a meno, la vivo già.
Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?
Il calore di mia figlia.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Andare in Turchia con la macchina e visitare le rovine di Troia.
Chi o cosa ti imbarazza?
Non mi imbarazzo facilmente, orma se ne vedono di tutti i colori.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Il mio stomaco è sempre stato il mio punto debole ma amo cucinare e mangiare …direi conflittuale.
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Mediterranea e biologica magari.
Qual è il tuo piatto preferito?
Il risotto alla milanese.
Vino rosso o bianco?
Rosso.
Il posto dove si mangia peggio?
Non ho dei bei ricordi della cucina inglese.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Faccio sentire due suoni a mia moglie per telefono.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Manca sempre qualcosa veramente….
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
No comment.
Il tuo motto?
Forza e onore! (Il Gladiatore).