“L’elisir d’amore” al Teatro della Fortuna di Fano

Teatro della Fortuna di Fano
“L’ELISIR D’AMORE”
Melodramma giocoso in due atti su Libretto di Felice Romani, da Le philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti
Adina, ricca e capricciosa fittaiuola  MIHAELA MARCU
Nemorino, coltivatore, giovane semplice  ANTONIO POLI
Belcore, sergente  BRUNO TADDIA
Il Dottor Dulcamara, medico ambulante  ANDREA CONCETTI
Giannetta, villanella  SARA DE FLAVIIS
FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Teatro della Fortuna M.Agostini
Direttore Francesco Lanzillotta
Maestro del Coro  Mirca Rosciani
Regia Saverio Marconi
Scene Gabriele Moreschi
Costumi  Carla Accoramboni
Luci  Valerio Tiberi
Nuova Produzione Rete Lirica delle Marche
Teatro della Fortuna di Fano,Teatro Ventidio Basso di Ascoli piceno,Teatro dell’Aquila di Fermo
Fano, 12 Marzo 2015 
La Rete lirica delle Marche rappresenta il primo caso italiano di sistema tra teatri che svolgono attività di lirica ordinaria ed è un virtuoso esempio di collaborazione tra i Teatri di Tradizione (Macerata), i Festival (Rof) e l’Ico (Form) e realtà non meno importanti come il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, Teatro dell’Aquila di Fermo ed il Teatro della Fortuna di Fano. L’Elisir di Gaetano Donizetti ha inaugurato l’avvio della stagione lirica di questa innovativa struttura e, nello specifico, del Teatro di Fano. L’allestimento di Gabriele Moreschi, per la regia di Saverio Marconi, è cosa già vista. Adattato rispetto alla versione del 2002, dove era stato concepito per la ben più ampia arena dello Sferisterio, ha perso di natura e molto spesso di senso nel piccolo palcoscenico fanese. Il sipario ricordava quei cartoncini figurati che servivano per comporre un teatrino cartonato con cotanto di tratteggio, il tutto stampato su trasparenze che ben illuminate conferivano di massima un’ottima premessa. L’orchestra Filarmonica Marchigiana era posta sul palcoscenico con tanto di direttore d’orchestra, che dando le spalle agli interpreti comunicava con questi attraverso sistemi incrociati di schermi, con un certo disagio di tutti i protagonisti che fissavano poco convinti video piccoli e poco nitidi. In spazi così poco ampi era evidente che le masse del coro e i cantanti sono stati costretti a vivere tutti gli spazi possibili, compresa la platea, sbucando letteralmente da ogni ingresso possibile con grande meraviglia del pubblico che ha creduto per lo meno di poter partecipare allo spettacolo. E’ vero altresì che ogni tanto la creatività di alcuni espedienti registici si ravvisavano, sebbene privi di quell’incisività e quel guizzo a causa della misera cornice di insieme. Belli e di tradizione i costumi di Carla Accoramboni. Dal lato esecutivo è da considerarsi di pregio la direzione del maestro Francesco Lanzillotta, sempre attento e partecipe. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana, arricchita dall’autorevole direzione di questo giovane maestro, ha fornito una prova brillante e trasmesso con grande freschezza ed intensità quanto richiesto dalla partitura. Sul piano vocale, i cantanti hanno dato prova di grandissima partecipazione al progetto e con notevole talento interpretativo di alcuni, sebbene da un punto di vista squisitamente vocale non ci troviamo né per esperienza, né per tecnica di fronte a un cast omogeneo. Su tutti ha sicuramente brillato il Nemorino di Antonio Poli, che ha ben eseguito con grandissima sicurezza e tenuta vocale il ruolo grazie un timbro di natura molto bello ed acuti sicuri e squillanti. Bellissimo il suo fraseggio ed il portamento contornato da una mimica credibile e mai eccessiva: ”Una furtiva lagrima” di magistrale esecuzione che gli ha decretato gli applausi più lunghi e sinceri del pubblico fanese. Meno convincente, vocalmente parlando, la prova del soprano Mihaela Marcu (Adina): non si può dire che non ci troviamo di fronte ad una voce veramente importante ed interessante, ma manca molto spesso nel registro acuto di colore ed agilità risultando nel complesso sicuramente convincente, ma alquanto monotona. Dal punto di vista tecnico, sovente non appariva molto sicura, alternando momenti di grande precisione a momenti in cui peccava di intonazione, pur essendo altresì una tra le interpreti migliori in scena. Si intravede forse per lei un repertorio più squisitamente lirico. Andrea Concetti (Dottor Dulcamara) ha regalato un’interpretazione di grande simpatia e coinvolgimento, benché vocalmente sia sembrato in più momenti alquanto affaticato. Nonostante tutto, grazie ad una presenza scenica notevole ed un fraseggio sempre brillante, ha concluso la recita con grande professionalità meritando grande consenso da parte di un pubblico assai divertito. Bruno Taddia (Belcore) è un cantante di grandissimo impatto scenico che ha saputo in ogni piccolo dettaglio sottolineare con un fraseggio nitido e calzante i tratti del personaggio da lui interpretato. Vocalmente, purtroppo, non è sembrato molto convincente: anche lui appariva alquanto affaticato e spesso assai poco solido.  Completava il cast la giovanissima Sara De Flaviis, che ha regalato una Giannetta spigliata e vocalmente credibile. Assai interessante la prova del Coro M. Agostini, che sotto la direzione di Mirca Rosciani sta evidentemente crescendo per competenza e professionalità. Pubblico numeroso e soddisfatto per una serata che senza infamia e senza lode è scivolata senza danno. Foto Luigi Angelucci