Verona, rassegna l’altro teatro 2012: “Coppelia” di Fabrizio Monteverde

Verona, Teatro Camploy, Rassegna l’Altro Teatro 2012
“COPPELIA”
Balletto su musiche di Leo Delibes
Coreografia, drammaturgia e regia Fabrizio Monteverde
Compagnia “under 21” della Scuola del Balletto di Toscana.
Direttrice Cristina Bozzolini
Costumi Santi Rinciari
Luci Andrea Narese
Verona, 21 aprile 2012
La Coppelia di Fabrizio Monteverde ha chiuso la sera del 21 aprile la rassegna di danza del Teatro Camploy di Verona: si tratta dell’ultima produzione di Fabrizio Monteverde per il Balletto di Toscana Junior. Dalla lettura di un autore conosciuto come “coreografo di avanguardia”, era forse lecito immaginarsi una versione radicale, magari concettualmente diversa; le innovazioni hanno però toccato solo la parte esterna del balletto mentre non ne hanno intaccato l’essenzialità. Dopo l’intervento coreografico di Monteverde, la “vecchia Coppelia” si è ritrovata ringiovanita di 142 anni con un look ultramoderno. La storia di Coppelia, la bambola meccanica che farà innamorare Franz e ingelosire Swanilda, è stata trasferita in uno spazio scenico vuoto e scuro. I rimanenti abitanti del mondo di Coppelia sono stati unificati e trasformati nel “coro”, personaggio collettivo composto da otto coppie, inclusa quella Franz-Swanilda; pur facendo parte del corpo di ballo, i protagonisti avevano la possibilità di distinguersi in propri “assolo” o passi a due. Swanilda risaltava rispetto alle altre danzatrici grazie alla presenza di Charlotte Lazzari, danzatrice dalla presenza scenica luminosa e forte, dall’atteggiamento fermamente decisa a riconquistare il proprio fidanzato (Martin Angioli).
Coppelius, emarginato dalla società per la sua diversità è assetato di contatto umano, di amore: questo desiderio si manifesta nei confronti di un oggetto da lui stesso creato. In questa versione del balletto, Coppelius è stato interpretato da Siro Guglielmi; danzatore di grande impatto scenico e dotato di una gestualità estremamente plastica,  gestualità angolare,  movimenti snodati, con le linee fragili e nello stesso tempo flessibili, come un lungo stelo che si inclina e sta per rompersi, hanno contribuito a creare un’immagine stravagante e sovrannaturale. Bravissimo. Compare anche il duetto tra Coppelius con la sua creatura: un duetto di sfogo, brusco e aggressivo. La danzatrice Debora Di Biagi ha creato ottimamente l’illusione di una bambola di stoffa, quasi un pezzo di carta straccia gettata e rigirata nelle mane di Coppelius. Questi momenti, che hanno dimostrato una buona inventiva plastica e coreografica, sono stati i migliori.
Invece, il gruppo delle otto coppie, raffigurazione di un mondo “standard” è stato realizzato in modo monotono, senza sviluppo coreografico. L’idea di contrapporre due mondi sarebbe anche accettabile, se non fosse che la musica di Léo Delibes è ricchissima di diversità, di varietà di caratteri e di immagini. All’inizio, per presentare il suo coro, Monteverde  sceglie i pezzi culminanti del secondo atto, la suite dei mestieri: l’esibizione  delle lavandaie, dei boscaioli, delle merlettaie, con immagine fortissime e completamente diverse. E in seguito, la suite caractère del primo atto. La ricchezza musicale era però abbinata sempre alle stesse prese e a movimenti bruschi ma invariabili. L’esibizione dei giovani di BDT è stata ottima: hanno mostrato un’ottima sincronia ed una perfetta interpretazione.