Opera di Roma:”La Sylphide”

Roma, Teatro dell’Opera, Stagione di Opere eBalletti 2012 2013
LA SYLPHIDE”
Balletto in due atti
Coreografia di Erik Bruhn da August Bournonville, ripresa da Maina Gielgud
Musica di Hermann Severin von Løvenskjold
La Sylphide ALESSIA GAY
James    ALESSIO REZZA
Madge  ALESSANDRO TIBURZI
Gun   ANTONELLO MASTRANGELO
Effie  CRISTINA MIRIGLIANO
Una Sylphide   ANNALISA CIANCI
Due Sylphidi    ERIKA GAUDENZI, REBECCA BIANCHI
Orchestra e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore David Garforth
Scene Michele Della Cioppa
Costumi   Shizuko Omachi
Luci   Mario De Amicis
Allestimento del Teatro dell’Opera
Roma 31 Maggio 2013
Una Compagnia veramente in forma, brillante e precisa ci regala un bel pomeriggio all’Opera in stile Ottocento. Silfidi, sogno, amore terreno, amore ideale, magia, morte; è La Sylphide. Vedere Bournonville è sempre una gioia. Ma non solo. È anche un tuffo nel passato, un viaggio con la macchina del tempo. Auguste Bournonville rappresenta l’unico vero solido legame con la coreografia del balletto romantico, con il tempo di August Vestris, con la grande era del virtuosismo maschile e della leggerezza aerea di danzatrici come Maria Taglioni o Fanny Elssler.. La Sylphide, come parte dell’opera di Auguste, grazie ai suoi discendenti che maniacalmente l’hanno conservata e tramandata nel piccolo paese scandinavo arriva a noi quasi intatta come il grande danese l’aveva pensata e creata nel 1836. Se poi la versione è così bella, “moderna” come quella del raffinato e indimenticato Erik Bruhn il gioco è fatto. Danza, mimica e recitazione, scrive Maina Gielgud, già Direttrice del Royal Danish Ballet e curatrice della versione Bruhn, vivono di un equilibrio perfetto, rendono fruibile ed emozionante un capolavoro assoluto della danza romantica. Certamente la Gielgud ha saputo trasmettere Il bellissimo e prezioso “stile Bournonville” alla Compagnia.
Prima fra tutti Alessia Gay è stata una Sylphide deliziosa, precisa, misurata in ogni elemento tecnico e stilistico, con una padronanza e sicurezza invidiabili. Alessia Incarna i principi di questo difficilissimo stile in cui il virtuosismo non è nel gesto eclatante semmai nella dinamica, in quell’idea di “mai finito”, fluidità, facilità e assenza di sforzo. Il suo Aplomb impressiona, le sue punte inchiodano il pavimento, si arcuano e fissano la posa fin quando la musica non decide, nello sbalzo disegnano nell’aria percorsi precisi, veloci, mirabolanti. La magia è tutta lì . Con la sua naturalezza infonde grazia alle bellissime e complesse legazioni, il suo port de bras ammalia, il suo sorriso delicato accompagna le vispe traversie di spirito innamorato fino all’epilogo drammatico. Alessio Rezza invece racconta il suo James con eleganza, recitazione chiara, espressiva, senza vezzi inutili e con un finale emozionante. La sua è un interpretazione “matura” ,notevole. E poi che dire del piano tecnico: grande elevazione, vigore sorprendente, energia e precisione.
Le bellissime legazioni in kilt sono esplosive ma portate con grande eleganza e facilità, I suoi entrechats come i suoi tours en l’air sono sospesi in aria e conclusi senza sforzo in quinte inchiodate, le sue pirouettes sono precise e musicali. Insomma come è bella questa coppia GayRezza, pure coadiuvata da un corpo di ballo curato nei movimenti, danzante, preciso e coinvolgente nella danza scozzese del primo atto, plastico nelle pose pittoriche del secondo atto. Un plauso anche ad Antonello Mastrangelo vivace Gun e ad Alessandro Tiburzi coinvolgente ed inquietante Madge. Bella ed energica l’esecuzione dell’orchestra diretta da David Garforth, come il raffinato allestimento scenico di Michele della Cioppa. Unica nota debole la presenza di un pubblico non folto. Sarà l’orario pomeridiano in un giorno lavorativo? In effetti sembra una strana scelta questa del venerdì alle 18.00 soprattutto per questa coppia che merita il pubblico delle grandi occasioni e vigorosi applausi. Foto Lelli e Masotti