“Madama Butterfly” al Teatro San Carlo di Napoli

Napoli, Teatro di San Carlo, San Carlo Opera Festival
” MADAMA BUTTERFLY”
Tragedia giapponese in tre atti di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Musica di Giacomo Puccini  
Madama Butterfly (Cio-Cio-San) RAFFAELLA ANGELETTI
Suzuki  ANNA PENNISI
Kate Pinkerton   MIRIAM ARTIACO
F.B. Pinkerton   VINCENZO COSTANZO
Sharpless   MARCO CARIA
Goro   ANDREA GIOVANNINI
Il Principe Yamadori NINO MENNELLA
Lo Zio Bonzo ABRAMO ROSALEN
Il Commissario Imperiale   ALESSANDRO LERRO
L’Ufficiale del registro PAOLO MARZOLO
La Madre di Cio-Cio-San   CLORINDA VARDACI
La Cugina   GIUSEPPINA BENINCASA
Dolore   GIORGIO MASTANTUONO,  GABRIELE GRIECO
Con la partecipazione di BOBÒ
Orchestra e coro del Teatro di San Carlo di Napoli
Direttore   Nicola Luisotti
Maestro del Coro   Salvatore Caputo 
Regia e idea scenica di   Pippo Delbono  a cura della Direzione degli Allestimenti Scenici del Teatro di San Carlo
Costumi Giusi Giustino
Luci Alessandro Carletti    
Napoli, 20 luglio 2014

Nella magnifica cornice del Teatro San Carlo di Napoli, si è tenuta domenica 20 Luglio la recita della Madama Butterfly di Giacomo Puccini, nell’allestimento firmato da Pippo Delbono.
Lo spettacolo inizia con un’introduzione carica di grande pathos fatta dal regista che subito proietta lo spettatore nel tema dell’opera: “Le falene sono quelle farfalle attirate dal fuoco, che poi dal fuoco vengono uccise. Ricordo una donna giapponese, vestita di azzurro, che aspettava in silenzio.” E continua poi creando un effetto di smarrimento quando introduce una figura che inaspettatamente ritroveremo poco più tardi a calcare la stessa scena di Butterfly: “Bobò, il piccolo uomo sordo e muto che mi aspettava in silenzio nella porta del manicomio qui vicino, perché lo portassi via da lì.”
Spentesi le luci, un occhio di bue segue Delbono che, invece di scomparire dalla scena come ci si aspeterebbe, diviene a tutti gli effetti il vero protagonista dell’opera. La sua presenza in scena, a volte come ombra statica che osserva i personaggi in azione, a volte correndo come un bimbo insieme al piccolo Dolore, figlio di Butterfly, a volte come accompagnatore di Bobò, personaggio bizzarro di cui parla nella presentazione iniziale, lascia francamente interdetti. Sembra quasi che il regista abbia riposto maggiore attenzione nella cura dei propri movimenti che in quelli dei personaggi. I protagonisti infatti mostrano una staticità che nel primo atto causa l’assopimento dell’ascoltatore, nonostante si cerchi di restare svegli nell’intento di ascoltare quello che pare più un concerto che una rappresentazione scenica.
La concertazione di Nicola Luisotti, direttore e del Teatro San Carlo e dell’Opera di San Francisco, costituisce, insieme ad alcuni cantanti, la parte interessante di questa recita. Definito dalla critica un raffinato interprete pucciniano e lodato dal New York Times per “l’eleganza, la sensibilità e l’attenta lettura della partitura” tanto da ottenere dalla Fondazione Festival Pucciniano il prestigioso Premio Puccini, Luisotti guida l’orchestra con una concertazione ricca e vivace, ma anche raffinata ed elegante. È un attento sostenitore dei cantanti che riesce a non coprire mai, anche all’inizio dell’opera quando i protagonisti mostrano quell’incertezza tipica di chi deve rompere il ghiaccio. Ed è proprio la crescente dinamica della sua direzione a spingere i cantanti a dare il meglio, sia nelle scene di conversazione che nei momenti più lirici.
La scenografia molto minimalista è spiegata da Nicola Rubertelli (direttore da oltre vent’anni degli allestimenti scenici del Teatro San Carlo) con la necessità di cambiare velocemente le scene, dato l’alternarsi  in tre giorni di tre spettacoli diversi sullo stesso palcoscenico.
Tuttavia, nonostante lo spazio completamente bianco che fa da sfondo all’opera, il cambio di luci e le variazioni di colore di  Alessandro Carletti rendono bene le varie atmosfere e i cambiamenti emotivi che avvengono nella protagonista.
Nel cast emerge il bravo Pinkerton che ha la voce di Vincenzo Costanzo. Questi inizia proprio al San Carlo il suo cammino musicale cantando nel coro di Voci Bianche. Nello scorso febbraio ha debuttato il ruolo di Pinkerton  in Madama Butterfly a Firenze, sotto la direzione di Juraj Valcuha ed anche al Teatro La Fenice di Venezia. Voce potente e una buona tecnica rendono la performance di Pinkerton molto gradevole.
Peccato non poter dire lo stesso per quanto riguarda Cio-Cio-San. La Butterfly di Raffaella Angeletti non ha convinto tutti e non è mancato qualche fischio ai saluti finali. In realtà nel primo atto le conversazioni tra lei e Pinkerton risultano deboli e la voce arriva davvero poco in fondo alla platea. Poi però, il soprano risulta abbastanza convincente dal punto di vista tecnico in “Un bel dì vedremo” dove mostra acuti sicuri e un’intonazione corretta. Ciò che manca con maggiore evidenza è una piena partecipazione emotiva: l’evoluzione che dovrebbe portare la quindicenne Cio-Cio-San da un atteggiamento leggero di ragazza innamorata  a donna, cresciuta troppo in fretta, tradita e straziata dal dolore e che vede nel suicidio la sola via d’uscita e di riscatto, traspare poco.
Davvero molto buona, invece, la performance della siciliana Anna Pennisi (Suzuki): voce timbricamente gradevole, potente e con un’ampia gamma cantabile . Il Goro di Andrea Giovannini, timbro leggero e dizione precisa, mette in evidenza la sua formazione attoriale (si diploma come attore nel 1990 alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone), attraverso movimenti scenici che ben rappresentano la leggerezza del personaggio.
Sharpless , il baritono Marco Caria, si mostra all’altezza del ruolo caratterizzandolo attraverso una pronuncia precisa e chiara. Avvolgente la voce di Abramo Rosalen nel ruolo di zio Bonzo e bravo anche Nino Mennella nel ruolo del Principe Yamadori. Ricordiamo infine Miriam Artiaco, Kate Pinkerton, Alessandro Lerro e Paolo Marzolo, rispettivamente commissario imperiale e ufficiale del registro, e infine Clorinda Vardaci e Giuseppina Benincasa nei ruoli della madre di Cio-Cio-San e della cugina. Nel complesso la recita è stata applaudita, pur senza aver infervorato gli spettatori: delle buone voci e un’attenta concertazione, purtroppo, non bastano a rendere da sole un’opera così intensa come la Madama Butterfly.