Padova, Teatro Verdi: “Norma”

Padova, Teatro Verdi – Stagione Lirica 2015
“NORMA”
Tragedia lirica in due atti. Libretto di Felice Romani
Musica di Vincenzo Bellini
Norma  SAIOA HERNANDEZ
Adalgisa   ANNALISA STROPPA
Pollione  LUCIANO GANCI
Oroveso  CRISTIAN SAITTA
Flavio  ANTONELLO CERON
Clotilde  ALESSIA NADIN
Orchestra di Padova e del Veneto
Coro Città di Padova
Direttore Tiziano Severini
Maestro del Coro Dino Zambello
Regia, scene, visual graphic Paolo Miccichè
Padova, 18 Ottobre 2015    
Teatro pieno per questa pomeridiana di Norma presso il Verdi di Padova. Arrivo subito al punto: il cast risulta complessivamente di buon livello, con giovani voci da tenere sicuramente monitorate; vi si accostano tuttavia scelte registiche su cui varrebbe la pena discutere. La scelta di ridurre tutta la scena a un tronco e alle retroproiezioni su teli è un espediente ormai piuttosto trito e costituisce chiaramente un’arma a doppio taglio. Far ruotare sullo sfondo antichi manufatti o far scivolare una pioggia di foglie non sempre rende giustizia a quanto accade sul palco e in buca; l’intento evidente di far scorrere i tempi considerati “morti” con proiezioni quasi ipnotiche finisce paradossalmente per rallentare l’azione.  Il distacco con le scelte costumistiche poi è pesantissimo. Dopo una sinfonia ben eseguita e accompagnata da proiezioni davvero pregevoli che portano lo spettatore in un’atmosfera del tutto fresca, ci vediamo arrivare Pollione in gonnella e sandali alla schiava. La scelta è audace, ma l’effetto resta rivedibile. Molte delle idee presentate da Paolo Miccichè meritano sicuramente un approfondimento; nel complesso, è auspicabile una maggiore sinergia tra le diverse maestranze coinvolte. Registicamente il primo atto rimane piuttosto fermo, intriso di una ieraticità a tratti fin troppo esasperata. Oltre a qualche vago movimento delle braccia, gli interpreti si muovono appena; si salva Annalisa Stroppa, della quale già in altre occasioni abbiamo potuto ammirare la naturale intuizione scenica. Il giovane mezzosoprano, la cui carriera è in rapida ascensione, non risulta tuttavia ancora totalmente a proprio agio nel complesso ruolo di Adalgisa: la voce è a posto, particolarmente nel centro, dove la Stroppa dà il suo meglio con un fraseggio adeguato e ben assimilato; meno bene in acuto, dove siamo certi di poterci aspettare qualcosa in più. La Stroppa resta tuttavia un’interprete pregevole, che caratterizza adeguatamente il personaggio senza tema dei volumi orchestrali. Interessante la Norma di Saioa Hernandez: purtroppo siamo ancora lontani dal gusto belcantista, ma la Hernandez ce la mette davvero tutta per rendere giustizia a un ruolo che le costa un discreto travaglio vocale. La voce è molto bella, particolare, lo strumento è poderoso: tuttavia i momenti in cui ce la godiamo di più sono i rari pianissimi, nei quali il soprano sfoggia una tecnica consolidata; meno buone le scelte di fraseggio, dove la linea tende in diversi punti a rompersi bruscamente; la pronuncia è piuttosto comprensibile; scenicamente il primo atto non desta particolare interesse, mentre nel seconda la Hernandez si arrischia a prendere qualche iniziativa. Luciano Ganci è un Pollione piuttosto statico, ma dalla vocalità ricca e variegata: brillante in acuto, la linea del canto si dispiega con grazia nel centro. Forse il ruolo necessita di un ulteriore approfondimento, ma le premesse ci sono tutte. Ganci rende perfettamente comprensibile le parole del libretto, non gonfia i suoni ma talvolta tende a sacrificare la raffinatezza del canto in favore di una maggiore udibilità (cosa di cui per altro non avrebbe proprio nulla di cui preoccuparsi). Meno brillante la performance di Cristian Saitta, un Oroveso ben caratterizzato ma forse non del tutto in forma vocalmente. Alcuni problemi tecnici non rendono giustizia ad una pasta vocale interessante; il personaggio è in ogni caso reso in maniera efficacissima: il dolore del padre di Norma è palpabile nella commossa interpretazione di Saitta, (appena ventiquattrenne!) che aspettiamo di rivedere presto in qualche altra produzione. Completavano efficacemente il cast Antonello Ceron e Alessia Nadin, rispettivamente nei panni di Flavio e Clotilde. Discreta la performance del Coro (ma le voci gravi avevano una marcia in più) istruito dal Maestro Dino Zambello. Filologica la direzione del Maestro Tiziano Severini, in alcuni momenti fin troppo tendente al ritenuto (d’effetto nella sinfonia, meno adeguato nei momenti d’assieme); in ogni caso i cantanti sono ben supportati e l’amalgama complessivo è notevole. Prossimo ed ultimo appuntamento con la Stagione lirica del Verdi dal 27 dicembre con l’allestimento di Zeffirelli (ripreso da Stefano Trespidi) di Aida. Foto Giuliano Ghiraldini