Opera di Roma:”Romeo e Giulietta”

Roma,  Teatro dell’Opera, Stagione Lirica  2011-2012
“ROMEO E GIULIETTA”
Balletto in un Prologo e due atti.
Coreografia, drammaturgia e regia Patrice Bart
Musica di Sergej Prokofiev
Giulietta DOROTHEE GILBERT
Romeo YANN SAIZ
Mercuzio ALESSIO REZZA
Tebaldo ALESSANDRO TIBURZI
Benvolio GIUSEPPE SCHIAVONE
Madonna  Capuleti ALESSANDRA AMATO
Paride RICCARDO DI COSMO
Rosalina SARA LORO
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore d’orchestra David Coleman
Scene e costumi Luisa Spinatelli
Luci Mario De Amicis
Maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
Roma 3 Ottobre 2012
Tra lo sciopero dei danzatori per la prima del 26 settembre e l’infortunio del fuoriclasse cubano Rolando Sarabia sostituito poi da Yann Saïz il Romeo e Giulietta di Patrice Bart va in scena con successo al Teatro dell’Opera. Una decisione che immaginiamo difficile quella di far saltare una prima esecuzione, segno di un disagio profondo e di una frattura complessa da risanare tra Sindacati dei danzatori e Direzione. Oltre le motivazioni più tecniche che motivano lo sciopero, è strisciante la sensazione che si voglia trasformare questa realtà, il corpo di ballo del teatro romano in qualcosa di indefinito. Nasce anche spontanea l’idea, ascoltando la presentazione della stagione 2012-2013 che se la danza sparisse, insieme a lei verrebbe meno anche un grosso peso.
È possibile immaginare Roma senza un corpo di ballo, magari di livello internazionale? Evidentemente si a giudicare dalla programmazione della prossima stagione; la danza è sempre meno presente, e lo è stancamente, rispetto al teatro musicale, la lirica, considerata unica e vera occasione di rilancio per Roma. Eppure quella che ha visto il racconto della storia d’amore, violenza e morte per eccellenza è stata una bella serata. Il Romeo e Giulietta di Bart scorre fluido e piacevole. Belle le parti corali, i duelli, la festa, le scene di piazza. La coreografia e i passi sono arricchiti da movimenti par terre tanto cari allo stile francese; veloce, complessa e articolata, a volte talmente tanto che la scrittura sembra strabordare di passi. Molto ben disegnati sono i personaggi, si fa per dire, di contorno ai due innamorati. Quello di Mercuzio sembra il più riuscito ed Alessio Rezza lo fa suo con una sicurezza straordinaria. Questa sembra la sua parte ideale; domina la scena, un vero funambolo, una scheggia impazzita, divertente, ironico e tecnicamente impeccabile. Alla fine sarà il più applaudito. Anche Tebaldo e Madonna Capuleti sono spesso in primo piano. Bart sceglie di dare particolare risalto all’ambiguo legame tra la madre di Giulietta e suo cugino. Anche il loro è un amore impossibile seppur vissuto con maggiore sfrontatezza e con apparente noncuranza delle convenzioni. Molto bravi Alessandro Tiburzi e Alessandra Amato, che si impongono tecnicamente ma soprattutto per una notevole veemenza espressiva. 
Bart
sembra più interessato drammaturgicamente a questo trio che non ai due protagonisti. È vero che nel ruolo di Romeo, Yann Saïz non sembra particolarmente all’altezza ed è oscurato dalle interpretazioni di Rezza e Tiburzi, ma Dorothée Gilbert è una danzatrice di evidente livello. Come Giulietta, la sua variazione del primo atto durante la scena della festa è una vera lezione di danza al pubblico romano. Seppur piena di difficoltà tecniche la sua danza è leggera, tutto le viene facile, i suoi tour sono lentissimi e controllati, le sue quinte perfette e immobili, le sue punte arcuate le donano un asse ed un aplomb invidiabile. Eppure non è emozionate quanto tecnicamente perfetta. Che sia la presenza costante di Madonna Capuleti e Tebaldo ad invadere ed offuscare l’immagine della giovane eroina e del suo amato?. Non si capisce se il problema è nell’idea, nella coreografia o nell’interpretazione. Certamente i momenti che tutti attendono, il pas de deux del primo atto, come quello della camera da letto del secondo, faticano a lasciare traccia, i due non emozionano, manca quello struggimento che la musica anticipa e la splendida partitura, così drammatica e “russa” non sembra attraversare i loro animi. La coreografia è articolata ma quella dirompente passione, quell’incredulo stupore non emerge. Il pubblico ha molto apprezzato la messa in scena e la danza, come le interpretazioni dei protagonisti e del corpo di ballo. Tanti applausi per tutti compreso il Direttore d’orchestra David Coleman e l’orchestra che ha pienamente valorizzato la tutt’altro che facile musica di Prokofiev. Foto © Lelli e Masotti